Dalle strade di Filadelfia a fenomeno globale: un viaggio tra leggende da sfatare e potere del marketing
Folle oceaniche che si accalcano davanti ai negozi all’alba, pronte a tutto pur di accaparrarsi televisori, smartphone e console di gioco a prezzi stracciati. È l’immagine del Black Friday, la febbre da shopping che negli Usa è per tradizione il giorno successivo al Thanksgiving e che dà il via alla stagione degli acquisti natalizi. Quest’anno in Italia l’appuntamento ufficiale è fissato per il 28 novembre, ma le promozioni sono partite già dal primo del mese, culminando nella Black Friday Week che si chiuderà con il Cyber Monday del primo dicembre. Come tutti i fenomeni sociali ed economici anche il Black Friday ha una storia che inizia sulle strade di Filadelfia, negli Stati Uniti. E non ha nulla a vedere con gli acquisti sfrenati.
Il falso mito dello schiavismo
Negli ultimi anni sui social network si è diffusa una narrazione secondo cui il Black Friday affonda le sue radici nel commercio degli schiavi. Secondo questa versione, il nome deriverebbe dal fatto che dopo il Ringraziamento i ricchi proprietari terrieri del Sud approfittavano di sconti speciali per acquistare nuovi schiavi in vista del duro lavoro invernale nelle piantagioni. Una storia diventata virale nel 2014 grazie anche all’intervento di personaggi famosi come la cantante Toni Braxton e il cestista JR Smith. Si tratta però di una leggenda metropolitana inventata di sana pianta, come hanno verificato i fact-checker di Snopes. Anche se è facile capire perché questa falsa narrativa abbia attecchito in un paese come gli Stati Uniti, ancora alle prese con le conseguenze storiche della Guerra civile.
Il Venerdì Nero dei poliziotti di Filadelfia
Le vere origini del Black Friday risalgono agli anni Cinquanta del Novecento, quando l’espressione cominciò a circolare per la prima volta. Inizialmente aveva un significato negativo. Gli imprenditori lamentavano che il venerdì dopo il Ringraziamento troppi dipendenti si davano malati per fare il ponte con il weekend. Un venerdì “nero” quindi, inteso come sfortunato, perché causava disagi alle aziende. Nello stesso periodo, gli agenti della città della Pennsylvania avevano iniziato a usare l’espressione Black Friday in tono esasperato per descrivere quel particolare venerdì dell’anno. Il giorno dopo il Ringraziamento, infatti, la città si trasformava in un inferno: strade congestionate, negozi invasi da clienti. Nel 1975 anche il New York Times si accorse del fenomeno, definendo il Black Friday come “il giorno più movimentato dell’anno per gli acquisti e il traffico” a Filadelfia.
Dal Big al Black Friday
Ma fu solo negli anni Ottanta che l’espressione si diffuse in tutti gli Stati Uniti. C’era però un problema: chiamare qualcosa Black Friday non è esattamente una mossa vincente dal punto di vista commerciale. Il termine evoca immagini negative, sfortuna, difficoltà. Non a caso, già negli anni Sessanta i commercianti avevano tentato di ribattezzare la giornata come Big Friday, ma il nuovo nome non aveva mai preso piede. La soluzione arrivò con un colpo di genio del marketing. Invece di cambiare nome, i pubblicitari raccontarono che il Black Friday si chiamava così perché era il giorno in cui finalmente i negozianti vedevano i loro bilanci tornare in positivo. Secondo questa versione, fino a quel momento dell’anno le perdite venivano annotate in rosso sui libri contabili. Mentre da quel venerdì in poi, grazie all’impennata delle vendite natalizie, si poteva finalmente scrivere in nero, il colore dell’inchiostro usato per i profitti.
Quando il mito diventa realtà
Tuttavia, anche quest’ultima si rivelò un’invenzione, eppure questa spiegazione è diventata talmente popolare che ancora oggi molti la considerano autentica. Sia come sia, a forza di raccontare che il Black Friday fosse il giorno più importante dell’anno per lo shopping, la profezia si è autoavverata. Per decenni i media hanno enfatizzato l’importanza di questa giornata. In realtà, fino al 2003 il Black Friday non era mai stato in cima alla classifica dei giorni con maggiori vendite negli Stati Uniti: quel primato spettava tradizionalmente ai giorni immediatamente precedenti al Natale. Solo successivamente è riuscito a conquistare il primo posto. Da quel momento in poi, alimentato dalla crescente presenza dell’e-commerce e dall’invenzione del Cyber Monday, il fenomeno è esploso, trasformandosi in quello che è oggi. Un evento globale che dura settimane e muove miliardi di euro in tutto il mondo.
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