Dal 19 luglio l’Antiquarium di Boscoreale ospita una mostra dell’artista gallese che trasforma l’archeologia in un’esperienza multisensoriale
Dal 19 luglio 2025 all’11 gennaio 2026, l’Antiquarium di Boscoreale ospita Pompeii Threnody, la mostra site-specific di Cerith Wyn Evans, concepita per integrarsi profondamente con lo spazio che la ospita. Un progetto firmato da uno degli artisti più raffinati e poetici della scena culturale contemporanea. L’esposizione rientra nel programma Pompeii Commitment. Materie archeologiche, offrendo una lettura inedita del paesaggio vesuviano attraverso la lente della contemporaneità. Un’occasione per immergersi in un’esperienza sensoriale profonda, definita una “trenodia visiva”, dove ogni installazione diventa un invito a dialogare con il passato, la memoria e il tempo.
Il dialogo tra passato e presente nelle opere di Cerith Wyn Evans
Il titolo stesso, Pompeii Threnody, richiama l’antica trenodia greca, un lamento funebre che, nell’alternanza di cori e voci soliste, accompagnavano nell’ultimo saluto il defunto. In questo caso, però, non si piange la morte, ma si rievoca una memoria ancora viva. Secondo Cerith Wyn Evans, infatti,“ciò che in fondo continua a vivere a Pompei” si manifesta proprio nella tensione tra archeologia e contemporaneità. Dodici le opere in mostra, di cui dieci realizzate appositamente per l’occasione. Tra le più significative, una serie di fotoincisioni dedicate ai cipressi della piana del Sarno, simboli del paesaggio vesuviano. E un’installazione luminosa ispirata al carro cerimoniale ritrovato a Civita Giuliana. L’opera riporta il celebre palindromo latino ‘In girum imus nocte et consumimur igni’ (‘Andiamo in tondo nella notte e siamo consumati dal fuoco’). Frase che evoca un eterno ciclo di trasformazione.
L’arte come memoria in movimento
La poetica di Cerith Wyn Evans ruota attorno a concetti chiave come tempo, luce, percezione e linguaggio. In Pompeii Threnody tutto ciò si traduce in un percorso immersivo, dove l’archeologia diventa materia viva e l’arte contemporanea un mezzo per riflettere sul nostro rapporto con la storia. Le installazioni si integrano con l’architettura dell’Antiquarium e della vicina Villa Regina, in un continuo scambio tra spazio, forma e memoria. Nel patio, ad esempio, un gruppo di lampade-scultura a forma di palme dorate dialoga con il contesto architettonico, generando nuove prospettive di lettura. Due opere – le fotoincisioni e l’installazione luminosa – entreranno a far parte della collezione permanente del Parco Archeologico di Pompei, consolidando il legame tra l’istituzione e l’arte del presente.
Chi è Cerith Wyn Evans
Nato nel 1958 a Llanelli, in Galles, Cerith Wyn Evans è un artista concettuale che ha costruito un linguaggio estetico basato sulla luce, il testo e la percezione. Dopo gli esordi nel cinema sperimentale, ha spostato il suo interesse verso l’installazione, realizzando ambienti che stimolano lo spettatore a riflettere sul significato dell’opera e sul proprio ruolo nella sua interpretazione. La sua ricerca intreccia riferimenti a filosofia, architettura, musica, teatro giapponese, psicoanalisi, astronomia e codice Morse. Le sue mostre sono pensate come vere e proprie messe in scena, in cui il pubblico è chiamato a partecipare attivamente, a perdersi e ritrovarsi in un percorso dove nulla è lasciato al caso.
TUTTE LE ULTIME NOTIZIE SU SPAZIO50.ORG






© Riproduzione riservata