Il Senior Environment Corps raccoglie campioni d’acqua e filtra microplastiche al microscopio. Un modello di anzianità attiva che combina tutela ambientale e nuova dimensione sociale dopo il pensionamento.
La battaglia ambientale degli over 60
Nella periferia di Philadelphia, lungo il fiume Wissahickon, un gruppo di senior si muove con passo deciso tra le acque dei torrenti. Non sono escursionisti, né pescatori. Sono volontari del Senior Environment Corps e la loro missione è precisa: raccogliere campioni d’acqua per individuare le microplastiche che inquinano i corsi d’acqua della zona.
Bob Meyer, 71 anni, ex professore di biologia al Chestnut Hill College, si trova davanti a un microscopio. Filtra l’acqua raccolta e setaccia ogni goccia alla ricerca di frammenti invisibili. In poche ore, lui e il collega David Schogel, 85 anni, contano oltre quaranta pezzi di microplastiche da appena qualche cucchiaino d’acqua. La sorpresa è dietro l’angolo. L’ acqua del rubinetto del laboratorio contiene 413 particelle per litro, un dato superiore a otto su dieci campioni di acqua imbottigliata analizzati.
Il progetto nasce per valutare l’impatto dell’impianto di depurazione di Ambler sul torrente Wissahickon. I campioni vengono prelevati a monte e a valle dell’impianto, ma ciò che emerge supera le aspettative iniziali. Le microplastiche sono ovunque: fibre sottili, frammenti frastagliati e piccole sfere chiamate “nurdles” popolano le acque che scorrono vicino alle case, ai parchi, alle scuole. E se è vero che la scienza sta ancora studiando l’impatto di queste particelle sulla salute umana, la loro presenza diffusa rappresenta già un campanello d’allarme.
Senior Environment Corps: molto più di un semplice gruppo di volontari
Il Senior Environment Corps non nasce oggi, ma affonda le radici in oltre tre decenni di attività. Fred Lewis, 97 anni, è tra i fondatori. Consulente aziendale in pensione, ricorda quando la plastica rappresentava una novità affascinante: “Eravamo tutti alla ricerca di modi per utilizzarla. Era qualcosa di talmente nuovo che cercavamo suggerimenti su come trarne vantaggio. Ora si tratta di capire come porvi fine.” L’organizzazione si riunisce mensilmente al Center in the Park, un centro per anziani nel quartiere di Germantown, e i suoi volontari operano su più fronti. Alcuni entrano nei torrenti per raccogliere campioni, altri lavorano nei laboratori per analizzarli al microscopio. C’è chi insegna ai bambini a identificare le creature acquatiche e chi conduce ricerche scientifiche.
Il gruppo conta oltre una dozzina di membri attivi e accoglie chiunque voglia dare una mano, senza distinzioni di competenze o background.
Eleanor Lundy-Wade, 74 anni, ex ispettrice sanitaria, pensava che la sua attività principale al centro sarebbe stata giocare a Scarabeo. Invece si è trovata coinvolta in un progetto ambientale che le ha dato un senso rinnovato. Drew Brown, 71 anni, ha lavorato per il Philadelphia Water Department e oggi vede nel monitoraggio dei torrenti un sistema di allerta precoce per la città. Controllare l’acqua a monte può fornire segnali tempestivi agli enti che gestiscono l’acqua potabile, permettendo di intervenire prima che gli inquinanti raggiungano i rubinetti. “Anche se siamo in pensione e non veniamo pagati per farlo, possiamo ancora essere utili,” sottolinea Brown. Una convinzione che attraversa tutto il gruppo: l’età non è un limite, ma un’opportunità.
Anzianità attiva: un modello che vale per tutti
Il fenomeno non è isolato. In Italia, secondo le rilevazioni Istat, oltre il 4% degli ultra sessantacinquenni partecipa con continuità ad associazioni di volontariato. Tra i 60 e i 65 anni, la percentuale sale al 6%. Il 36,8% dei volontari italiani ha superato i 60 anni, un dato in crescita rispetto al 30,4% del 1995. Le donne anziane sono particolarmente rappresentate, con il 38,4% contro il 35,6% degli uomini. La motivazione principale, per il 28% degli over 65, è religiosa: il volontariato viene vissuto come una scelta di fede. Ma un quarto dei volontari anziani lo considera un modo per dare senso alla propria esistenza. L’impegno si concentra soprattutto nell’assistenza ad altri anziani (38,7% dei casi) e ai malati (20,4%), ma non mancano progetti ambientali, culturali e intergenerazionali.
Bob Meyer ha spiegato che ha scelto di dedicare il suo tempo al Senior Environment Corps perché il terribile richiamo della pensione è quello di non fare nulla. Ha sottolineato che questo non va bene perché si finisce per vegetare a casa, guardando la TV di giorno, cosa che lui non vuole fare.
Per lui, il volontariato ambientale offre una risposta a questo rischio, permettendo di restare attivi, coltivare relazioni e sentirsi parte di una comunità. C’è meno depressione, stress, dolore e disagio psicologico. In generale, compensare i ruoli perduti con il pensionamento, sviluppare la curiosità e coltivare valori sociali permette alla vecchiaia di rimanere un’età intensa.
Le microplastiche: una minaccia globale sotto la lente dei cittadini
Quello che il Senior Environment Corps sta facendo a Philadelphia rappresenta una forma di “allerta ambientale” civica. I volontari non sono scienziati professionisti, ma il loro lavoro contribuisce a raccogliere dati preziosi su un fenomeno ancora poco compreso.
Le microplastiche, particelle con dimensioni inferiori ai cinque millimetri, si suddividono in primarie (prodotte intenzionalmente per uso industriale o cosmetico) e secondarie (derivate dalla frammentazione di oggetti più grandi). Entrambe rappresentano un pericolo per gli ecosistemi acquatici. Gli organismi marini le ingeriscono e assorbono sostanze chimiche tossiche rilasciate dalla degradazione della plastica. Si innesca così un processo di biomagnificazione: le sostanze tossiche si accumulano lungo la catena alimentare, dai livelli più bassi fino ai grandi predatori, compreso l’uomo.
Le fonti di rilascio sono molteplici: lavaggio di tessuti sintetici, usura dei pneumatici, degradazione di bottiglie e buste disperse nell’ambiente, impianti di depurazione non sufficientemente attrezzati. E le nanoplastiche, nell’ordine dei nanometri, sono ancora più insidiose. Attualmente non esistono limiti di legge specifici per le microplastiche nell’acqua potabile, ma la Direttiva europea 2020/2184 le ha inserite tra i parametri emergenti da monitorare.
L’impatto dei piccoli gesti
Il lavoro del Senior Environment Corps non si limita alla raccolta dati. Il gruppo insegna ai bambini a riconoscere gli invertebrati acquatici, sensibilizza le comunità locali sull’inquinamento e mantiene viva l’attenzione su temi che rischiano di essere dimenticati. La presenza costante sul territorio, mese dopo mese, crea una rete di sorveglianza diffusa che le istituzioni da sole non potrebbero garantire.
L’approccio intergenerazionale del Senior Environment Corps è un altro elemento chiave del modello. Gli anziani trasmettono competenze ed esperienze ai giovani, insegnando loro a osservare l’ambiente con occhi attenti. Una collaborazione che rafforza il tessuto sociale e costruisce una cultura della responsabilità condivisa.
Credit foto: whyy.org
© Riproduzione riservata
