Il fenomeno delle overdose tra gli over 50 registra un preoccupante aumento in Australia e in Europa, con i decessi triplicati nella fascia 50-59 anni. Un problema sottovalutato che coinvolge farmaci da prescrizione e sostanze illecite.
Overdose: il rovesciamento della curva demografica
Quando si parla di overdose da stupefacenti, l’immaginario collettivo rimanda inevitabilmente a giovani tossicodipendenti. I dati del Rapporto annuale sulle overdose in Australia, pubblicato di recente, ribaltano questa percezione comune. Dal 2001, i decessi per overdose involontaria sono diminuiti di circa un terzo tra le persone under 30, mentre nella fascia 50-59 anni sono triplicati. Tra i 60-69 anni, i decessi sono quasi raddoppiati.
L’età media delle morti involontarie causate da farmaci è aumentata negli ultimi vent’anni per quasi tutti i tipi di sostanze. Il numero di decessi per overdose segnalati tra le persone di età compresa tra 50 e 64 anni è aumentato del 69% tra il 2012 e il 2021, secondo i dati europei.
Un cambiamento demografico nelle vittime di overdose che rappresenta un’emergenza sanitaria spesso ignorata dalle politiche pubbliche e dai media, concentrati principalmente sui rischi giovanili.
Oppioidi e farmaci, un cocktail mortale per gli over 50
Gli oppioidi rimangono la principale causa di decessi accidentali in Australia. Tra il 2019 e il 2023, circa un terzo di tutti i decessi per eroina ha coinvolto persone tra 40 e 49 anni, con 704 vittime. La fascia 50-59 anni ha registrato 451 decessi, rappresentando un quinto del totale. Ma è sui farmaci antidolorifici che emerge il dato più allarmante. Oltre un terzo (38%) di questi decessi ha riguardato persone di età pari o superiore ai 50 anni.
La situazione si presenta particolarmente critica per gli oppioidi farmaceutici, dove 619 decessi hanno colpito la fascia 40-49 anni (28%), seguiti da 508 decessi tra i 50-59enni (23%) e 330 tra gli over 60 (15%). Numeri che evidenziano come il problema delle overdose si stia spostando verso fasce d’età mature, spesso trascurate dalle campagne di prevenzione.
Le vulnerabilità specifiche dell’età anziana
Le persone anziane presentano fattori di rischio peculiari che aumentano la probabilità di overdose accidentale. Con l’avanzare dell’età, tendono ad avere più problemi di salute e assumere maggiori quantità di farmaci prescritti, alcuni dei quali possono interagire in modo pericoloso con altre sostanze.
Gli oppioidi risultano particolarmente insidiosi poiché rallentano il battito cardiaco e la respirazione. Quando combinati con alcol o sonniferi, che producono effetti simili, possono condurre rapidamente a overdose involontarie.
Il metabolismo degli anziani elabora i farmaci diversamente rispetto ai giovani. Una funzionalità epatica e renale rallentata comporta l’accumulo di sostanze fino a livelli tossici, anche con dosi precedentemente tollerate senza effetti collaterali. La mancanza di revisioni regolari dei farmaci e dosaggi con il medico aggrava ulteriormente questa situazione.
Mentre i media e la politica dedicano ampia attenzione alla prevenzione dei danni da droga tra i giovani, i rischi specifici per gli anziani vengono raramente discussi. Lo stigma che colpisce gli anziani consumatori di sostanze illecite o farmaci non prescritti impedisce loro di chiedere aiuto.
La teoria della “coorte che invecchia”
Un altro elemento chiave è rappresentato dalla “teoria della coorte di invecchiamento”. I decessi correlati alle droghe colpiscono spesso le stesse persone che erano a rischio decenni fa. Individui che hanno iniziato a consumare stupefacenti da giovani negli Anni ’80 e ’90, oggi giunti alla mezza età. In Australia, come nel Regno Unito, i tassi di mortalità più elevati si concentrano tra i 40 e i 49 anni, mentre diminuiscono nei gruppi più giovani.
L’età media delle persone che fanno uso di droghe per via endovenosa è salita in Australia da circa 28 anni a oltre 43, mentre l’età media della prima iniezione è passata dalla tarda adolescenza (18-20 anni) alla fine dei 20 o inizio 30. Questi dati supportano l’ipotesi che i decessi coinvolgano una popolazione più anziana piuttosto che nuove generazioni che iniziano a consumare droghe iniettive. Con l’invecchiamento, questo gruppo sviluppa anche ulteriori problemi di salute e assume farmaci che incrementano il rischio di overdose.
In Europa, la situazione presenta caratteristiche simili. Stimare la mortalità attribuibile al consumo di droghe è fondamentale per comprendere l’impatto di questo fenomeno sulla salute pubblica e valutarne l’evoluzione nel tempo, sottolineano le autorità sanitarie europee.
Trattamenti efficaci esistono ma servono politiche mirate
La notizia positiva è che esistono trattamenti comprovati per le persone che hanno sviluppato problemi con gli oppioidi.
I cosiddetti “trattamenti agonisti degli oppioidi”, come metadone e buprenorfina, si sono dimostrati efficaci nell’aiutare le persone a interrompere o ridurre l’uso di oppioidi, migliorando significativamente la loro salute generale.
Tuttavia, questi interventi terapeutici necessitano di essere integrati in politiche sanitarie specificamente calibrate sulle esigenze degli anziani. La formazione del personale medico sulla problematica delle dipendenze in età avanzata, programmi di screening mirati e protocolli di revisione farmacologica rappresentano strumenti indispensabili per invertire questa tendenza.
Il silenzio che circonda questo fenomeno va spezzato anche attraverso campagne informative dedicate e servizi di supporto accessibili a una popolazione spesso invisibile alle statistiche ufficiali.
© Riproduzione riservata