Nelle comunità cattoliche cinesi la Festa di Chongyang diventa occasione di solidarietà verso gli anziani. Visite, celebrazioni e assistenza spirituale si intrecciano con una tradizione millenaria che il governo ha trasformato in giornata nazionale nel 2012.
Una festa antica che guarda al presente
Le comunità cattoliche in Cina hanno celebrato anche quest’anno la Festa del Doppio Nove, ricorrenza che cade il nono giorno del nono mese lunare e che nel 2025 è stata l’occasione per dedicare attenzione particolare agli anziani. Visite nelle case, momenti conviviali e celebrazioni religiose hanno caratterizzato questa giornata, durante la quale i fedeli hanno portato assistenza, sacramenti e soprattutto riconoscenza a chi ha attraversato molte stagioni della vita.
La tradizione di Chongyang (nome originale della Festa) affonda le radici nella cultura cinese più antica. Ma dal 2012 è diventata ufficialmente la Giornata Nazionale degli Anziani, un riconoscimento formale che ha dato nuova linfa a usanze che rischiavano di affievolirsi nella società contemporanea.
Per la Chiesa cattolica locale questa ricorrenza rappresenta molto più di un appuntamento folkloristico. È un’opportunità concreta di cura pastorale, dialogo intergenerazionale e inclusione sociale. I sacerdoti hanno visitato gli anziani impossibilitati a muoversi, portando la comunione e l’unzione degli infermi. I gruppi parrocchiali hanno organizzato pranzi comunitari dove generazioni diverse si sono ritrovate attorno allo stesso tavolo. Non si è trattato di gesti straordinari, ma di quella quotidianità evangelica che trova nelle culture locali un terreno fertile per esprimersi.
La capacità di innestare il messaggio cristiano su tradizioni preesistenti è sempre stata una caratteristica del cattolicesimo cinese, spesso costretto a muoversi con prudenza in un contesto politico complesso.
Le origini di Chongyang tra mito e filosofia
Il nome stesso della festa rivela la sua natura profonda: Chongyang significa letteralmente “doppio yang”, dove yang rappresenta il principio maschile, luminoso e attivo nella cosmologia cinese.
Il numero nove è considerato il più yang tra i numeri, e la sua duplicazione nel nono giorno del nono mese crea una concentrazione di energia che può risultare eccessiva e quindi pericolosa. Da qui nasce la necessità, secondo la tradizione, di compiere azioni che riequilibrino questa sovrabbondanza. Salire in montagna per disperdere l’energia negativa, indossare rametti di corniolo rosso come amuleto, bere vino di crisantemo per purificarsi.
Le leggende dietro la festività
La leggenda più diffusa racconta di un uomo di nome Huan Jing che, avvertito dal maestro taoista Fei Changfang dell’imminenza di una calamità, condusse la sua famiglia sulla cima di una montagna portando con sé sacchetti di corniolo e vino ai crisantemi.
Al ritorno trovò morti tutti gli animali domestici rimasti a valle, segno che il rito aveva funzionato proteggendo le persone. Questa narrazione, tramandata attraverso i secoli, ha dato forma a pratiche che ancora oggi caratterizzano la festa. Le escursioni autunnali in altura, la contemplazione dei crisantemi in fiore, il consumo di dolci particolari come le torte Chongyang preparate con farina di riso.
Con il passare del tempo la festa ha assunto significati nuovi. Durante la dinastia Tang il poeta Wang Wei scrisse versi celebri che associavano Chongyang alla nostalgia per i luoghi e gli affetti lontani. Ma è soprattutto a partire dagli anni Ottanta del secolo scorso che la ricorrenza è stata reinterpretata in chiave sociale. La pronuncia cinese di “nove” è simile a quella di “lungo”, “duraturo”, e questo gioco linguistico ha favorito l’associazione tra il Doppio Nove e la longevità.
Nel 1989 il governo cinese ha ufficialmente designato questa data come Festa degli Anziani, e nel 2012 è stata varata una legge che obbliga i figli adulti a visitare regolarmente i genitori anziani, pena sanzioni amministrative. Una norma che fotografa un problema sociale crescente: l’invecchiamento della popolazione, l’urbanizzazione che disperde le famiglie, l’affievolirsi dei legami tradizionali.
I numeri dell’invecchiamento in Cina
Secondo le statistiche più recenti, in Cina nel 2024 le persone con oltre 60 anni rappresentavano circa il 21% della popolazione totale, una percentuale destinata ad aumentare rapidamente nei prossimi decenni. Si stima che entro il 2050 un cinese su tre avrà superato i 60 anni. Questo invecchiamento accelerato è conseguenza della politica del figlio unico, in vigore dal 1979 al 2015, che ha drasticamente ridotto il tasso di natalità senza però garantire strutture assistenziali adeguate per gli anziani. Il sistema tradizionale di cura familiare si è progressivamente eroso, mentre quello pubblico fatica a tenere il passo con le necessità.
In questo contesto la Festa del Doppio Nove non è solo un momento di celebrazione, ma assume valenze pratiche. Le amministrazioni locali organizzano controlli medici gratuiti, eventi culturali, giornate di sensibilizzazione sulla salute geriatrica. Le aziende concedono permessi ai dipendenti per visitare i genitori. Le scuole coinvolgono i bambini in attività che li mettono in contatto con gli anziani del quartiere. E le comunità religiose, comprese quelle cattoliche, si inseriscono in questa mobilitazione collettiva portando la propria specificità: la dimensione spirituale, l’accompagnamento nei momenti di fragilità, la valorizzazione della persona oltre la sua produttività sociale.
Tradizione che diventa missione
Per i cattolici cinesi questa festa rappresenta un banco di prova della capacità di dialogo con la società circostante. Le parrocchie che hanno organizzato iniziative per Chongyang hanno dimostrato come la fede cristiana possa arricchire tradizioni locali senza cancellarle. Hanno portato il Vangelo non attraverso contrapposizioni ma attraverso gesti concreti di prossimità. Gli anziani visitati non sono stati solo destinatari di assistenza, ma interlocutori da ascoltare, portatori di memoria, testimoni di epoche che hanno visto la Chiesa attraversare difficoltà immense.
Molti di questi anziani hanno vissuto le persecuzioni dell’era maoista, hanno visto chiudere le chiese e disperdere le comunità, hanno mantenuto la fede in condizioni di clandestinità. Per loro ricevere oggi la visita di un sacerdote o di giovani fedeli nel giorno del Doppio Nove significa sentire riconosciuta una fedeltà che è costata sacrifici. E per le nuove generazioni ascoltare quelle storie è un modo per radicarsi in una tradizione che non viene dall’esterno ma si è forgiata nelle pieghe della storia cinese. Il rispetto per gli anziani diventa così rispetto per la propria identità, costruzione di un senso di appartenenza che oltrepassa le divisioni politiche e culturali.
Gli anziani nelle comunità cattoliche non vengono visitati solo una volta l’anno, ma la festa del Doppio Nove cristallizza in un momento simbolico ciò che dovrebbe essere prassi ordinaria. L’attenzione verso chi ha attraversato la vita e ora merita di essere accompagnato con dignità verso il suo compimento.
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