Spreco Zero lancia Sprecottolo, il suo personaggio cartoon e un vademecum in cinque punti per ridurre il cibo nella spazzatura. L’Italia butta via 1,7 milioni di tonnellate di alimenti all’anno: abbastanza per sfamare 3 milioni di persone.
Una mascotte per combattere lo spreco
Ha un manto rosso, una coda vaporosa e due occhietti vispi che sembrano voler dire: il cibo è troppo prezioso per finire nel cestino. Si chiama Sprecottolo ed è il nuovo simbolo della campagna Spreco Zero, il progetto di sensibilizzazione promosso dall’Osservatorio Waste Watcher che da anni monitora le abitudini alimentari degli italiani. La mascotte, nata dalla matita dell’illustratrice Valentina Stecchi, arriva per ricordare a tutti che ridurre lo spreco domestico non è solo possibile, ma necessario.
L’iniziativa arriva in un momento critico. Nelle case italiane finiscono nella pattumiera 1,7 milioni di tonnellate di cibo ogni anno. Un dato che fa riflettere non solo per le dimensioni, ma anche per le conseguenze. Il controvalore economico di questo spreco domestico si aggira attorno ai 7,5 miliardi di euro, una cifra che potrebbe finanziare la costruzione di 50 ospedali o oltre 760 scuole. Ma c’è un altro aspetto ancora più stridente. Se quel cibo venisse recuperato invece di essere buttato, considerando un pasto medio da 500 grammi, si potrebbero ottenere 3,4 miliardi di pasti. Una quantità sufficiente a nutrire per un anno intero circa 3 milioni di persone, più della metà dei 5,6 milioni di italiani che vivono in condizioni di povertà alimentare.
I numeri dello spreco domestico
Andrea Segrè, direttore scientifico dell’Osservatorio Waste Watcher, ha parlato di “paradosso”. Mentre milioni di persone faticano ad avere accesso a un’alimentazione adeguata, nelle cucine italiane si continua a gettare via cibo ancora buono. Il Rapporto Waste Watcher International 2025 ha fotografato questa situazione con precisione: ogni settimana, in media, ogni italiano butta nella spazzatura 595 grammi di cibo. Si tratta soprattutto di frutta fresca, che rappresenta il 22% dello spreco totale, seguita da verdure (20%), pane (18%) e latticini (13%). Prodotti che potrebbero ancora essere consumati o trasformati, ma che invece prendono la via del bidone.
Lo spreco non riguarda solo l’etica o l’ambiente. Ha un peso economico concreto sulle famiglie e sulla collettività. Quegli oltre 7 miliardi di euro persi ogni anno rappresentano risorse che potrebbero essere impiegate per rafforzare servizi essenziali, per costruire infrastrutture, per garantire un futuro migliore. Invece vengono letteralmente gettati via, spesso per disattenzione, cattiva organizzazione o scarsa consapevolezza. La campagna Spreco Zero vuole proprio lavorare su questo fronte: trasformare il cibo da rifiuto a risorsa, partendo dai comportamenti quotidiani di ciascuno.
Il vademecum in cinque mosse
Per aiutare le famiglie italiane a invertire la rotta, la campagna ha messo a punto un vademecum pratico in cinque punti. Non si tratta di indicazioni complicate o di cambiamenti radicali nello stile di vita, ma di piccoli accorgimenti che, se adottati con costanza, possono fare una grande differenza. Il primo passo è fare una lista della spesa intelligente: prima di uscire di casa è fondamentale controllare frigo e dispensa, per capire cosa manca davvero e cosa invece è già presente. Sembra banale, ma spesso si comprano alimenti che poi si duplicano e finiscono per scadere.
Il secondo punto riguarda le date di scadenza. Non tutti sanno che esiste una differenza sostanziale tra “da consumarsi entro” e “da consumarsi preferibilmente entro”. Nel primo caso si tratta di una scadenza tassativa, legata alla sicurezza alimentare. Nel secondo, invece, è solo un’indicazione di qualità ottimale: il prodotto può essere ancora consumato senza rischi, basta fidarsi dei propri sensi. Terzo consiglio: dare nuova vita agli avanzi. La cucina del recupero non è una pratica di altri tempi, ma un modo intelligente, economico e anche divertente di ridurre gli sprechi. Con un po’ di creatività, gli avanzi possono trasformarsi in piatti gustosi.
Quarto punto del vademecum: porzionare, conservare e congelare. Suddividere il cibo in piccole porzioni, usare contenitori ermetici e sfruttare il freezer sono strategie semplici ma efficaci per allungare la vita degli alimenti e proteggere l’investimento della spesa. Infine, il quinto consiglio invita a condividere il cibo con amici, vicini o familiari quando si ha qualcosa in più. Un gesto che non solo riduce lo spreco, ma rafforza anche le relazioni sociali.
L’obiettivo: dimezzare lo spreco entro il 2030
La campagna Spreco Zero si inserisce in un contesto più ampio, quello dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite che, con l’obiettivo 12.3, chiede di dimezzare lo spreco alimentare rispetto ai livelli del 2015. Per l’Italia questo significa scendere a non più di 369,7 grammi di cibo sprecato a settimana per persona, quasi la metà rispetto ai circa 595 grammi attuali. Un traguardo ambizioso ma raggiungibile, se si lavora su più fronti: educazione, consapevolezza e cambiamento delle abitudini.
L’ingresso di Sprecottolo come mascotte della campagna va proprio in questa direzione. Il personaggio cartoon, simpatico e immediato, può parlare a tutti, dai bambini agli adulti, rendendo il messaggio più accessibile e meno giudicante. Perché il punto non è colpevolizzare chi spreca, ma far capire che con piccoli gesti quotidiani si può davvero fare la differenza. Non solo per il proprio portafoglio, ma per l’intera collettività.
Credit foto mascotte: sprecozero.it/
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