Leggere e rileggere i classici: “Gente di Dublino” di James Joyce

Perché leggere e rileggere i classici: incontri con Enrico Valenzi

I classici letterari sono libri che leggiamo una volta in un periodo della nostra vita e poi continuiamo a ricordarli e a immaginarli ancora nel tempo. Fino a che non sentiamo il desiderio, perfino l’urgenza, di doverli rileggere. Ma perché vogliamo rileggere una storia che sappiamo già come va a finire? Perché le parole che leggiamo in questi libri hanno ogni volta bellezza e valore rinnovati.

In questi incontri cercheremo di riconoscere per ogni classico affrontato le proprietà letterarie che lo rendono tale. Di ogni opera scorreremo la prima pagina per sentire in che modo un classico si presenta subito al cuore e alla mente di chi legge. E vedremo insieme le scene indimenticabili di quei libri per coglierne la musica e carpire i segreti dell’arte letteraria.

Perché leggere e rileggere “Gente di Dublino” di James Joyce

Leggere e rileggere i classici significa trovare capolavori della narrativa sparsi in tanti generi letterari diversi che di volta in volta appartengono al romanzo storico, al realismo magico, alle vicende contemporanee, al giallo classico, all’horror, ecc. Ma la forma racconto? Esistono classici letterari fatti di storie brevi? Certo. Anche se da quando Alice Munro nel 2013 ha vinto il Nobel per la letteratura la forma racconto è quasi caduta in disuso. E allora leggere e rileggere un’opera come Gente di Dublino di James Joyce non ha solo il valore della riscoperta di un classico di più di un secolo fa, ma anche quello del riconoscimento assoluto della forza esplosiva che può avere una raccolta di racconti. Una raccolta che in 12 brevi storie con lucidissime epifanie e uno stile affilato, come scriveva Joyce, “smaschera l’anima paralizzata di una città”. Ma la Dublino di Joyce ancora oggi diventa magicamente il manifesto per ogni luogo del mondo in cui la vita ristagna e dalla quale non si riesce a trovare una via di fuga. 

Conduce: Valerio Urru