L’estate 2025 fa i conti con un rincaro di quasi il 30% in quattro anni per uno dei piaceri irrinunciabili della bella stagione. Nonostante l’aumento, gli italiani non rinunciano al gelato, con i consumi in crescita del 4%. Firenze si conferma la città più cara, Macerata la più economica.
I numeri di un mercato in ascesa
Un rito estivo che offre una pausa rinfrescante dalla calura. Ma quest’anno, il gelato costa di più. E non poco. Secondo gli ultimi dati elaborati dal Centro di formazione e ricerca sui consumi (Crc) basati sull’osservatorio del Mimit (Ministero delle Imprese e del Made in Italy), il prezzo medio di una vaschetta di gelato da un chilo in Italia ha subito un’impennata di quasi il 30% negli ultimi quattro anni. Se nel 2021 per un chilogrammo di prodotto si spendevano in media 4,54 euro, oggi il costo è salito a 5,87 euro. Un aumento tangibile che però, in un quadro quasi paradossale, non ha spento il desiderio degli italiani. Anzi, complice un caldo torrido, i consumi registrano una crescita del 4% rispetto all’anno precedente, a conferma di come il gelato resti un baluardo delle abitudini nazionali.
Il giro d’affari complessivo, che somma il settore del gelato confezionato a quello artigianale, supera ampiamente i 3 miliardi di euro, testimoniando la vitalità di un mercato che non conosce crisi.
La geografia del prezzo del gelato
L’analisi dei prezzi al dettaglio rivela un’Italia spaccata in due, con differenze notevoli da una provincia all’altra. La maglia nera del caro gelato spetta a Firenze, dove il prezzo medio per un chilo di prodotto tocca la cifra record di 8,05 euro. Subito dopo il capoluogo toscano, nella classifica delle città più onerose, si posizionano Forlì con 7,68 euro, Bolzano con 7,19 euro, Ravenna a 7,18 euro e Biella con 7,14 euro.
All’estremo opposto, la provincia più conveniente per gli amanti del cono e della coppetta è Macerata, dove un chilo di gelato costa in media 4,55 euro, quasi la metà rispetto a Firenze. A seguire, tra le città più economiche, troviamo Treviso (4,56 euro) e Cuneo (4,64 euro). Ancora più significativi, se possibile, sono i dati relativi ai rincari percentuali sul 2021. È Padova a registrare l’aumento più pesante, con un vertiginoso +54,3%, seguita da Modena (+50,4%) e Livorno (+43,5%). Al contrario, solo sei province italiane hanno mantenuto gli incrementi al di sotto del 20% in quattro anni, con Ancona che segna un modesto +6,4% e Cremona un +9,3%.
Le cause dell’aumento e un settore che vale miliardi
Ma cosa ha spinto i prezzi a questi livelli? Le cause sono molteplici e affondano le radici nelle turbolenze economiche degli ultimi anni.
Il presidente del comitato scientifico del Crc, Furio Truzzi, ha spiegato come, dopo l’iniziale fiammata dovuta al caro-energia e alle conseguenze del conflitto in Ucraina, i listini si siano stabilizzati. Tuttavia, a pesare ancora sul costo finale sono le crisi di alcune materie prime fondamentali come latte, zucchero e, in particolare, il cacao, i cui prezzi sono schizzati a livello internazionale. A questi fattori si aggiungono i maggiori costi operativi, dal mantenimento della catena del freddo nei trasporti con veicoli refrigerati all’energia necessaria per alimentare i congelatori nei punti vendita.
Nonostante queste pressioni, il settore del gelato in Italia dimostra una salute economica invidiabile. Il solo business del gelato confezionato ha raggiunto un valore di quasi 1,9 miliardi di euro, con un consumo pro-capite che si attesta su circa 2 kg e ben 3,7 miliardi di porzioni vendute. A questo dato va sommato il mercato del gelato artigianale, che sfiora da solo i 3 miliardi di euro di fatturato.
Italia gigante del gelato: la sfida nella produzione e nell’export europeo
Se il primato culturale e artigianale dell’Italia è indiscutibile, il quadro a livello industriale europeo si rivela più complesso e dinamico, come delineato dagli ultimi dati ufficiali di Eurostat per il 2024.
Il mercato continentale è in piena salute, con una produzione totale che ha toccato i 3,3 miliardi di litri, segnando un aumento del 2% rispetto all’anno precedente. In questa classifica dei volumi produttivi, la leadership spetta alla Germania, che con 607 milioni di litri precede la Francia (501 milioni) e la stessa Italia, che si attesta al terzo posto con 492 milioni di litri prodotti, seguita a stretto giro dalla Spagna (378 milioni).
Tuttavia, è analizzando l’andamento anno su anno che emerge il dato più interessante e che segnala il fermento in atto nel settore. A fronte di una crescita comunitaria, la produzione italiana ha registrato una flessione del 7% rispetto al 2023, un calo simile a quello di Francia (-12%) e Spagna (-6%). Al contrario, altri paesi hanno mostrato un’accelerazione sorprendente, come la Polonia con un impressionante +29% e il Belgio con un balzo del 35%. Anche sul fronte delle esportazioni verso i paesi extra-UE la partita è combattuta.
A guidare la classifica dei maggiori esportatori è infatti la Francia, che con 55,9 milioni di chilogrammi rappresenta il 21% del totale europeo. L’Italia, comunque, si conferma una superpotenza assoluta del settore, conquistando un eccellente secondo posto con 42,6 milioni di chilogrammi di gelato esportati (pari al 16% del totale), dimostrando la forza e l’apprezzamento globale del prodotto “Made in Italy” anche al di fuori dei circuiti puramente artigianali.
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