Le acciughe italiane sul mercato hanno una taglia sempre più ridotta. Come cambiamento climatico e upwelling mettono in crisi ecosistemi, pesca e consumi
Le acciughe italiane stanno diventando sempre più piccole. In un giugno appena iniziato, ma che già si preannuncia bollente, la notizia, apparentemente di nicchia, attira l’attenzione di scienziati, pescatori e consumatori. Questo cambiamento non riguarda, infatti, solo l’attività ittica o la gastronomia. Ma rappresenta un indicatore significativo degli effetti del riscaldamento climatico sull’ecosistema del Mediterraneo. E l’estate 2025 potrebbe essere ricordata non solo per il già annunciato caro-vacanze, ma anche per la taglia di un piccolo pesce, indicativa di un grande cambiamento in atto.
Perché le acciughe italiane sono diventate più piccole?
In realtà gli scienziati osservano questo fenomeno già da anni, notando come si sia intensificato nell’ultimo periodo. La riduzione della taglia media delle acciughe nel Mar Mediterraneo, in particolare lungo le coste italiane, è attribuita a una combinazione di fattori. Innanzitutto, il riscaldamento delle acque, ma anche una diminuzione della disponibilità di nutrienti fondamentali durante le prime fasi di vita di questi pesci.
Che cos’è il fenomeno dell’upwelling
La causa principale della miniaturizzazione delle acciughe italiane sembra legata a un fenomeno oceanico noto come upwelling costiero. Si tratta di una risalita di acque fredde e ricche di nutrienti dalle profondità marine verso la superficie, favorita in alcune aree dalla direzione dei venti e dalla rotazione terrestre. Questi nutrienti sono cruciali per lo sviluppo del plancton, che costituisce la base della catena alimentare marina. Tuttavia, in alcune zone del Mediterraneo, l’upwelling è diventato più debole e irregolare. Questo significa meno nutrimento per il plancton e, di conseguenza, una minore disponibilità di cibo per le acciughe nei loro primi giorni di vita, che quindi crescono meno e raggiungono dimensioni più ridotte.
Un ecosistema marino in affanno
Le acciughe non sono solo un alimento molto consumato, ma svolgono un ruolo fondamentale negli equilibri marini. Sono prede per numerose specie, dai pesci predatori ai cetacei, e la loro diminuzione – in taglia e in numero – può causare squilibri a catena. Come sottolineano gli esperti del CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche), le acciughe sono una sorta di termometro del mare. Se stanno male loro, significa che qualcosa non va nell’intero sistema. La ridotta taglia delle acciughe, dunque, non è solo un problema per i pescatori, ma un segnale d’allarme ecologico.
Impatti su pesca e consumatori
I pescatori lamentano cali nei guadagni, perché le acciughe italiane in scala ridotta hanno un minor valore commerciale. Alcuni esemplari, troppo piccoli, non possono nemmeno essere pescati legalmente. Di conseguenza, anche i consumatori potrebbero trovarsi di fronte a prezzi più alti o a una qualità diversa del prodotto. La filiera della pesca italiana, già messa a dura prova da altri fattori come l’aumento del carburante e la concorrenza estera, rischia così nuove difficoltà. Le acciughe, uno dei prodotti simbolo del pescato locale, diventano così l’emblema di una crisi più ampia.
TUTTE L ULTIME NOTIZIE SU SPAZIO50.ORG
© Riproduzione riservata