Nel nostro Paese sarebbero più di 7 milioni i caregiver familiari, ovvero coloro che – all’interno della propria famiglia – assistono un parente non autosufficiente, disabile o con una malattia cronica. Il rischio burnout è molto elevato. In particolare le donne over 60 rappresentano la categoria più vulnerabile.
Immaginate di avere una responsabilità costante, di essere soli e di sentire crescerne il peso, lo stress e il disagio. Aggiungeteci che dovete rinunciare a relazioni sociali in grado di distrarvi e rigenerarvi, a occasioni di svago. Forse anche al vostro lavoro. Questo per la necessità di assistere un familiare purtroppo non autosufficiente. Quanto tempo potreste essere in grado di resistere alla pressione senza ammalarvi?
In questa condizione esistenziale vivono oggi, nel nostro Paese, più di 7 milioni di persone secondo i dati Istat. Sono i cosiddetti caregiver familiari e molti rischiano – senza troppi giri di parole – di crollare sotto questo peso, rimanendo vittime della sindrome da burnout. A sottolinearlo è la Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri.
Cos’è il burnout e quali sono i sintomi
Con il termine burnout si intende un grave stato di esaurimento fisico, emotivo e mentale. Si manifesta quando ci si sente totalmente sopraffatti, stressati e incapaci di gestire le richieste della propria vita. Siamo difronte ad una vera e propria sindrome che non sempre viene rilevata subito da chi ne soffre. I sintomi vanno dalla stanchezza cronica ai disturbi del sonno, dall’ansia all’irritabilità, passando per sensi di colpa e isolamento sociale. Nei casi più gravi può persino degenerare in depressione.
I caregiver familiari, i soggetti più a rischio di burnout
Sono proprio loro i caregiver familiari, quindi, i soggetti più esposti al rischio di burnout. Dedicandosi completamente all’assistenza, sacrificano la propria vita e i propri interessi. E sono proprio le donne con più di 60 anni, che magari si prendono cura a tempo pieno del coniuge gravemente malato, la categoria più a rischio. Spesso, non ricevono aiuti esterni, hanno problemi di salute e gestiscono situazioni familiari complicate. Anche le figlie con molte responsabilità, che non vivono con il parente malato ma se ne occupano regolarmente, possono soffrire di un forte stress.
Come prevenire il burnout
Sempre la Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, suggerisce alcune strategie per prevenire il burnout. Innanzitutto, è fondamentale essere consapevoli dei propri limiti e non sacrificare il proprio benessere. Per gestire lo stress e prevenire l’esaurimento, bisogna:
1) chiedere aiuto: non aver paura di chiedere supporto. Condividere le responsabilità rende l’impegno più sostenibile. Parlare con una persona fidata aiuta a scaricare la tensione, ma se i sintomi sono gravi è essenziale rivolgersi a uno specialista;
2) gestire le aspettative: informarsi sulla malattia del proprio caro può aiutare ad affrontare le difficoltà in modo più consapevole e ad accettare che a volte sia necessario un supporto esterno;
3) prendersi cura di sé: dedicare del tempo al proprio benessere, anche solo per una pausa. È importante curare l’alimentazione, e accettare senza sensi di colpa anche i sentimenti negativi che possono emergere in situazioni difficili.
In Italia non esiste una legge nazionale a tutela dei caregiver familiari
In Italia non esiste ancora una legge nazionale che riconosca e tuteli in modo organico e completo la figura del caregiver familiare. Nonostante si tratti di un ruolo di fondamentale importanza per il sistema sanitario e per il benessere delle persone non autosufficienti, si continua a operare in un vuoto normativo. Le tutele a disposizione sono limitate e frammentarie, lasciandolo privo di un adeguato supporto. Per questo alcune Regioni hanno pensato di dotarsi di strumenti legislativi che li sostengano e tutelino. Parliamo di Emilia-Romagna, Puglia, Lazio, Toscana, Campania, Lombardia, Friuli-Venezia Giulia e Sardegna. Qui è più facile, per quanto possibile, essere caregiver familiari da qualche tempo.
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