La Fondazione Agnelli aggiorna il portale che confronta licei e istituti tecnici in base ai risultati universitari e lavorativi. Tre milioni di utenti dal lancio del progetto nel 2014. I dati sui percorsi quadriennali mostrano risultati inferiori alla media.
Milano, cambio della guardia al classico
La mappa della qualità scolastica italiana si aggiorna e porta con sé alcune sorprese. A Milano, il liceo classico Giovanni Berchet scalza il Quasimodo di Magenta dalla vetta della classifica stilata da Eduscopio, il portale che dal 2014 fotografa le performance degli istituti superiori italiani.
Una novità che conferma quanto la competizione tra scuole d’eccellenza resti serrata, con margini sottili a separare gli istituti di punta. Per lo scientifico milanese, invece, nessun cambiamento. Il tandem formato da Alessandro Volta e Leonardo Da Vinci mantiene saldamente i primi due gradini del podio, confermandosi come riferimento consolidato per chi punta a una formazione scientifica di livello.
L’edizione 2025 del portale, curata dalla Fondazione Agnelli, rappresenta uno strumento sempre più utilizzato dalle famiglie italiane nella scelta della scuola superiore.
Dal suo esordio, Eduscopio ha registrato oltre tre milioni di utenti unici e sedici milioni di pagine consultate. Numeri che testimoniano l’esigenza concreta di orientamento in un sistema scolastico variegato e disomogeneo. Il presidente della Fondazione, Andrea Gavosto, ha sottolineato che si tratta di una risorsa accessibile a tutti, pensata per permettere a studenti e genitori di confrontare le scuole del proprio territorio e individuare quella più adatta al profilo e alle aspettative di ciascun ragazzo.
Come funziona il meccanismo di valutazione
Il gruppo di lavoro, coordinato da Martino Bernardi, ha esaminato i dati di un milione e 355mila diplomati provenienti da 8.150 scuole, distribuiti su tre anni scolastici consecutivi: 2019/20, 2020/21 e 2021/22. La metodologia resta immutata rispetto alle edizioni precedenti e si basa su criteri oggettivi che misurano l’efficacia della preparazione scolastica.
Per i licei, l’analisi si concentra sui risultati universitari al primo anno di corso di 811.000 diplomati immatricolati tra il 2020/21 e il 2022/23, valutando sia il numero di esami superati sia la media dei voti ottenuti.
Da questi elementi nasce l’indice Fga, che assegna uguale peso alla velocità nel percorso universitario, misurata dalla percentuale di crediti conseguiti, e alla qualità degli apprendimenti, rappresentata dalla media dei voti agli esami.
A questo si affianca un altro parametro significativo: la percentuale di diplomati in regola, cioè quanti studenti iscritti al primo anno di un istituto raggiungono il diploma cinque anni dopo senza bocciature. Per gli istituti tecnici, invece, il portale valuta anche i risultati occupazionali di circa 618.000 diplomati, considerando chi ha lavorato per più di sei mesi nei due anni successivi al conseguimento del titolo.
Roma conferma, Napoli sorprende, Palermo si rimescola
Nella Capitale, la situazione ai vertici rimane stabile per i licei classici con il Visconti e il Mamiani che occupano ancora le prime due posizioni. Nello scientifico si registra invece un cambio. Dietro al Righi, che mantiene il primato, sale il San Giovanni Battista, scuola paritaria che soppianta il Volterra, istituto statale finora al secondo posto. Un dato che sottolinea come anche le scuole non statali possano raggiungere standard elevati di preparazione.
A Napoli il Convitto Vittorio Emanuele II conserva il primato tra gli scientifici, ma perde la leadership tra i classici dove viene superato dal Pitagora di Pozzuoli. Un sorpasso che premia un istituto della provincia, dimostrando come l’eccellenza non si concentri esclusivamente nei centri urbani principali. Nella provincia di Palermo si registrano invece cambiamenti significativi in entrambi gli indirizzi liceali: tra i classici il Giuseppe Garibaldi prende il posto dell’Umberto I, scivolato al quarto posto, mentre il Giuseppe Salerno di Gangi si posiziona davanti al Luigi Failla Tedaldi di Castelbuono negli scientifici.
Per gli istituti tecnici, Milano vede prevalere ancora una volta il Mercura di Inveruno tra gli economici, con un tasso di occupazione del 74 per cento, mentre il Marie Curie di Cernusco sul Naviglio si conferma al vertice tra i tecnologici. A Roma guidano il Leonardo Da Vinci per gli economici e il Confalonieri-De Chirico per i tecnologici. Poche novità ai primi posti anche a Napoli e Palermo: il Modigliani resta in testa tra gli economici e il Marie Curie tra i tecnologici nel capoluogo campano, mentre in Sicilia l’Enrico Medi mantiene il primato tra i tecnologici e il Giuseppe Salerno di Gangi si colloca davanti al Beccadelli di San Cipirello negli economici.
I quadriennali sotto esame
L’edizione 2025 di Eduscopio dedica un approfondimento ai percorsi quadriennali, introdotti nel 2017 dall’allora ministro Valeria Fedeli e confermati dai successori fino all’attuale titolare del ministero dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, che li ha rivisti nel modello quattro più due.
I dati raccolti su 2.112 diplomati rivelano uno scenario articolato: se i tassi di immatricolazione all’università non presentano differenze significative rispetto ai quinquennali tradizionali, i risultati di studio raccontano un’altra storia. Gli studenti dei percorsi quadriennali ottengono, a parità di condizioni, voti leggermente inferiori rispetto ai compagni che hanno seguito il curriculum standard di cinque anni. E conseguono anche meno crediti formativi.
Un risultato che alimenta il dibattito sull’opportunità di comprimere in quattro anni un percorso formativo tradizionalmente strutturato in cinque.
Le criticità emerse potrebbero dipendere da vari fattori. Un ritmo di studio più intenso che lascia meno tempo per l’assimilazione dei contenuti, un’età inferiore al momento dell’ingresso all’università che potrebbe influire sulla maturità complessiva degli studenti, oppure una selezione iniziale degli istituti che hanno aderito alla sperimentazione. Resta il fatto che i numeri indicano una performance universitaria sotto la media, elemento che le famiglie potrebbero considerare nella scelta del percorso scolastico.
Uno strumento per orientarsi, non una sentenza definitiva
Il portale Eduscopio si conferma uno degli indicatori più consultati per valutare la qualità degli istituti superiori italiani, ma va utilizzato con consapevolezza. I dati fotografano tendenze generali basate su risultati oggettivi e misurabili, ma non possono catturare tutti gli aspetti che rendono una scuola adatta a un determinato studente. Fattori come la didattica innovativa, il clima interno, l’attenzione alle esigenze individuali o le attività extracurriculari restano fuori dai parametri numerici, pur essendo elementi fondamentali nell’esperienza formativa.
Inoltre, le classifiche riflettono medie statistiche che potrebbero non corrispondere al percorso del singolo ragazzo, influenzato da motivazioni personali, metodo di studio e contesto familiare.
La scelta della scuola superiore rimane una decisione complessa che richiede di bilanciare informazioni quantitative con la conoscenza diretta degli istituti, attraverso open day, colloqui con docenti e confronto con studenti ed ex studenti.
© Riproduzione riservata
