Ha debuttato sulla linea AV Roma-Napoli il primo sistema di allerta terremoti: sensori e IA per proteggere passeggeri e operatori
Arriva in Italia dal Giappone la tecnologia antisismica al servizio della sicurezza ferroviaria. Sulla tratta Alta Velocità Roma-Napoli è infatti entrato in funzione il primo sistema italiano di Early Warning Sismico (EWS), capace di fermare automaticamente i treni pochi secondi dopo la rilevazione di un terremoto. Il progetto – altamente innovativo e tecnologicamente avanzato – nasce dalla collaborazione tra Rete Ferroviaria Italiana, l’Università Federico II di Napoli e le ferrovie giapponesi, e combina sensori ad alta precisione, fibra ottica e algoritmi predittivi.
Come funziona l’allerta sismica sui treni
Il sistema rileva le onde sismiche più veloci (onde P), che naturalmente viaggiano più rapidamente dei treni. Una rete di 20 stazioni accelerometriche posizionate lungo i 200 km della tratta Roma-Napoli capta queste vibrazioni iniziali, le analizza in tempo reale e, se superano una soglia di pericolo, invia un comando automatico ai convogli in transito. “Grazie alla fibra ottica e all’elaborazione dati in cloud, il sistema decide in meno di 5 secondi se rallentare o bloccare i treni”, spiegano i tecnici RFI. In pochi secondi, dunque, il sistema interviene automaticamente sulla circolazione ferroviaria, rallentando o arrestando i treni in avvicinamento alle zone pericolose, garantendo così la massima sicurezza per passeggeri e operatori. Dopo le necessarie verifiche tecniche, il personale RFI potrà riattivare la circolazione tramite una dashboard dedicata.
Dai laboratori alla rete ferroviaria: la sfida tecnologica
Durante il test su un terremoto di magnitudo 4.4, l’EWS ha dimostrato un’affidabilità del 98%, fermando i convogli prima che le onde più distruttive (onde S) raggiungessero i binari. Portare questa tecnologia dai laboratori universitari ai binari dell’Alta Velocità italiana non è stato semplice. Il Giappone utilizza sistemi simili dagli anni ’90, ma adattarli alla realtà geologica del nostro Paese ha richiesto sette anni di sperimentazioni. I ricercatori hanno ridisegnato gli algoritmi per interpretare la sismicità dell’Appennino, mentre i tecnici lavoravano all’integrazione con i sistemi esistenti. La soluzione si serve di sensori posizionati sia in superficie che a trenta metri di profondità per evitare falsi allarmi, unitamente ad una piattaforma digitale che guida gli operatori nelle verifiche post-sisma. “È stato come tradurre un vocabolario sismico in linguaggio ferroviario”, spiega un ingegnere del progetto.
Prossime tappe: dall’Alta Velocità alla rete nazionale
L’EWS sulla Roma-Napoli è solo l’inizio. Trenitalia prevede di estendere il sistema a tutte le tratte Alta Velocità e alle linee convenzionali con ERTMS entro il 2028. “Vogliamo integrare questi protocolli con i sistemi di segnalamento europei”, anticipa un manager del progetto. Intanto, la collaborazione con le ferrovie giapponesi prosegue: nei prossimi mesi verrà testato un upgrade che abbasserà la soglia di rilevamento a magnitudo 3.5, coprendo il 90% degli eventi sismici italiani. Un passo avanti verso una rete ferroviaria sempre più sicura e tecnologicamente avanzata.
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