Una ricerca londinese rivela come un composto del cacao possa aiutare l’organismo a restare più giovane
I ricercatori del King’s College di Londra hanno scoperto che la teobromina, una sostanza naturale che si trova nel cioccolato fondente, potrebbe avere effetti positivi sull’organismo. Lo studio, apparso su Aging, ha interessato 1.700 persone, dividendole tra due gruppi di ricerca. Gli scienziati hanno misurato quanto di questo composto del cioccolato fondente – noto come teobromina – circolava nel sangue dei volontari confrontandoli con la loro età biologica. Ha scoperto così che il loro corpo risultava più giovane di quanto indicasse la data di nascita.
Il cioccolato fondente non è tutto uguale
I ricercatori londinesi hanno scoperto che le persone con livelli più alti di teobromina nel sangue mostravano un’età biologica inferiore rispetto a quella anagrafica. La teobromina appartiene alla famiglia degli alcaloidi, composti vegetali che possono interagire con i meccanismi più intimi delle nostre cellule, quelli che decidono quali geni attivare e quali spegnere. Alcuni di questi composti vegetali sono già noti per i loro benefici: il principio attivo del cioccolato fondente, per esempio, è stato associato a un minor rischio di problemi cardiovascolari. Attenzione però: la stessa sostanza benefica per l’essere umano è però tossica per i cani, motivo per cui il cioccolato fondente (e qualunque altro tipo di cioccolato) è proibito per gli amici a quattro zampe.
Le domande che restano aperte
Il dottor Ramy Saad, ricercatore principale dello studio, definisce questa scoperta entusiasmante ma sottolinea che la scienza è solo all’inizio. Le questioni che emergono da questa scoperta sono numerose e complesse. Occorre capire cosa si nasconda dietro questa associazione, quale sia il meccanismo d’azione preciso, se il composto del cioccolato fondente agisca in autonomia o se invece interagisca con altri elementi presenti nelle tavolette, come i polifenoli. Le risposte potrebbero aprire strade nuove non solo per capire l’invecchiamento, ma anche per affrontare malattie comuni e rare. L’idea che i metaboliti alimentari, cioè le sostanze che derivano dalla digestione e dal metabolismo del cibo, possano dialogare con il DNA è affascinante.
Non è una scusa per abbuffarsi
Anche in vista del Natale, i ricercatori del King’s College però avvertono: mangiare più cioccolato fondente non è automaticamente benefico. Le tavolette, infatti, contengono anche zucchero, grassi e altri componenti che, in eccesso, possono fare più male che bene. Servono ulteriori ricerche per capire meglio questa associazione e, soprattutto, per stabilire se e in quali dosi il consumo di cioccolato fondente potrebbe essere davvero utile. Questa ricerca si inserisce in un filone di studi sempre più ricco che guarda agli alimenti non solo come fonte di calorie e nutrienti, ma come veri e propri modulatori della biologia. È ormai noto che i composti assunti attraverso frutta, verdura, tè, caffè e cioccolato possono influenzare processi fondamentali come l’infiammazione, lo stress ossidativo e, appunto, l’invecchiamento cellulare.
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