L’app 1.1.2 Sordi, presentata in Valle d’Aosta, garantisce l’accesso al numero unico di emergenza 112 alla comunità sorda. Grazie a chat, geolocalizzazione e un protocollo specifico, il sistema permette soccorsi tempestivi e sicuri, segnando un passo fondamentale per l’inclusione e la sicurezza.
Un “aiuto” accessibile a tutti
Un diritto fondamentale, quello alla sicurezza e alla richiesta di soccorso, diventa finalmente universale. Chiamare aiuto in una situazione di pericolo non è più un’azione preclusa alle persone sorde.
Grazie alla tecnologia e a una visione inclusiva delle istituzioni, l’applicazione “1.1.2 Sordi” abbatte una delle barriere più significative e pericolose, rendendo il Numero Unico di Emergenza (NUE) 112 pienamente accessibile. L’iniziativa, già operativa a livello nazionale, è stata recentemente al centro di “Partecipo! Accedo e comunico”, un importante seminario in Valle d’Aosta, a Pollein, dove sono stati illustrati i dettagli e le potenzialità di questo strumento vitale.
Come funziona l’App “1.1.2 Sordi”
Ma come funziona, nel concreto, questo servizio che può salvare la vita? Il suo funzionamento è stato progettato per essere tanto semplice quanto efficace, bypassando ogni intermediario che potrebbe rallentare la catena dei soccorsi.
Tutto inizia con una registrazione gratuita sul portale dedicato, 112sordi.it. Durante questa fase, l’utente fornisce i propri dati, una procedura che permette di creare un’anagrafica digitale. Grazie a questa, nel momento del bisogno, gli operatori della Centrale Unica di Risposta (CUR) sapranno immediatamente che la richiesta di aiuto proviene da una persona sorda, attivando subito il protocollo dedicato e risparmiando minuti che possono fare la differenza.
In caso di emergenza, quindi, l’utente non deve fare altro che comporre il numero verde specifico, senza la necessità di parlare. Il sistema riconosce in automatico l’utenza e allerta l’operatore della CUR, che dà immediatamente il via a una comunicazione alternativa a quella vocale. Si instaura così un dialogo diretto tramite una chat di testo, simile a un SMS, con cui l’utente può specificare la natura dell’emergenza (un malore, un incendio, un furto).
In parallelo, l’applicazione sfrutta il GPS dello smartphone per geolocalizzare con precisione la posizione della persona. Questo è un elemento cruciale, soprattutto se chi chiama non sa o non può descrivere dove si trova. Questo approccio multicanale, che unisce chat e dati di posizione, garantisce all’operatore tutte le informazioni necessarie per allertare il soccorso più adeguato – che sia l’ambulanza, i Vigili del Fuoco o le Forze dell’Ordine – e inviarlo nel più breve tempo possibile.
L’app 112 e l’impegno della Valle d’Aosta
L’evento valdostano si inserisce in un quadro più ampio di attenzione alle esigenze specifiche dei cittadini. Il seminario di Pollein fa infatti parte del progetto regionale “Partecipo! Accedo e comunico“, un’iniziativa che mira a promuovere l’inclusione sociale delle persone sorde e con ipoacusia. Questo progetto, supportato da un investimento di oltre 237 mila euro, è il frutto di una co-progettazione tra l’amministrazione regionale, l’Ente Nazionale Sordi (ENS), la Fondazione Istituto dei sordi di Torino e la cooperativa C’era l’Acca.
L’assessore alle Politiche Sociali della Valle d’Aosta, Carlo Marzi, ha sottolineato come una delle priorità dell’amministrazione sia proprio quella di colmare la distanza tra il mondo della Protezione Civile e, più in generale, dell’emergenza, e le persone con necessità particolari. Ha evidenziato che l’obiettivo è trasformare quelle che potevano essere attività episodiche in una pratica strutturata del sistema. L’assessore ha ribadito l’importanza di mettere la persona al centro, lavorando per abbattere ogni barriera specifica che impedisce una vita piena, a cominciare proprio dal rapporto con i servizi di emergenza. Si tratta di garantire a tutti il diritto alla sicurezza e all’assistenza.
Un progetto nazionale per un diritto universale
Questo strumento, tuttavia, non è un’iniziativa isolata o puramente locale. La sua operatività su tutto il territorio italiano è il risultato di un importante Protocollo d’intesa siglato già nel luglio del 2021 tra l’Ente Nazionale Sordi e il Ministero dell’Interno. Questo accordo ha messo a sistema una soluzione tecnologica sviluppata con il supporto tecnico-operativo della Regione Piemonte, creando un modello unico a livello nazionale. Le Centrali Uniche di Risposta piemontesi, infatti, fungono da punto di accesso nazionale per il servizio, gestendo la localizzazione e lo smistamento delle chiamate verso le centrali operative competenti su tutto il territorio.
L’impegno per l’accessibilità non si ferma alla sola emergenza. Durante il seminario è stata presentata anche la piattaforma Comunic@ENS, un servizio pensato per agevolare il dialogo quotidiano tra i cittadini sordi e le istituzioni. Tramite questa piattaforma – evoluzione di un sistema nato nel 2004 – è possibile effettuare videochiamate in Lingua dei Segni Italiana (LIS) e usufruire di un servizio di interpretariato a distanza, abbattendo le barriere nella comunicazione di tutti i giorni, dal colloquio con un medico alla gestione di una pratica amministrativa.
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