Il leggendario “Spaceman” si è spento a 74 anni dopo le complicazioni di una caduta. Paul Stanley e Gene Simmons lo ricordano come figura essenziale nella storia della band che ha segnato gli anni Settanta e Ottanta.
Se n’ andato l'”uomo dello Spazio”
Si è spento giovedì 16 ottobre a Morristown, nel New Jersey, Ace Frehley, chitarrista solista e cofondatore dei Kiss. Aveva 74 anni. La notizia è stata confermata dalla famiglia del musicista, che ha parlato di un’emorragia cerebrale conseguente a una caduta avvenuta alcune settimane fa nella sua abitazione. Lo “Spaceman”, come era noto ai fan di tutto il mondo per il suo iconico trucco argentato e il personaggio che incarnava sul palco, se n’è andato circondato dall’affetto dei suoi cari.
I familiari hanno diffuso un messaggio accorato. Hanno spiegato di essere completamente devastati, ma grati di aver potuto stargli vicino negli ultimi momenti con parole d’amore e pensieri di pace. Hanno aggiunto che custodiscono i ricordi più belli, la sua risata, e vogliono celebrare la forza e la gentilezza che ha sempre dimostrato verso gli altri.
Un chitarrista nato nelle strade del Bronx
Paul Daniel Frehley era nato il 27 aprile 1951 nel Bronx, a New York, e la sua giovinezza non fu semplice. Cresciuto in una famiglia modesta, frequentò le gang di strada prima che i genitori, nel tentativo di allontanarlo da quel mondo, gli regalassero una chitarra per il suo tredicesimo compleanno. Fu quello l’inizio di una storia che avrebbe cambiato la musica rock.
Dopo essersi dedicato da autodidatta allo strumento, ascoltando i suoi idoli Jimi Hendrix, Jeff Beck, Jimmy Page ed Eric Clapton, Frehley cominciò a suonare in piccoli gruppi locali come Magic People e Four Roses. Verso la fine del 1972, rispose a un annuncio pubblicato su un giornale da Paul Stanley, giovane cantante di New York che cercava un chitarrista solista per formare una band. All’audizione, Frehley si presentò con una scarpa arancione e una rossa, una scelta piuttosto eclettica e inconsueta ma che riscontrò la curiosità di Stanley. La band si completò con Gene Simmons al basso e Peter Criss alla batteria. Fu in in quel momento che nacquero i Kiss.
Il successo arrivò rapidamente. Frehley contribuì in modo determinante al sound della band, caratterizzandolo con riff melodici e assoli incisivi che divennero il marchio di fabbrica del gruppo. Brani come Detroit Rock City, Cold Gin e Shock Me portano la sua firma inconfondibile. Ma non fu solo questione di musica. Frehley trasformò la sua Gibson Les Paul in uno spettacolo visivo, aggiungendo effetti speciali come fumogeni e razzi comandati dai potenziometri, rendendo ogni sua esibizione memorabile. Il personaggio dello Spaceman, con il trucco bianco e argentato che evocava la fantascienza, completava l’immagine di una rockstar come poche ce ne sono state.
L’inizio dell’epoca d’oro del Rock
Gli anni Settanta furono per i Kiss un periodo d’oro. La band vendette decine di milioni di dischi in tutto il mondo, conquistando generazioni di fan con uno stile che mescolava glam rock, teatralità e pirotecnica. I quattro membri originali interpretavano personaggi ispirati ai fumetti e sfruttarono il loro look iconico anche per prodotti commerciali, creando un merchandising che anticipò i tempi.
Nel 1978 Frehley pubblicò un album solista omonimo, uscito contemporaneamente a quelli degli altri membri della band. Il disco raggiunse il disco di platino e conteneva la hit New York Groove, brano che ancora oggi viene suonato al City Field dopo ogni vittoria dei New York Mets. Fu il disco solista di maggior successo tra quelli dei quattro Kiss. Ma gli eccessi cominciarono a farsi sentire. Nel 1982, dopo discussioni con Stanley e Simmons riguardo alla direzione musicale della band e al poco spazio compositivo che gli veniva lasciato, Frehley abbandonò il gruppo durante le registrazioni di The Elder.
