La rivista americana celebra i protagonisti della rivoluzione tecnologica che ha conquistato 800 milioni di persone
Quest’anno la rivista Time Magazine ha dato il suo ormai tradizionale riconoscimento agli “architetti dell’intelligenza artificiale”. Tra i protagonisti immortalati sulla copertina spiccano nomi come Jensen Huang, al timone di Nvidia, Mark Zuckerberg di Meta, Elon Musk proprietario di X. Insieme alla figura considerata la madrina dell’intelligenza artificiale, Fei-Fei Li. Accanto a loro compaiono Sam Altman di OpenAI, Lisa Su che guida AMD, Dario Amodei di Anthropic e Sir Demis Hassabis, responsabile del laboratorio dedicato all’intelligenza artificiale di Google.
Due copertine per un’unica storia
La decisione della rivista americana non è casuale. Dal lancio di ChatGPT alla fine del 2022, il mondo ha assistito a una trasformazione senza precedenti. Quello che sembrava fantascienza è diventato realtà quotidiana nel giro di pochi mesi. Oggi circa 800 milioni di persone utilizzano settimanalmente il celebre chatbot, secondo quanto dichiarato dallo stesso Altman lo scorso settembre. TIME ha voluto rappresentare questa rivoluzione attraverso due copertine distinte. La prima mostra un’opera artistica dove le lettere “IA” emergono circondate da figure di lavoratori, simbolo dell’impatto che questa tecnologia avrà sul mondo del lavoro. La seconda immortala proprio i leader tecnologici, i volti di chi sta plasmando il domani.
L’IA, più rapida di internet e smartphone
Il caporedattore Sam Jacobs del magazine non ha avuto difficoltà a motivare la scelta. Nessuno, ha spiegato, ha influenzato maggiormente il 2025 rispetto a chi ha immaginato, progettato e dato vita all’intelligenza artificiale. La rivista sottolinea come il dibattito sulla responsabilità nell’utilizzo di questa tecnologia sia stato rapidamente superato da una corsa sfrenata all’implementazione. La diffusione dell’intelligenza artificiale nella vita quotidiana procede a ritmi mai visti prima, persino superiori a quelli che accompagnarono l’avvento di internet o degli smartphone. Molti utilizzatori non si rendono nemmeno conto di interagire con sistemi di IA, talmente è stata capillare l’integrazione in hardware, software e servizi di ogni genere.
La sfida della responsabilità
Il rapporto degli utenti con questa tecnologia è quanto mai variegato. C’è chi preferisce dialogare con i chatbot piuttosto che utilizzare i tradizionali motori di ricerca, affidandosi all’intelligenza artificiale per organizzare viaggi, scegliere regali o scovare nuove ricette. Altri guardano con preoccupazione al consumo energetico necessario per far funzionare questi sistemi, ai dati utilizzati per addestrarli e alle potenziali ripercussioni sul mercato del lavoro, optando per un rifiuto totale. Nik Kairinos, fondatore del laboratorio Fountech AI, ha definito su BBC News le copertine di Time una valutazione sincera dell’influenza esercitata dalla tecnologia, pur mettendo in guardia dal confondere il riconoscimento con l’essere preparati alle conseguenze. Secondo Kairinos, l’intelligenza artificiale può rivelarsi sia una benedizione che una maledizione per l’umanità, e chi sviluppa e commercializza questi strumenti porta sulle spalle un’enorme responsabilità.
I riconoscimenti collettivi delle passate edizioni
Non è la prima volta che TIME assegna il riconoscimento a un gruppo piuttosto che a un singolo individuo. Era già successo nel 2014 con medici e scienziati impegnati contro l’Ebola e nel 2002 con i whistleblower, termine che indica chi, dopo aver constatato illeciti nella struttura pubblica o privata per la quale lavora, li denuncia per dovere civico. Cynthia Cooper, Coleen Rowley e Sherron Watkins, furono all’epoca le eroine che hanno svelato enormi frodi (WorldCom, FBI, Enron), diventando simboli di integrità e denunciando illegalità e irregolarità. Ancora più significativo il precedente del 1982, quando il premio andò al computer, dispositivo che avrebbe cambiato per sempre il modo di lavorare e comunicare. Nel 2006 la rivista fece una scelta ancora più inclusiva, assegnando il titolo a ‘You’ (‘Tu’), per rappresentare il potere degli individui sulla rete, dai contributori di Wikipedia agli utenti di YouTube che stavano ridefinendo il concetto stesso di informazione e intrattenimento.
TUTTE LE ULTIME NOTIZIE SU SPAZIO50.ORG
© Riproduzione riservata
