Sono i premi più strani e divertenti destinati alle ricerche scientifiche e agli studi dei comportamenti sociali. Una versione ironica dei più blasonati Premi Nobel. Lo scopo qui non è mettere in ridicolo la scienza, bensì trovare dei risultati scientifici che facciano prima ridere e poi pensare.
«I buoni risultati possono anche essere strani, divertenti e persino assurdi. Lo stesso vale per i cattivi risultati. Gran parte della buona scienza viene attaccata a causa della sua assurdità. Gran parte della cattiva scienza viene venerata nonostante la sua assurdità». È quanto affermano gli organizzatori della rivista scientifico-satirica Annals of Improbable Research. Ogni anno da 33 stagioni, attorno a metà settembre, poco prima dell’assegnazione dei premi Nobel a Stoccolma, avviene quella dei premi Ig Nobel (che andrebbe letto senza spazi tra le due paroline). Tutti pensano si tratti di una presa in giro, anche se le premiazioni si tengono presso il Sanders Theatre della Harvard University di Cambridge, nel Massachusetts, il più antico ateneo degli Stati Uniti. E molte attribuzioni fanno concordare con questa idea.
Le precedenti edizioni degli Ig Nobel
A cominciare da quelle del passato. Conferite a chi ha cercato di quantificare la relazione tra la disuguaglianza del reddito nazionale dei diversi Paesi e la quantità media di baci bocca a bocca. Ma anche a chi ha elaborato la formula matematica secondo cui si aggrovigliano da soli i cavi, i fili elettrici e gli spaghi. Allo scopritore che le pulci dei cani saltano più in alto di quelle dei gatti. Oppure a chi ha scoperto perché le libellule sono fatalmente attratte dalle lapidi nere e a chi ha calcolato l’equilibrio delle forze che modellano e muovono i capelli in una coda di cavallo umana. E via elencando una marea di studi scientifici o presunti tali commissionati da enti pubblici e privati a studiosi che sarebbe stato meglio avessero passato le ore nella posizione del loto a intonare mantra.
La 33esima edizione
Vi proponiamo i vincitori di quest’anno nelle dieci categorie scelte. Come d’abitudine sono stati presentati alla cerimonia di assegnazione da scienziati veramente premiati con il Nobel. En passant va detto che c’è stato persino un vincitore dell’Ig Nobel che ha poi ottenuto anche il riconoscimento svedese. Andrej Gejm dell’università olandese di Nijmegen ricevette il primo nel 2000 insieme a sir Michael Berry per aver utilizzato magneti per far levitare una rana. Dieci anni dopo vinse il Nobel per le sue ricerche sul grafene, un materiale dalle molteplici proprietà ancora in buona parte da esplorare.
In Rete si può ammirare sorridendo un vero e proprio show televisivo dedicato all’evento. È condotto dal promotore del premio Marc Abrahams in una buffa mise e con la partecipazione dei premiati, di autentici Nobel che li supportano perplessi, di musica e di battute a ripetizione, di affermazioni brillanti e scherzose, non di rado da prendere seriamente.
Geologi che leccano pietre e ragni morti bionici
Il primo riconoscimento è andato a Jan Zalasiewicz. Lo ha ricevuto “per aver spiegato perché a molti scienziati piace leccare le rocce”, un metodo antico per valutare la presenza di fossili. Per la letteratura premiati alcuni studiosi che hanno studiato il jamais vu (contrapposto al dejà vu, al ricordo del già ascoltato o visto) cui induce la ripetizione all’infinito di una singola parola. Il premio ingegneria meccanica è andato a studiosi di necrorobotica che utilizzano ragni morti rianimati come strumenti di presa per la meccanica di precisione. Quello per la comunicazione invece a chi si è occupato delle attività mentali di persone esperte nel parlare al contrario. I vincitori hanno tenuto il loro discorso di accettazione al contrario. La loro patrocinatrice Esther Duflo, premio Nobel 2019 per l’economia, ha suggerito a tutti i ricercatori di concentrarsi su questa pratica piuttosto diffusa Oltralpe.
Peli nelle narici e attività sessuale delle acciughe
E ancora. Il premio medicina è andato a otto scienziati di USA, Canada, Macedonia, Iran, Vietnam “per aver utilizzato i cadaveri per esplorare se esiste un numero uguale di peli in ciascuna delle due narici di una persona”. Secondo lo studio si è riscontrato che la narice sinistra contiene in media 120 peli, rispetto ai 112 della destra. Quello nutrizione ai giapponesi Homei Miyashita e Hiromi Nakamura che hanno studiato come le bacchette e le cannucce elettrificate potrebbero cambiare il gusto del cibo. A team internazionali assegnati il premio istruzione per aver studiato come la noia generi noia tra insegnanti e studenti e il premio fisica per aver misurato come l’attività sessuale delle acciughe contribuisce a miscelare l’acqua dell’oceano. Infine americano il premio psicologia “per esperimenti condotti in una strada cittadina per vedere quanti passanti si fermano a guardare in alto quando vedono degli estranei che guardano in alto”.
Nessun premio Ig Nobel per l’Italia, ma non è grave
Il più utile del lotto? L’invenzione “futuristica” di Seung-min Park, la Stanford (dal nome della prestigiosa università dove insegna) Toilet, un gabinetto pubblico che monitora e analizza rapidamente urine e feci di chi lo utilizza, che ha ottenuto il premio salute. Nessun italiano premiato, contrariamente allo scorso anno quando i professori Alessandro Pluchino, Alessio Emanuele Biondo e Andrea Rapisarda, del Dipartimento di Fisica all’Università di Catania, vinsero il Premio Economia per aver spiegato matematicamente come il successo arrida molto più spesso alle persone fortunate che non a quelle talentuose. E Sergio Lo Iacono ottenne – insieme a vari altri di diverse nazionalità – quello per la Pace, realizzando “un algoritmo per aiutare i pettegoli a decidere quando dire la verità e quando mentire”.
A ciascuno “ben” 10 trilioni di dollari di premio, ma di quelli dello Zimbabwe, che, vista l’enorme inflazione del Paese africano, corrispondevano – in un’unica banconota ora non più in circolazione – a una manciata dei nostri spiccioli.
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