Dalle ricette in famiglia alle prove di laboratorio, il brodo caldo si conferma un potente alleato contro raffreddore e influenza
I ricercatori della University of the West of Scotland hanno analizzato l’efficacia del brodo contro le infezioni respiratorie offrendo le basi scientifiche ad un vecchio rimedio della nonna. Lo studio, pubblicato sulla rivista Nutrients, ha preso in esame una mole importante di dati: 10.841 studi scientifici sono stati vagliati prima di selezionare i 4 più significativi, che hanno coinvolto complessivamente 342 partecipanti. I numeri parlano chiaro: chi consumava regolarmente brodo durante la malattia mostrava un miglioramento più rapido, con sintomi che si attenuavano fino a due giorni e mezzo prima rispetto a chi non lo assumeva. Ma c’è di più. Le analisi del sangue hanno rivelato una riduzione fino al 30% dei marcatori infiammatori, in particolare dell’IL-6 e del TNF-α, due sostanze prodotte dal sistema immunitario quando combatte un’infezione.
I tre pilastri dell’efficacia del brodo
Che si tratti del classico brodo di pollo, della zuppa d’orzo o di preparazioni asiatiche, i benefici si mantenevano costanti. La scienza ha identificato tre meccanismi fondamentali che spiegano perché una semplice tazza di brodo può fare la differenza quando siamo malati. Il primo è l’effetto termico. La temperatura ideale tra i 60 e i 70 gradi centigradi aiuta a fluidificare le secrezioni bronchiali, con un’efficacia paragonabile a quella di molti sciroppi mucolitici in commercio. Il secondo aspetto riguarda i composti bioattivi presenti nel brodo. Il brodo di pollo, in particolare, contiene carnosina, un aminoacido dalle proprietà antivirali, cisteina che è precursore del potente antiossidante glutatione, e una discreta quantità di vitamina D, fondamentale per modulare la risposta immunitaria. Non da ultimo, c’è l’effetto psicologico. La ricerca ha evidenziato che per il 68% dei partecipanti il brodo era associato a ricordi positivi dell’infanzia. Questo aspetto emotivo, secondo gli scienziati, potenzia la risposta terapeutica, creando un circolo virtuoso tra mente e corpo.
La ricetta scientificamente provata
Dopo aver testato numerose varianti, i ricercatori hanno identificato la composizione ottimale per un brodo davvero efficace. La ricetta vincente prevede l’uso di 500 grammi di ossa di pollo, che rilasciano prezioso collagene durante la cottura, due spicchi d’aglio ricchi di allicina dalle proprietà antivirali, un pezzo di zenzero per i suoi gingeroli antinfiammatori e tre foglie di cavolo nero, fonte di vitamina K e quercetina. La cottura lenta, che dovrebbe protrarsi per almeno sei-otto ore, si è rivelata cruciale. È questo il tempo necessario per estrarre completamente i nutrienti dalle ossa e dalle verdure. Le analisi di laboratorio hanno dimostrato che un brodo preparato seguendo questi accorgimenti contiene il 12% in più di minerali, il doppio degli aminoacidi essenziali e mostra una significativa attività antinfiammatoria nei test in vitro.
Quando il brodo non basta
Nonostante i risultati entusiasmanti, i ricercatori mettono in guardia contro un eccessivo affidamento a questo rimedio tradizionale. L’efficacia del brodo si dimostra limitata nei casi di febbre elevata, superiore ai 38,5 gradi, e non offre alcuna protezione contro le polmoniti di origine batterica. Inoltre, per le persone che soffrono di ipertensione, il consumo andrebbe moderato a causa dell’alto contenuto di sodio. “Consigliamo di considerare il brodo come un valido coadiuvante, mai come sostituto delle terapie mediche necessarie”, chiariscono i ricercatori. “Tuttavia, per i comuni raffreddori e sindromi influenzali lievi, rappresenta probabilmente uno dei rimedi più sottovalutati della medicina moderna”.
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