
Leggere e rileggere i classici: “Il nome della rosa” di Umberto Eco
Perché leggere e rileggere i classici: incontri con Enrico Valenzi
I classici letterari sono libri che leggiamo una volta in un periodo della nostra vita e poi continuiamo a ricordarli e a immaginarli ancora nel tempo. Fino a che non sentiamo il desiderio, perfino l’urgenza, di doverli rileggere. Ma perché vogliamo rileggere una storia che sappiamo già come va a finire? Perché le parole che leggiamo in questi libri hanno ogni volta bellezza e valore rinnovati.
In questi incontri cercheremo di riconoscere per ogni classico affrontato le proprietà letterarie che lo rendono tale. Di ogni opera scorreremo la prima pagina per sentire in che modo un classico si presenta subito al cuore e alla mente di chi legge. E vedremo insieme le scene indimenticabili di quei libri per coglierne la musica e carpire i segreti dell’arte letteraria.
Perché leggere e rileggere “Il nome della rosa” di Umberto Eco
Questo classico della letteratura del 1980 è nato classico prima ancora della sua uscita in libreria. È classico l’espediente del manoscritto ritrovato; classica la lingua del romanzo infarcita di erudizione latina e classico il titolo perché quella “rosa” è anche una figura simbolica e, lo ricorda Eco, è già presente in continui rimandi letterari come “una rosa è una è una rosa o rosa fresca aulentissima”. Tutti i lettori di questo romanzo in Italia e nel mondo intero si ritrovarono in un’abbazia del Trecento a seguire la vita di monaci che tra una funzione religiosa e l’altra parlavano di cose non sempre religiose. E per dirla con le parole del regista Marco Ferreri: “I dialoghi de Il nome della rosa sono cinematografici perché durano il tempo giusto”. E Umberto Eco rispondeva con la solita ironia ben presente nel romanzo: “Per forza sono cinematografici, quando due dei miei personaggi parlavano andando dal refettorio al chiostro, io scrivevo con la pianta sott’occhio, e quando erano arrivati al chiostro smettevano di parlare”. Insomma, un romanzo scritto da un medievalista che però ha composto da narratore puro una storia destinata a un pubblico molto più ampio di quello ristretto degli addetti ai lavori.
Conduce: Valerio Urru
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Relatore
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Enrico Valenzi
Fondatore e direttore della scuola di scrittura Omero, la prima scuola di scrittura creativa in Italia dal 1988. Tra i docenti la scuola Omero ha avuto Vincenzo Cerami, Sandro Veronesi, Giancarlo De Cataldo, Lidia Ravera, Francesco Piccolo, ecc. Il nostro allievo più famoso è Gianrico Carofiglio. Enrico Valenzi ha contribuito a introdurre in Italia l’insegnamento della scrittura creativa e ha lavorato con moltissimi scrittori e studiosi, italiani e stranieri. Insegna le tecniche della narrativa presso scuole medie, licei, università. Ha condotto corsi di autobiografia per alcolisti (col finanziamento del Policlinico Umberto I di Roma) e corsi di autobiografia per anziani in collaborazione con i Centri anziani del Primo Municipio di Roma. È fondatore della rivista e della casa editrice “Omero”.