Un movimento spontaneo nato dall’esperienza personale trasforma le residenze in luoghi di relazione e dignità
Gli RSA Lovers nasce da un’iniziativa autonoma che unisce familiari, operatori sanitari, infermieri, medici e cittadini accomunati dalla volontà di migliorare la vita nelle residenze per anziani non autosufficienti. Tutto ha inizio dall’esperienza di Barbara Picchio, che per anni ha percorso centinaia di chilometri ogni settimana per assistere i propri genitori ricoverati in struttura. Durante la pandemia la distanza forzata ha generato un’ondata di impotenza e sensi di colpa che ha travolto migliaia di famiglie italiane e ha spinto lei e altri familiari a condividere l’esperienza. Da qui è maturata la consapevolezza di agire per migliorare il dialogo tra tutti i soggetti coinvolti nel mondo della cura degli anziani nelle RSA.
Un approccio innovativo alla relazione di cura
Gli RSA Lovers nascono con l’obiettivo di dimostrare che le residenze per anziani possono essere luoghi di apertura e relazioni autentiche. Il primo passo concreto di Barbara Picchio è stato mettersi a disposizione per guidare il Comitato Parenti di Fondazione Casa Serena, la struttura che ospitava sua madre. Da lì è partito un lavoro di costruzione del dialogo tra familiari, operatori e direzione sanitaria. Una pratica che, secondo gli RSA Lovers, dovrebbe diffondersi in tutte le residenze italiane, creando una cultura del comitato parenti come strumento di miglioramento continuo della qualità assistenziale. Ma le stesse strutture dovrebbero imparare a collaborare tra loro, superando logiche di chiusura e competizione per condividere buone pratiche e innovazioni. Un approccio sistemico è al cuore della filosofia del movimento, che oggi conta adesioni tra le province di Milano, Pavia e Bergamo.
Arte e fotografia per raccontare le RSA
La prima iniziativa concreta degli RSA Lovers è stata un’installazione di arte sociale itinerante. L’opera è nata dal coinvolgimento diretto di persone ospitate in tre diverse residenze e racconta il punto di vista dei caregiver. L’esposizione ha debuttato a Fondazione Casa Serena per poi essere presentata nel 2024 al Meeting delle professioni di cura a Piacenza. Da lì ha iniziato a viaggiare, toccando una decina di residenze nel Nord Italia. A questa prima installazione ne è seguita una seconda, intitolata “Antica merceria”, concepita come un lavoro comunitario che invita a tessere relazioni attraverso l’arte. La mostra fotografica “Il cielo in una stanza”, è stata inaugurata il primo dicembre 2025 a Monza ed è visitabile fino al 6 gennaio presso l’Oasi di San Gerardo. Gli autori degli scatti non sono fotografi professionisti, ma residenti, familiari e operatori della RSA San Pietro, gestita dalla cooperativa La Meridiana. Nel 2026 seguirà una seconda mostra con immagini scattate a “Il Paese Ritrovato”, una struttura dedicata alle persone con demenza.
Quando la vita entra nelle residenze
Tra le iniziative più originali del movimento c’è stata una sfilata di abiti da sposa organizzata nell’ottobre 2025 presso Casa Famiglia Affori a Milano. Residenti, familiari e operatori sono stati invitati a recuperare i loro vestiti nuziali, custoditi per decenni negli armadi. Sono arrivati anche gli abiti dei figli dei residenti, mentre le operatrici si sono trasformate in modelle, un medico ha presentato l’evento, il direttore della struttura è salito in passerella e le receptionist hanno curato la colonna sonora. Infine, lo scorso novembre gli RSA Lovers hanno organizzato a Bergamo un convegno sul tema “Idee verdi per coltivare la cura in RSA”, rivolto ai professionisti del settore. Sono arrivati in cento da tutta Italia, per partecipare a workshop e attività pratiche. Insieme all’Associazione italiana professionisti del verde, i residenti di Fondazione Casa Serena e i bambini di una scuola primaria hanno piantumato alberi e piante, in un’azione simbolica che lega cura della natura e cura delle persone.
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