Il mondo del calcio piange la scomparsa di Celeste Pin, ex difensore e capitano della Fiorentina. A 64 anni se ne va un simbolo di lealtà e un maestro per le nuove generazioni, lasciando un vuoto incolmabile nel cuore dei tifosi viola.
Una vita da “bandiera”
Celeste Pin, indimenticata bandiera della Fiorentina, è stato trovato senza vita nella sua abitazione sulle colline fiorentine all’età di 64 anni. La sua scomparsa, avvenuta il 22 luglio, lascia un profondo dolore in chi lo ha conosciuto come calciatore tenace e uomo dai grandi valori. Difensore roccioso ma corretto, Pin ha rappresentato un’intera epoca del calcio italiano, un calcio fatto di grinta, attaccamento alla maglia e rispetto per l’avversario.
Nato a San Martino di Colle Umberto, in provincia di Treviso, il 25 aprile 1961, era rimasto a vivere a Firenze, città che lo aveva “adottato” e che non ha mai lasciato. Dopo aver appeso gli scarpini al chiodo, il suo legame con il mondo del pallone non si era mai interrotto: si era dedicato con passione ai settori giovanili, diventando un punto di riferimento per molti giovani calciatori.
Dagli esordi alla consacrazione con la maglia della Fiorentina
La carriera di Celeste Pin inizia nel Perugia, squadra con cui esordisce tra i professionisti facendosi notare per le sue doti di marcatore. Ma è nel 1982 che la sua vita professionale ha una svolta decisiva: il trasferimento alla Fiorentina. Con la maglia viola, Pin scriverà le pagine più importanti della sua storia calcistica.
Per nove stagioni, dal 1982 al 1991, diventa un pilastro insostituibile della difesa gigliata, collezionando 200 presenze in Serie A con il club e oltre 260 in totale nella massima serie. La sua leadership silenziosa, basata sull’esempio e sulla dedizione, lo porta a indossare con onore la fascia di capitano. Diventa un simbolo per i tifosi, che in lui riconoscono non solo le qualità tecniche del difensore, ma anche e soprattutto le doti umane.
Riconosciuto da tutti come un giocatore “Non da copertina”; la sua importanza tattica e il suo carisma nello spogliatoio, però, erano unanimemente riconosciuti da compagni e allenatori.
I momenti storici di Celeste Pin
Tra i momenti più significativi della sua lunga militanza in viola spicca senza dubbio la cavalcata europea che portò la Fiorentina a disputare la finale di Coppa UEFA nella stagione 1989-1990.
Una finale tutta italiana, persa contro la Juventus, che resta comunque una delle pagine più intense della storia del club. In quegli anni, Pin ha condiviso lo spogliatoio con campioni del calibro di Roberto Baggio e dell’attuale tecnico viola Stefano Pioli, cementando un legame con la squadra che andrà oltre il campo.
Le sue sfide con i più grandi attaccanti dell’epoca, da Maradona a Rummenigge, sono entrate nell’immaginario collettivo di milioni di tifosi. Dopo l’esperienza a Firenze, ha continuato la sua carriera con le maglie del Verona e del Siena, dove ha chiuso con il calcio giocato nel 1996, per poi intraprendere un percorso da dirigente e allenatore nei settori giovanili di diverse società toscane.
Il cordoglio unanime del mondo del calcio
La notizia della sua prematura scomparsa ha generato un’ondata di commozione in tutto il mondo del calcio. La Fiorentina, attraverso un comunicato ufficiale, ha espresso il suo profondo dolore, ricordando come Pin “rimarrà, per sempre, nella storia gigliata”. Il presidente Rocco Commisso, la dirigenza, l’allenatore Pioli e tutta la società si sono stretti attorno alla famiglia.
Anche l’Hellas Verona e numerosi ex compagni di squadra, come Giancarlo Antognoni e Ciccio Graziani, hanno manifestato il loro cordoglio, ricordando l’uomo prima che il calciatore: una persona perbene, un amico leale, un “ragazzo da amare”. La sindaca di Firenze, Sara Funaro, lo ha definito “una bandiera” che “lascia un vuoto nella città”. Un tributo che sottolinea quanto Celeste Pin fosse radicato nel tessuto sociale fiorentino, non solo per le sue imprese sportive ma per la sua costante e discreta presenza nella vita della comunità.
Ma la sua storia non si misura solo in presenze e partite giocate, ma nell’esempio che ha lasciato. Un esempio di professionalità, serietà e di un amore viscerale per il calcio e per la Fiorentina, confermato anche dall’inserimento nella Hall of Fame del club nel 2022.
Dopo la carriera agonistica, Pin non si è allontanato dai valori dello sport, anzi, ha scelto di trasmetterli alle nuove generazioni. Ha lavorato come dirigente e tecnico in società dilettantistiche come Montemurlo, Affrico e Club Sportivo Firenze, dimostrando una sensibilità unica verso la crescita dei giovani.
La sua capacità di analisi pacata e competente lo aveva reso negli ultimi anni anche un apprezzato opinionista. La sua scomparsa non priva il calcio solo di un ex giocatore, ma di un “maestro” silenzioso che ha continuato a servire lo sport che amava con la stessa umiltà e passione di quando scendeva in campo.
Foto credit: instagram.com/celestepin61/
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