Approvati dalla Conferenza Stato-Regioni due decreti interministeriali, uno sulla certificazione delle competenza acquisite attraverso il volontariato, l’altro sulle linee guida per gli standard formativi degli assistenti familiari che supportano persone anziane non autosufficienti.
Agli inizi di maggio la viceministra al lavoro con delega al terzo settore, Maria Teresa Bellucci, lo aveva annunciato. Era imminente la pubblicazione del decreto che attuava quanto previsto dalla riforma del 2017 in merito alla certificazione delle competenze acquisite con il volontariato. Ora c’è un passo in più in avanti, perché la Conferenza Stato-Regioni ha approvato due importanti decreti interministeriali. “Due provvedimenti di grande rilievo sociale – come li ha definiti la viceministra -, che segnano un passo avanti concreto per il riconoscimento del valore del volontariato e per la qualificazione della cura alle persone anziane non autosufficienti”.
Bellucci: ‘Le competenze del volontariato saranno certificate’
Nell’esprimere la sua soddisfazione per quanto avvenuto, il vice ministro del Lavoro Bellucci ha spiegato in una nota che si tratta di “un decreto sulla certificazione delle competenze acquisite attraverso l’attività di volontariato”. E ha sottolineato: “Dopo otto anni di lunga attesa, grazie alla determinazione del Governo, finalmente trova piena attuazione. Andiamo così a promuovere il volontariato, soprattutto tra i giovani, come esperienza che contribuisce alla formazione e alla crescita umana, civile e culturale della persona e della nazione tutta”.
Questo, dunque, è il fulcro di tutto. Con l’approvazione del decreto significa che, se una persona dedica del tempo a fare volontariato (ad esempio, aiutando in una mensa per i poveri, organizzando eventi culturali, o prestando soccorso), le abilità e le conoscenze che ha sviluppato durante questa esperienza (come la capacità di lavorare in squadra, di gestire progetti, di comunicare efficacemente, di problem solving) potranno essere riconosciute e certificate. Non saranno solo esperienze personali, ma qualcosa di “spendibile”, magari anche a livello professionale o formativo.
Arrivano le linee guida per la formazione degli assistenti familiari
Il secondo decreto approvato ha invece stabilito dei criteri specifici per la formazione di quelle persone che lavorano come assistenti per gli anziani che non sono più autosufficienti. Riguarda, ha spiegato Bellucci, “le linee guida per la definizione degli standard formativi degli assistenti familiari impegnati nelle attività di supporto e assistenza alle persone anziane non autosufficienti. Una riforma che, grazie a questo decreto, si dota ora di uno strumento operativo essenziale per garantire qualità, competenza e uniformità nei percorsi formativi del personale addetto all’assistenza e alla cura”.
Si tratta di “linee guida”, dunque. Questo vuol dire che il decreto non è una lista di regole rigidissime, ma piuttosto un insieme di indicazioni e principi su come deve essere organizzata la formazione. L’obiettivo è stabilire degli “standard formativi”, cioè dei livelli minimi e comuni di preparazione che tutti gli assistenti familiari devono raggiungere. La specificazione “impegnati nelle attività di supporto e assistenza alle persone anziane non autosufficienti” ribadisce il target di questo decreto: non tutti gli assistenti familiari in generale, ma solo quelli che lavorano con gli anziani fragili.
Questi due provvedimenti, secondo Maria Teresa Bellucci, riconoscono il valore del volontariato e qualificano i servizi di assistenza. Sono, ha concluso, “risultati concreti che rispondono a bisogni reali e che testimoniano una visione sociale fondata su sussidiarietà, prossimità e dignità della persona”.
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