L’estate che ci stiamo lasciando alle spalle, tra giugno e agosto, ha stabilito un nuovo record negativo. Il caldo estremo ha causato 16.500 morti in Europa, di questi 4.597 solo in Italia, ben 853 a Roma. Cifre che continuano a salire. Gli over 65 rappresentano circa l’85% del totale dei decessi, di cui il 41% over 85.
Una lunga estate calda, si diceva una volta. Anche troppo calda potremmo aggiungere. I dati che emergono da una ricerca condotta dall’Imperial College di Londra e dalla London School of Hygiene&Tropical Medicine sono certamente drammatici – 16.500 decessi a causa del caldo – ma rivelano una verità solo parziale. Che quindi potrebbe essere più grave. Gli stessi ricercatori avvertono infatti che l’analisi è stata condotta su un numero di città che rappresenta circa il 30% della popolazione europea.
Se 16.500 morti per caldo sembrano pochi
Le città analizzate sono 854, il periodo è quello di giugno-agosto. Anche a fronte di “appena” 16.500 morti accertati a causa del caldo estremo, il cambiamento climatico potrebbe aver triplicato il numero di vittime. Solo in Italia la stima sarebbe di 4.597 morti per il caldo, 2.841 in Spagna, 1.477 in Germania, 1.444 in Francia, 1.147 nel Regno Unito, 1.064 in Romania, 808 in Grecia, 552 in Bulgaria e 268 in Croazia. Se guardiamo poi solo al nostro Paese: 1.156 morti stimate a Milano, 835 a Roma, 579 a Napoli e 230 a Torino. Numeri importanti anche nel resto d’Europa: 630 ad Atene, 409 a Parigi, 387 a Madrid, 360 a Bucarest, 315 a Londra e 140 a Berlino.
L’85% dei decessi riguarda persone di età pari o superiore a 65 anni
Lo studio sottolinea come siano soprattutto gli anziani le vittime più vulnerabili e numerose del caldo estremo, evidenziando una disparità preoccupante. Rapido invecchiamento della popolazione europea e aumento delle temperature sono un mix pericoloso. Le persone over 65 infatti rappresentano circa l’85% del totale dei decessi, con il 41% di età superiore agli 85 anni. Sono particolarmente in pericolo le persone con condizioni di salute preesistenti, come malattie cardiache e diabete.
A questo va aggiunti che la percentuale di over 80 in Europa aumenterà dall’attuale 6% circa al 15% entro il 2100. L’Europa si sta riscaldando a un ritmo senza precedenti. Fino a quando i combustibili fossili non saranno abbandonati in favore delle energie rinnovabili, le ondate di calore estive diventeranno sempre più estreme. Questo scenario, secondo gli scienziati, minaccia la salute e la vita degli anziani, e mette in grave difficoltà i sistemi sanitari già sotto pressione.
Città troppo calde, molto più delle campagne
Per affrontare il caldo estremo, secondo gli autori della ricerca, servono politiche mirate a rendere le città più resilienti. Poiché circa il 70% della popolazione europea vive già in aree urbane. La percentuale supererà l’80% entro il 2050. Quindi il problema è sempre più urgente: le città tendono a essere molto più calde delle zone di campagna, con temperature medie superiori di 4-6°C e picchi che arrivano fino a 10°C in più. Il fenomeno è noto come “effetto isola di calore urbana” ed è dovuto principalmente ad asfalti e cemento che assorbono il calore, oltre che dall’inquinamento generato da veicoli e consumo energetico.
Una della soluzioni – al di là della riconversione delle nostre economie a modelli energetici non inquinanti – è l’aumento delle aree verdi (parchi, giardini) e blu (fontane, specchi d’acqua). Queste aree più fresche offrirebbero un rifugio durante le ondate di calore, soprattutto alle fasce più deboli della popolazione, come le persone a basso reddito che spesso vivono in abitazioni più dense e meno adatte a sopportare le alte temperature.
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