
Leggere e rileggere i classici: “Il deserto dei Tartari” di Dino Buzzati
Perché leggere e rileggere i classici: incontri con Enrico Valenzi
I classici letterari sono libri che leggiamo una volta in un periodo della nostra vita e poi continuiamo a ricordarli e a immaginarli ancora nel tempo. Fino a che non sentiamo il desiderio, perfino l’urgenza, di doverli rileggere. Ma perché vogliamo rileggere una storia che sappiamo già come va a finire? Perché le parole che leggiamo in questi libri hanno ogni volta bellezza e valore rinnovati.
In questi incontri cercheremo di riconoscere per ogni classico affrontato le proprietà letterarie che lo rendono tale. Di ogni opera scorreremo la prima pagina per sentire in che modo un classico si presenta subito al cuore e alla mente di chi legge. E vedremo insieme le scene indimenticabili di quei libri per coglierne la musica e carpire i segreti dell’arte letteraria.
Perché leggere e rileggere “Il deserto dei Tartari” di Dino Buzzati
Questo romanzo del 1940 è stato inserito dal quotidiano francese Le Monde nei cento libri di narrativa più importanti del ventesimo secolo in ventinovesima posizione, subito dopo l’Ulisse di James Joyce e quattro posti prima di Cent’anni di solitudine. Forse potrà sembrare un pochino esagerato, ma questa è senza dubbio una delle opere più potenti e importanti della nostra letteratura. E il tema dell’attesa, dello scorrere del tempo e del senso della vita, diventa nel romanzo una specie di grande metafora del temere, ma anche dell’aspettare quella novità esistenziale che ci faccia capire chi siamo, in fondo, veramente… Il deserto dei Tartari e poi Aspettando Godot di Becket sono diventate per antonomasia le storie di un’attesa infinita. Inutile? Deludente? Grottesca? Difficile dirlo, ma è certo che l’attesa stessa diventa il senso ultimo della narrativa che scorre nel tempo e che aspetta il finale e l’ultima scena per rivelare niente meno che il destino che aspetta ognuno di noi.
Conduce: Valerio Urru
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Relatore
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Enrico Valenzi
Fondatore e direttore della scuola di scrittura Omero, la prima scuola di scrittura creativa in Italia dal 1988. Tra i docenti la scuola Omero ha avuto Vincenzo Cerami, Sandro Veronesi, Giancarlo De Cataldo, Lidia Ravera, Francesco Piccolo, ecc. Il nostro allievo più famoso è Gianrico Carofiglio. Enrico Valenzi ha contribuito a introdurre in Italia l’insegnamento della scrittura creativa e ha lavorato con moltissimi scrittori e studiosi, italiani e stranieri. Insegna le tecniche della narrativa presso scuole medie, licei, università. Ha condotto corsi di autobiografia per alcolisti (col finanziamento del Policlinico Umberto I di Roma) e corsi di autobiografia per anziani in collaborazione con i Centri anziani del Primo Municipio di Roma. È fondatore della rivista e della casa editrice “Omero”.