Il mondo del basket italiano è sotto shock per la notizia della leucemia mieloide che ha colpito l’ala della Virtus Bologna, Achille Polonara. Già in cura al Sant’Orsola, il giocatore ha chiesto ai compagni un regalo speciale: lo Scudetto, per coronare un sogno e vincere la partita più importante.
Una nuova sfida per Polonara
Un fulmine squarcia il cielo sopra il basket italiano, e non è il fragore di una schiacciata. È il silenzio assordante seguito alla notizia che nessuno avrebbe mai voluto leggere.
Con un comunicato ufficiale diffuso nel pomeriggio di lunedì 16 giugno, la Virtus Pallacanestro Bologna ha annunciato che all’ala Achille Polonara è stata diagnosticata una leucemia mieloide. Il giocatore, 33 anni, ha già intrapreso il percorso di cure specifiche, ricoverato presso l’Ospedale Sant’Orsola-Malpighi di Bologna, eccellenza nel trattamento di queste patologie. La diagnosi arriva in un momento sportivamente cruciale, con la Virtus impegnata nelle finali Scudetto contro Brescia. Ma ora ogni prospettiva agonistica passa inevitabilmente in secondo piano.
La notizia ha colpito profondamente Polonara, che già sul finire del 2023 aveva affrontato e vinto una battaglia contro una neoplasia testicolare, tornando in campo a tempo di record con la grinta che lo contraddistingue.
La sfortuna, però, ha teso un nuovo, durissimo agguato. E con lo stesso coraggio, Achille ha già iniziato a lottare. Domenica, prima del ricovero, ha ricevuto la visita dei suoi compagni di squadra, ai quali ha affidato un desiderio, una richiesta che suona come un messaggio di speranza. Portare a casa quello Scudetto che insegue da una vita, dopo quattro finali perse in Italia. Ha chiesto loro di poter dormire con la coppa, un gesto simbolico per sentirli vicini nella sfida più difficile.
Cos’è la leucemia mieloide, la malattia di Achille Polonara
La leucemia mieloide acuta (LMA) è un tumore che colpisce le cellule del sangue e del midollo osseo.Si origina da un’alterazione delle cellule staminali mieloidi, responsabili della produzione di globuli rossi, globuli bianchi (ad eccezione dei linfociti) e piastrine.
In condizioni normali, queste cellule maturano e svolgono funzioni vitali per l’organismo. Nella LMA, il processo si “inceppa”: le cellule iniziano a moltiplicarsi in modo incontrollato e rapido, senza raggiungere la piena maturazione. Questi “blasti” leucemici (“cellule” ndr.) invadono il midollo osseo, impedendo la produzione delle cellule sane e diffondendosi poi nel sangue e in altri organi. In Italia, si stimano circa 2.000-3.500 nuovi casi ogni anno, con un’incidenza maggiore nella popolazione sopra i 60 anni, sebbene possa colpire a qualsiasi età.
I sintomi sono spesso generici e possono includere stanchezza persistente, febbre, sudorazioni notturne, perdita di peso e dolori ossei, manifestazioni legate all’anemia e alla proliferazione tumorale. La diagnosi richiede analisi del sangue e un esame del midollo osseo. Le terapie moderne, che includono chemioterapia e, in alcuni casi, il trapianto di cellule staminali, hanno migliorato significativamente le prospettive di cura, ma la strada resta complessa e legata a diversi fattori prognostici.
Il percorso che attende Polonara sarà impegnativo, ma affrontato con le migliori competenze mediche disponibili.
Dal sospetto alla diagnosi
Le avvisaglie della malattia si erano manifestate già nelle scorse settimane. Polonara aveva accusato una sindrome influenzale durante la serie dei quarti di finale contro Venezia, per poi fermarsi di nuovo in semifinale contro Milano a causa di quella che inizialmente era stata diagnosticata come una mononucleosi.
L’assenza prolungata aveva scatenato sui social commenti ingenerosi da parte di alcuni, che avevano messo in dubbio la sua professionalità. L’atleta aveva risposto con fermezza, sottolineando come la salute venisse prima di tutto. La persistenza di uno stato febbrile ha però spinto i medici a procedere con ulteriori e più approfonditi accertamenti. E alla fine hanno portato alla diagnosi di leucemia mieloide, cambiando completamente il quadro clinico.
La storia di Polonara riporta alla mente quella di Siniša Mihajlović, l’indimenticato allenatore del Bologna Calcio, che proprio al Sant’Orsola combatté la sua battaglia contro la stessa malattia, diventando un simbolo di forza per tutta la città. Oggi, Bologna si ritrova a rivivere un dramma simile, stringendosi attorno a un altro dei suoi campioni.
L’abbraccio del mondo dello sport
La notizia ha generato un’immediata e vastissima ondata di solidarietà che ha travalicato i colori delle maglie e le discipline sportive.
Messaggi di incoraggiamento sono arrivati da ogni parte. Dagli avversari della Germani Brescia (“Forza Achille, ti aspettiamo”), ai rivali cittadini della Fortitudo (“Tutta Bologna è con te”), passando per i grandi club europei dove ha giocato, come l’Olympiacos e l’Anadolu Efes. Compagni di nazionale come Danilo Gallinari gli hanno dedicato parole di affetto, assicurandogli che non è solo in questa sfida. Anche il mondo del calcio, con il Bologna FC in prima linea, si è unito al coro di sostegno, dimostrando come di fronte a certe battaglie non esista alcuna rivalità.
Ora, la finale Scudetto assume un significato diverso, più profondo. I compagni di squadra della Virtus non giocheranno solo per il titolo, ma per il loro amico “Achi”. L’obiettivo è trasformare un traguardo sportivo in un potente messaggio di speranza.
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