Capri dice basta all’overtourism (sovraffollamento turistico) con un’intesa storica per istituire l’Area Marina Protetta. Dalla stretta sui Faraglioni agli sbarchi contingentati, l’isola punta su un modello di fruizione più consapevole e rispettoso dell’ecosistema.
L’intesa con il ministero dell’Ambiente
Capri si prepara a scrivere un nuovo capitolo nella sua storia turistica, dichiarando guerra all’overtourism (sovraffollamento turistico ndr.) e puntando con decisione verso un modello di sviluppo più sostenibile.
L’isola azzurra ha raggiunto un’intesa cruciale con il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica per l’istituzione dell’Area Marina Protetta. Si tratta di una misura che dal 2026 renderà i celebri Faraglioni “off-limits” per le imbarcazioni a motore, consentendo l’accesso solo a remi o a nuoto. Una mossa che rappresenta un passo epocale per la tutela di uno dei simboli più iconici d’Italia.
Capri, un “santuario marino” dal 2026
L’obiettivo primario di questa trasformazione è preservare un patrimonio naturalistico unico al mondo dall’aggressività del turismo di massa e dei tour operator. L’anno 2025 potrebbe quindi essere l’ultimo a vedere un turismo “aggressivo” intorno ai Faraglioni, prima della svolta attesa per il 2026.
Il percorso legislativo prevede una modifica della legge 979 del 1982, che istituisce le riserve marine, con un emendamento che aggiungerà Capri alle attuali 52 aree protette italiane. Questa inclusione nell’elenco ufficiale delle aree protette garantirà all’isola fondi specifici, maggiore vigilanza e regole chiare.
Il percorso istituzionale e la “Road map”
L’Area Marina Protetta dell’isola di Capri dovrebbe diventare una realtà entro l’estate del 2026. Il sindaco di Anacapri, Franco Cerrotta, ha stimato in circa sei mesi il tempo necessario per completare l’intero iter, affermando la determinazione dell’isola nel raggiungere questo importante traguardo. Un’iniziativa che mira a difendere l’intero perimetro dell’isola.
Il passaggio fondamentale per avviare l’iter procedurale è l’emendamento della legge conosciuta come “Disposizioni per la difesa del mare“. Questa legge, cruciale per la protezione dell’ambiente marino e l’istituzione delle riserve, individuava 52 “aree di reperimento”, tra cui Capri oltre all’area dei “Fondali di Capri e Punta Campanella”. L’emendamento, già depositato, creerà un’area di reperimento autonoma per Capri, scorporandola da quella di Punta Campanella.
Misure per la gestione dei flussi
Nel frattempo, per contrastare il sovraffollamento, l’amministrazione comunale ha introdotto misure immediate. Un cordone di boe sarà installato a 100 metri dalla costa, dalla Grotta Azzurra fino a Cala Ventroso, per limitare la navigazione a motore in queste aree. Tale misura, discussa tra il sindaco di Anacapri, Franco Cerrotta, e il direttore marittimo della Campania, l’ammiraglio Pietro Vella, serve a tutelare la risorsa mare e a promuovere una navigazione sicura e responsabile. Solo il personale autorizzato, come i battellieri con le loro barche a remi, potrà accedere.
Da metà maggio 2025, è scattato il “numero chiuso” per gli sbarchi allo Scoglio delle Sirene, a Marina Piccola, con validità fino al 15 ottobre. Questa soluzione, già adottata parzialmente l’anno scorso, prevede un intervallo di dodici minuti tra un attracco e l’altro per qualsiasi imbarcazione, con priorità per quelle adibite a traffico o a pesca con regolare licenza.
La “Carta di Amalfi”
Il sindaco Paolo Falco ha ribadito la necessità di intervenire nella gestione dei flussi turistici con un limite orario al numero di sbarchi. Ha inoltre sottolineato come Capri intenda porsi come modello nazionale di sviluppo sostenibile del turismo e delle comunità locali.
Non solo. Il sindaco ha sottolineato con forza l’esigenza che il Comune acquisisca un ruolo decisionale nella definizione degli orari dei collegamenti marittimi. Attualmente, questa competenza è demandata esclusivamente alla Regione. La sua richiesta mira a consentire una gestione più efficace dei flussi turistici in arrivo.
A tal fine, Falco ha sottoscritto, insieme ad altri ventiquattro colleghi, la “Carta di Amalfi”. Questo documento propone un nuovo accordo tra le città a forte vocazione turistica e le rispettive comunità residenti. Tra le richieste principali della Carta figurano maggiori poteri normativi per le amministrazioni locali.
Il problema del sovraffollamento, in numeri
Il sovraffollamento rappresenta una criticità per l’isola, con stime di circa 12.000 persone che sbarcano ogni tre ore, raggiungendo in media 50.000 presenze al giorno in alta stagione. Questa densità turistica, tra le più alte in Italia, rende la condizione attuale “invivibile” sia per i turisti che cercano una vacanza di qualità sia per i residenti.
Nonostante l’ottimismo e le iniziative in corso, però, il processo per la piena realizzazione dell’Area Marina Protetta ha incontrato ritardi burocratici (come in passato). Le proposte di zonizzazione includono una “Zona A” intorno ai Faraglioni con divieto di navigazione, ormeggio e balneazione. Inoltre, nelle “Zone B e C” sono previsti divieti di pesca subacquea in tutta l’isola e di utilizzo di moto d’acqua, con ormeggio consentito con autorizzazione a Cala del Rio e approdi ridotti a Marina Piccola
In attesa del decreto ministeriale che approverà l’Area Marina Protetta, l’attenzione resta alta sulla necessità di controlli frequenti. Inoltre, l’idea è di dotare la Capitaneria di Porto di nuovi mezzi e più uomini, oltre a un eventuale posto fisso di ormeggio per le unità della Guardia di Finanza.
Tali misure sono essenziali per “frenare” e “invitare” i charter, i battellieri locali e i diportisti a moderare la velocità. Una soluzione per prevenire incidenti e garantire maggiore sicurezza in mare.
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