Visitare Yellowstone, il Grand Canyon o Yosemite avrà un costo molto salato per i non residenti. I discussi tagli del governo all’Ente Parchi
Il presidente Donald Trump ha firmato un ordine esecutivo che introduce tariffe differenziate per l’accesso ai parchi nazionali americani, mantenendo i prezzi invariati per i cittadini statunitensi ma aumentandoli sensibilmente per chi viene da altri paesi. Per il Segretario agli Interni Doug Burgum la nuova tariffa – che consentirà un notevole aumento di gettiti -, ha un approccio ‘America first’. La misura, presentata come necessaria per finanziare la conservazione di questi luoghi straordinari, sta già alimentando un dibattito acceso tra gli stessi americani che tempno ripercussioni negative sul turismo internazionale.
Quanto costerà entrare nei parchi americani
Dal primo gennaio, i visitatori stranieri dovranno pagare 100 dollari a persona per accedere ad alcuni dei parchi nazionali più celebri. Si tratta di un incremento notevole rispetto agli attuali 35 dollari richiesti per veicolo in luoghi come Yellowstone, Yosemite e Grand Canyon. La nuova tariffa si applicherà anche ad altre destinazioni molto popolari, tra cui Bryce Canyon, Everglades, Sequoia Canyon e Zion. Non cambia nulla invece per chi possiede la cittadinanza americana. Anche il pass annuale subisce modifiche: per i turisti internazionali il costo salirà a 250 dollari per veicolo, mentre i residenti continueranno a pagare 80 dollari. L’amministrazione ha anche annunciato che i cittadini americani avranno priorità nei sistemi di prenotazione gestiti dal National Park Service.
Le giustificazioni della Casa Bianca
L’amministrazione Trump presenta la decisione come un investimento necessario nei tesori naturali del paese. Secondo le stime, le nuove tariffe genereranno centinaia di milioni di dollari da destinare a progetti di conservazione e manutenzione. La Casa Bianca sottolinea un principio di equità: i cittadini americani già contribuiscono alla gestione dei parchi attraverso le tasse federali, mentre i visitatori internazionali fino ad oggi hanno beneficiato delle stesse tariffe agevolate senza partecipare al finanziamento del sistema. Secondo analisi del Property and Environment Research Center, solo per Yellowstone l’aumento potrebbe generare 55 milioni di dollari all’anno, fondi indispensabili per riparare sentieri degradati e sostituire ponti obsoleti. Se la misura fosse estesa a tutti i siti del sistema dei parchi nazionali, considerando circa 14 milioni di visitatori internazionali annui, si potrebbero raccogliere oltre un miliardo di dollari.
I tagli al bilancio federale dei parchi nazionali
Non tutti però vedono con favore questa svolta. Le attività commerciali che gravitano intorno ai parchi nazionali temono conseguenze negative sul flusso di visitatori stranieri. Inoltre l’ordine esecutivo arriva in un momento particolare per il National Park Service. L’amministrazione Trump ha proposto tagli al bilancio superiori al 30%, equivalenti a oltre un miliardo di dollari. Il personale permanente è diminuito del 24% dall’inizio del mandato presidenziale, e solo 4.500 degli 8.000 lavoratori stagionali previsti per l’estate 2025 sono stati effettivamente assunti. Questa carenza di personale ha già provocato chiusure parziali, riduzione delle attività educative e ritardi nelle operazioni di emergenza in parchi celebri come Yosemite in California e Big Bend in Texas, secondo quanto riferito dalla National Parks Conservation Association.
Le voci contrarie
Emily Thompson, direttrice della Coalition to Protect America’s National Parks, ha dichiarato che in un anno già segnato da tagli di personale, questa misura rappresenta un ulteriore peso per lavoratori dei parchi nazionali già sovraccarichi. La questione solleva interrogativi più ampi sul significato stesso dei parchi nazionali americani. Nati con l’idea di preservare luoghi straordinari rendendoli accessibili a tutti, oggi si trovano al centro di tensioni tra necessità di conservazione, vincoli di bilancio e visioni politiche divergenti sul ruolo del turismo internazionale. Mentre alcuni celebrano la misura come esempio di pragmatismo economico, altri la vedono come un segnale preoccupante di chiusura verso il resto del mondo.
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