Estate 2025: boom dei prezzi dei centri estivi. Gli aumenti del 23% in due anni mettono in crisi i bilanci domestici
L’estate si avvicina e con essa arriva un problema sempre più pressante per milioni di famiglie italiane: i centri estivi diventano un lusso che molti non possono permettersi. Una recente indagine condotta da Adoc ed Eures ha evidenziato una situazione che per molte famiglie sta diventando insostenibile, con rincari che superano di gran lunga l’inflazione, costringendo i genitori a cercare soluzioni alternative.
L’escalation dei prezzi
I dati emeriti dalla ricerca dipingono uno scenario preoccupante. Nell’ultimo anno, i costi dei centri estivi sono aumentati del 12,3%, ma se allarghiamo lo sguardo agli ultimi due anni, l’incremento raggiunge la cifra record del 22,7%. Questo significa che una famiglia che due anni fa spendeva 1.000 euro per mandare il proprio figlio in un centro estivo, oggi deve mettere in conto oltre 1.200 euro per lo stesso servizio. Il fenomeno non colpisce uniformemente tutto il territorio nazionale. Il Centro Italia registra l’aumento più drammatico con un +31,7%, seguito dal Sud e dalle Isole con un +27,6%. Il Nord, pur avendo i costi assoluti più elevati, mostra incrementi “più contenuti” al 18,9%.
Milano regina degli aumenti
La geografia dei centri estivi rivela differenze territoriali enormi. Milano si conferma la città più cara d’Italia, con un costo medio settimanale a tempo pieno di 227 euro. Per una famiglia milanese che decide di iscrivere un figlio per due mesi, la spesa tocca quasi i 2.000 euro (precisamente 1.816 euro), mentre chi ha due figli deve mettere in conto oltre 3.500 euro. All’estremo opposto troviamo Bari, dove il costo settimanale si ferma a 109 euro, praticamente la metà rispetto al capoluogo lombardo. Nel mezzo si posizionano Firenze (177 euro), Bologna (172 euro), Torino (159 euro), Roma (155 euro), Napoli (154 euro) e Palermo (135 euro). La media nazionale si attesta a 173 euro settimanali, traducendosi in una spesa di circa 1.400 euro per due mesi di frequenza a tempo pieno per un singolo figlio.
La questione delle famiglie con più figli
La situazione diventa particolarmente critica per le famiglie con più figli. Gli sconti per fratelli e sorelle, quando esistono, sono insufficienti: solo il 40% delle strutture li applica e raramente superano il 10%. Questo significa che una famiglia con due figli deve quasi raddoppiare la spesa, arrivando a costi medi di 2.671 euro per due mesi di centri estivi. Per molte famiglie, questa cifra rappresenta circa una volta e mezzo la retribuzione mensile media, rendendo praticamente impossibile l’accesso a questi servizi senza sacrifici significativi nel bilancio familiare.
Bonus e aiuti: una goccia nell’oceano
Di fronte a questa emergenza, gli aiuti pubblici appaiono insufficienti e frammentati. Il bonus Inps rappresenta l’aiuto più consistente, offrendo fino a 400 euro per figlio, ma è riservato esclusivamente ai dipendenti pubblici e pensionati ex statali iscritti alla Gestione Unitaria dell’Istituto. Il meccanismo prevede un rimborso massimo di 100 euro settimanali per un massimo di quattro settimane. L’importo varia in base all’ISEE: rimborso al 100% fino a 8.000 euro di ISEE, che scende progressivamente fino all’80% per chi supera i 56.000 euro. Sono disponibili solo 3.000 contributi totali, con iscrizioni aperte fino al 26 giugno.
Iniziative regionali: poche e insufficienti
Alcune regioni hanno attivato misure specifiche, ma con coperture limitate. L’Emilia Romagna offre contributi fino a 300 euro complessivi per famiglie con ISEE entro i 26.000 euro, mentre l’Umbria prevede bonus settimanali di circa 60 euro per i più piccoli. Il Lazio ha introdotto voucher da 500 euro per attività sportive utilizzabili anche nei centri estivi, ma le domande dovevano essere presentate entro il 16 maggio. Esistono anche iniziative di categoria, come il bando dedicato ai commercialisti che prevede rimborsi fino a 500 euro per figlio, ma anche questi interventi raggiungono una platea limitata di beneficiari.
Le conseguenze sociali del fenomeno
Adoc denuncia una situazione che colpisce particolarmente le famiglie senza reti di supporto familiare. La domanda di fondo è come fanno a gestire i bambini i genitori che lavorano a tempo pieno e non hanno nonni o parenti disponibili. Il rischio concreto è che i figli delle famiglie più vulnerabili rimangano seduti sul divano, spesso davanti a tablet o cellulari durante le lunghe vacanze estive italiane, che durano tra le 10 e le 13 settimane contro le 6-8 di altri paesi europei.
Verso soluzioni concrete: le proposte di riforma
L’dea di Adoc è di superare la logica dei bonus temporanei. La prima proposta riguarda una riforma del calendario scolastico che riduca il ‘buco’ estivo attraverso una distribuzione più equilibrata delle pause durante l’anno, garantendo maggiore continuità educativa e riducendo il peso organizzativo ed economico sulle famiglie. Sul fronte fiscale, l’associazione chiede poi di estendere la detrazione del 19% nel modello 730 a tutti i costi sostenuti per i centri estivi, non limitandola solo alle attività sportive come avviene attualmente. Infine, è fondamentale implementare aiuti strutturali permanenti per le famiglie con redditi medio-bassi, assicurando sostegni diretti, continuativi e accessibili a una platea più ampia di beneficiari.
Centri estivi: specchio di una crisi sociale più ampia
La crisi dei centri estivi non è un fenomeno isolato, ma riflette problematiche più profonde del sistema italiano: il calo demografico record in Europa, l’emigrazione giovanile e le difficoltà di conciliazione lavoro-famiglia. In un paese dove molti giovani scelgono di non fare figli o di emigrare per mancanza di supporti adeguati, l’inaccessibilità dei servizi per l’infanzia rappresenta un ulteriore disincentivo alla genitorialità. La situazione richiede interventi urgenti e coordinati tra governo centrale, regioni e comuni per evitare che i centri estivi diventino un privilegio riservato solo alle famiglie più abbienti, aggravando le già esistenti disuguaglianze sociali e territoriali.
TUTTE LE ULTIME NOTIZIE SU SPAZIO50.ORG
© Riproduzione riservata