Lo spagnolo vince gli US Open 2025 battendo l’azzurro 6-2, 3-6, 6-1, 6-4 e riconquista la vetta del ranking mondiale dopo quasi due anni. Una rivalità che continua a ridisegnare il tennis moderno.
La finale che ha ridato la corona ad Alcaraz
Carlos Alcaraz ha dimostrato ancora una volta di essere il grande rivale di Jannik Sinner, imponendosi nella finale degli US Open 2025 con un perentorio 6-2, 3-6, 6-1, 6-4. Una prestazione che gli è valsa non solo il secondo titolo a Flushing Meadows della carriera, ma anche il ritorno al vertice del ranking ATP dopo 65 settimane consecutive di dominio dell’altoatesino.
La giornata dell’Arthur Ashe Stadium ha visto protagonista un Alcaraz in versione completa, capace di neutralizzare le armi migliori di Sinner. Con questa vittoria, il 22enne di Murcia raggiunge quota 9-5 negli scontri diretti con l’italiano, confermando una superiorità che nelle grandi occasioni emerge spesso con forza. Il servizio dello spagnolo ha fatto la differenza: 83% di prime palle vincenti e 10 ace che hanno messo in difficoltà la risposta di Sinner, solitamente uno dei suoi colpi migliori.
L’azzurro ha pagato una giornata difficile al servizio, perdendo cinque turni di battuta contro un avversario che ha saputo approfittare di ogni minimo calo di concentrazione. Il primo set si è rivelato subito in salita per Jannik, che ha subito il break nel game iniziale e non è mai riuscito a trovare il ritmo giusto. Solo nel secondo parziale Sinner è riuscito a mostrare qualche lampo della sua classe, strappando il servizio ad Alcaraz nel quarto game e pareggiando i conti. Ma la reazione del campione spagnolo non si è fatta attendere.
Un duello che va oltre il tennis
La rivalità tra Sinner e Alcaraz, va detto, rappresenta molto più di un semplice confronto sportivo. Negli ultimi due anni, l’italiano ha mantenuto un record di 45-3 nei tornei del Grande Slam (93.8%), mentre Alcaraz ha totalizzato 38-4 vittorie (90.5%). Numeri che testimoniano quanto entrambi abbiano elevato il livello del tennis mondiale, alternandosi nel dominio delle competizioni più prestigiose.
Il rapporto tra i due campioni è stato oggetto di molte speculazioni. Come ha chiarito lo stesso Alcaraz: “Non parliamo molto durante il tour, ognuno è con il proprio team. Abbiamo una buona relazione, ma non siamo amici intimi”. Una dichiarazione che definisce perfettamente la natura della loro rivalità: rispetto reciproco sul campo, distanza cordiale fuori dal rettangolo di gioco. Tuttavia, come ha precisato il murciano: “Io e Jannik abbiamo avuto alcune grandi battaglie in campo, ma ci vediamo spesso anche fuori. Siamo riusciti a costruire un buon rapporto e una bella relazione”.
Questo equilibrio tra competizione e civiltà rappresenta uno degli aspetti più affascinanti del tennis contemporaneo. Due giovani campioni che si contendono il trono del tennis mondiale senza cedere a polemiche o rivalità personali, mantenendo sempre alto il livello dello spettacolo e del fair play.
Una storia iniziata nel 2019
La storia di questa rivalità affonda le radici nel 2019, quando un diciassettenne Sinner e un quindicenne Alcaraz si incrociarono per la prima volta sui campi in terra rossa di Alicante, al torneo Challenger di Villena. Entrambi arrivavano con una wild card e grandi aspettative. L’altoatesino stava vivendo un momento magico con sedici vittorie consecutive e tre titoli consecutivi, lo spagnolo era considerato uno dei prospetti più promettenti del tennis iberico.
Quel primo incontro, vinto da Alcaraz con il punteggio di 6-2, 3-6, 6-3, rappresentò un vero e proprio passaggio di consegne generazionale. Il murciano interruppe la striscia vincente di Sinner in un match che già allora lasciava intravedere la qualità tecnica e mentale di entrambi i protagonisti. Come raccontato da testimoni presenti, già allora si percepiva di essere davanti a qualcosa di speciale: due ragazzini con un talento cristallino e una fame di vittoria fuori dal comune.
Da quel momento la loro rivalità si è sviluppata crescendo di pari passo con le loro carriere. Dal circuito Challenger sono passati rapidamente all’ATP Tour, dove hanno iniziato a spartirsi vittorie e sconfitte in match sempre più importanti. Il salto definitivo è arrivato quando hanno iniziato a contendersi i tornei del Grande Slam, trasformando ogni loro incontro in un evento globale che catalizza l’attenzione degli appassionati di tutto il mondo.
Il nuovo scenario del ranking ATP
Con il trionfo di domenica, Carlos Alcaraz ha sottratto a Jannik Sinner due dei più grandi onori del tennis: il titolo degli US Open e la posizione numero 1 del ranking mondiale. Un colpo doppio che riporta lo spagnolo in vetta alla classifica ATP per la prima volta dal settembre 2023, interrompendo la striscia di 64 settimane consecutive dell’italiano al comando.
Il cambio della guardia era nell’aria già prima della finale. Alcaraz aveva conquistato il Masters 1000 di Cincinnati, mettendosi nelle condizioni di controllare il proprio destino a New York. La vittoria contro Sinner vale 760 punti di vantaggio nella race ATP, un margine significativo che testimonia l’importanza di questo successo non solo dal punto di vista simbolico ma anche pratico.
Per Sinner si tratta di una battuta d’arresto che non intacca comunque un 2025 straordinario. L’altoatesino ha dominato gran parte della stagione, dimostrando una continuità di rendimento impressionante. La sconfitta di New York rappresenta più un passaggio di testimone temporaneo che una vera e propria crisi, considerando la giovane età di entrambi i protagonisti e la lunga carriera che li attende.
La quinta sfida stagionale tra titani
Il match di domenica ha rappresentato il quinto confronto stagionale tra i due campioni, con il bilancio che ora vede la Spagna prevalere 4-1 sull’Italia negli scontri del 2025. Una statistica che racconta di una stagione dove Alcaraz ha saputo trovare spesso le chiavi per scardinare il gioco dell’azzurro nei momenti che contano.
La prestazione dell’Arthur Ashe Stadium ha mostrato un Sinner mai davvero in partita, condizionato da una prima di servizio ferma al 48% e da 28 errori gratuiti che hanno spianato la strada al successo dello spagnolo. Al contrario, Alcaraz ha disputato una finale di grande maturità, controllando i momenti difficili e accelerando quando necessario. La sua capacità di coprire il campo e variare il gioco ha messo in difficoltà l’italiano, mai riuscito a trovare il ritmo giusto per imporre il proprio tennis.
La differenza l’ha fatta soprattutto l’atteggiamento mentale. Mentre Sinner appariva contratto e poco fluido nei movimenti, Alcaraz ha giocato con la leggerezza e la spensieratezza che lo contraddistinguono nei grandi momenti. Una lezione di tennis che testimonia quanto il fattore psicologico sia determinante ai massimi livelli, soprattutto quando si affrontano due campioni di questo calibro.
Il tennis mondiale può contare su una rivalità che promette di regalare ancora grandi emozioni, con due protagonisti destinati a dividersi trofei e classifiche per molti anni a venire.
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