Uno studio britannico rivela i pericoli nascosti delle bibite dolcificate, anche se ‘dietetiche’
Una ricerca presentata alla United European Gastroenterology Week riguarda milioni di consumatori in tutto il mondo. Una sola bevanda dolcificata al giorno, zuccherata o “dietetica”, parrebbe sufficiente ad aumentare il rischio di gravi malattie al fegato. Lo studio ha coinvolto oltre 123mila persone nel Regno Unito, monitorate per più di dieci anni. All’inizio della ricerca nessuno dei partecipanti presentava problemi epatici. Durante il periodo di osservazione, i ricercatori hanno tracciato con precisione le abitudini alimentari attraverso questionari ripetuti, concentrandosi sul consumo di bevande. I numeri emersi fanno riflettere: 1.178 persone hanno sviluppato la steatosi epatica metabolica (MASLD), mentre 108 sono decedute per cause legate al fegato.
La minaccia invisibile delle bevande light
Emerge, in particolare, che chi consuma regolarmente bevande zuccherate tradizionali ha un rischio superiore del 50% di sviluppare MASLD. Ma la vera sorpresa arriva dalle bevande light, considerate un’alternativa salutare. Queste ultime, infatti, aumentano il rischio addirittura del 60%. Non solo: le bevande light presentano anche una maggiore probabilità di mortalità correlata a problemi epatici. La MASLD, nota come steatosi epatica non alcolica, rappresenta una delle emergenze sanitarie globali più sottovalutate. Si manifesta quando il grasso si accumula progressivamente nel fegato, innescando un processo che può portare a infiammazione, dolore addominale, stanchezza cronica e perdita di appetito. La condizione favorisce anche lo sviluppo di malattie cardiovascolari, diabete di tipo 2 e disturbi renali.
Perché le bevande light non sono la soluzione
Lihe Liu, tra gli autori della ricerca, ha sottolineato come questi risultati sfidino le convinzioni comuni: “Le bevande zuccherate sono sotto osservazione da tempo, mentre le alternative dietetiche vengono spesso percepite come scelta più salutare. In realtà entrambe sono largamente consumate e i loro effetti sulla salute del fegato non erano stati compresi a fondo”. Il dato più sconcertante riguarda proprio le bevande light, che mostrano un rischio persino superiore rispetto alle versioni tradizionali. Le bevande zuccherate provocano rapidi picchi di glicemia e insulina nel sangue, favoriscono l’aumento di peso e innalzano i livelli di acido urico. Tutti questi fattori contribuiscono all’accumulo di grasso nel fegato. Le bevande light, d’altra parte, agiscono in modo più subdolo. Alterano il microbioma intestinale, interferiscono con i segnali di sazietà, stimolano il desiderio di cibi dolci e possono persino attivare la produzione di insulina, creando uno squilibrio metabolico.
L’acqua come unica vera alternativa
La quantità necessaria per incorrere in questi rischi è bassa. Lo studio ha dimostrato che superare i 250 grammi al giorno, equivalente a circa una lattina, è sufficiente per esporre il fegato a un pericolo significativo. Non si tratta quindi di eccessi, ma di consumi che molti considererebbero moderati o perfino occasionali. I ricercatori hanno anche verificato l’efficacia delle strategie preventive. Sostituire le bevande light con acqua ha ridotto il rischio di sviluppare MASLD del 15,2%, mentre la sostituzione delle bibite zuccherate ha prodotto una riduzione del 12,8%. Al contrario, passare da un tipo all’altro di bevanda dolcificata non ha prodotto alcun beneficio misurabile. Liu ha ribadito con forza: “L’acqua rimane la scelta migliore perché elimina il carico metabolico e previene l’accumulo di grasso nel fegato, garantendo al contempo la corretta idratazione dell’organismo”.
Ripensare le abitudini quotidiane
La ricerca non si limita a mettere in discussione le bevande dolcificate, ma l’intera filiera alimentare costruita intorno ai prodotti “light” o “zero zuccheri”, presentati per decenni come opzione salutare per chi vuole ridurre l’apporto calorico. Gli studiosi intendono ora approfondire le cause attraverso ricerche randomizzate e genetiche a lungo termine, concentrandosi sull’interazione tra zuccheri, dolcificanti artificiali, microbioma intestinale e salute epatica. Nel frattempo, le raccomandazioni sono sempre le stesse. Limitare drasticamente il consumo di qualsiasi bevanda dolcificata, mantenere un peso corporeo nella norma, praticare attività fisica regolare e seguire una dieta equilibrata rappresentano strategie concrete per proteggere il fegato e la salute generale.
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