Gli anni successivi furono segnati da battaglie personali contro alcol e dipendenze, che lo portarono più volte sull’orlo del baratro. Fondò i Frehley’s Comet, con cui pubblicò alcuni album negli anni Ottanta, tra cui Frehley’s Comet del 1987 e Second Sighting del 1988, ottenendo un successo moderato con la canzone Into the Night.
Le reunion e la carriera da solista
Nel 1996 arrivò la reunion con i Kiss per il tour mondiale che ripristinò la formazione originale con trucchi e costumi. I concerti furono sold out ovunque, dimostrando quanto il pubblico avesse voglia di rivedere insieme Stanley, Simmons, Criss e Frehley. Rimase con la band fino al 2002, contribuendo in parte all’album Psycho Circus del 1998, anche se il suo ruolo fu limitato. Dopo la seconda uscita dalla band, Frehley continuò la carriera solista con una serie di dischi che testimoniavano la sua volontà di rimanere fedele alle radici del rock: Anomaly nel 2009, Space Invader nel 2014, Spaceman nel 2018 e l’ultimo, 10.000 Volts, pubblicato nel febbraio 2024.
Nel 2014, Frehley e i Kiss furono introdotti nella Rock and Roll Hall of Fame. In quella occasione, Tom Morello dei Rage Against the Machine lo definì il suo primo eroe della chitarra, mentre Gene Simmons lo riconobbe come un musicista imitato ma mai eguagliato. Guitar World lo inserì al quattordicesimo posto nella lista dei cento migliori chitarristi metal di tutti i tempi. La sua influenza si estende su generazioni di musicisti, da Slash a Dimebag Darrell, da John 5 a Marty Friedman.
Nelle settimane precedenti alla sua morte, Frehley aveva dovuto annullare le date del tour previste per il 2025 a causa di problemi di salute persistenti. Il 25 settembre era caduto nel suo studio di registrazione e il ricovero in ospedale si era reso necessario. Le sue condizioni erano peggiorate fino al tragico epilogo del 16 ottobre.
L’addio dei compagni
Paul Stanley e Gene Simmons hanno diffuso un comunicato congiunto nel quale si sono detti devastati dalla scomparsa dell’amico e compagno di band.
Lo hanno definito un “soldato del rock”. Essenziale e insostituibile durante i capitoli più formativi e fondamentali della storia della band, aggiungendo che Frehley sarà sempre parte dell’eredità dei Kiss.
Stanley ha voluto ricordare un episodio particolare: nel 1974, mentre si trovava nella sua stanza all’Hyatt su Sunset Boulevard a Los Angeles, sentì qualcuno suonare una chitarra profonda e ardente nella stanza accanto. Pensò che quel ragazzo avrebbe dovuto essere nella band. Si affacciò dal balcone e scoprì che era proprio Ace.
Anche Peter Criss, batterista originale della band, ha espresso la sua commozione definendo Frehley suo fratello e spiegando che era presente insieme alla moglie fino alla fine. Gene Simmons ha scritto sui social che il cuore di tutti è spezzato e che nessuno potrà mai eguagliare l’eredità lasciata da Ace, sottolineando come il chitarrista amasse profondamente i fan.
Il Kennedy Center di Washington, che avrebbe dovuto premiare i Kiss con un riconoscimento a dicembre, ha annunciato che renderà omaggio alla memoria dello Spaceman durante la cerimonia. La sua musica e il suo personaggio rimarranno impressi nella storia del rock. Quella chitarra che fumava e lanciava razzi, quel trucco argentato da uomo dello spazio, quei riff che hanno fatto ballare e sognare intere generazioni. Ace Frehley ha trasformato il palco in un luogo dove tutto era possibile.
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