Il gruppo italiano della difesa svela il sistema integrato di protezione multidominio per contrastare droni, missili ipersonici e attacchi ibridi. Un mercato da 200 miliardi di euro in dieci anni.
Un’architettura per la sicurezza nazionale
Si chiama “Michelangelo Dome” (La Cupola di Michelangeo) ed è il nuovo sistema avanzato di difesa integrata sviluppato da Leonardo. Il colosso italiano dell’aerospazio e della difesa ha presentato mercoledì 27 novembre, presso le Officine Farneto di Roma, il progetto che ambisce a diventare lo scudo protettivo dell’Italia e dell’Europa.
Il nome evoca chiaramente l’Iron Dome israeliano, ma con un richiamo tutto italiano al genio rinascimentale e alla cupola della Basilica di San Pietro.. Quello che emerge è un sistema pensato non solo per difendere ma per anticipare le minacce in uno scenario globale sempre più complesso e imprevedibile. Il progetto nasce dall’urgenza di proteggere infrastrutture critiche, aree urbane sensibili e asset di interesse strategico attraverso una soluzione modulare e scalabile. Non si tratta di un singolo dispositivo ma di un’architettura completa che integra sensori terrestri, navali, aerei e spaziali di ultima generazione insieme a piattaforme di cyberdifesa, sistemi di comando e controllo, intelligenza artificiale ed effettori coordinati.
La piattaforma crea una cupola dinamica di sicurezza capace di individuare, tracciare e neutralizzare minacce su tutti i domini operativi. Attacchi aerei e missilistici, inclusi missili ipersonici e sciami di droni, offensive dalla superficie e sotto il livello del mare, forze ostili terrestri. Grazie alla fusione avanzata dei dati provenienti da sensori multipli e all’impiego di algoritmi predittivi, il sistema può anticipare comportamenti ostili, ottimizzare la risposta operativa e coordinare automaticamente gli strumenti più idonei al contrasto.
I numeri e le prospettive di mercato
Leonardo stima che il mercato globale dei sistemi di difesa integrati valga circa 1.140 miliardi di euro nei prossimi dieci anni. Di questa cifra, il gruppo italiano ritiene di poter aggredire una fetta pari a 200 miliardi attraverso Michelangelo Dome.
Si tratta di una prospettiva industriale e tecnologica di lungo periodo che conferma l’ambizione dell’azienda di consolidare il proprio ruolo di leader europeo nella sicurezza multidominio. Il progetto si inserisce nei programmi di cooperazione continentale e mira a valorizzare le eccellenze industriali presenti sul territorio nazionale, contribuendo agli obiettivi di autonomia strategica, resilienza tecnologica e integrazione delle capacità difensive europee e della Nato.
Il sistema è concepito come un’architettura aperta, basata sugli standard Nato, che consente a qualsiasi Paese di integrare le proprie tecnologie e piattaforme già esistenti.
Questa “interoperabilità” rappresenta un elemento chiave per la costruzione di un ecosistema difensivo europeo congiunto, capace di adattarsi alle minacce presenti e future. Leonardo ha già avviato collaborazioni con importanti partner internazionali tra cui Rheinmetall, Bayraktar, Airbus, Thales, Bae Systems e Mitsubishi. È già stato istituito un gruppo di lavoro comune, composto dal gruppo italiano e dalle Forze armate, per definire un’architettura difensiva su misura delle necessità nazionali. I tempi di sviluppo prevedono la piena operatività dal 2028, con un’evoluzione completa entro la fine del decennio.
Una nuova identità per Leonardo
Con Michelangelo Dome, Leonardo compie un salto tecnologico significativo che ridefinisce la sua identità industriale. Il gruppo si posiziona come integratore multidominio, evolvendosi da un modello di business basato prevalentemente sul manufacturing verso uno a maggiore contenuto tecnologico e software.
Il progetto Michelangelo Dome può essere impiegato per proteggere basi militari, porti, aeroporti, infrastrutture critiche civili e industriali, oltre ad aree urbane in occasione di grandi eventi. L’obiettivo dichiarato è neutralizzare qualsiasi minaccia esterna prima che possa arrecare danni alla sicurezza nazionale ed europea.
Ma c’è un anche un punto etico cruciale. Se l’Occidente vuole rispettare gli standard etici nella condotta bellica, deve dotarsi di queste tecnologie, altrimenti rischia di essere sopraffatto da avversari che non si pongono gli stessi limiti nell’utilizzo dell’intelligenza artificiale.
Lo scudo europeo prende forma
Michelangelo Dome rappresenta dunque la risposta italiana ed europea alle sfide della sicurezza contemporanea. Il sistema non mira solo a intercettare minacce cinetiche tradizionali ma anche a contrastare attacchi ibridi che combinano dimensioni militari, informatiche e di intelligence.
La capacità di gestire simultaneamente minacce eterogenee attraverso l’interconnessione tra cielo, terra, mare e spazio costituisce l’elemento innovativo dell’architettura. Il progetto sarà al centro del prossimo aggiornamento di piano industriale del gruppo, atteso entro i primi mesi del 2026, probabilmente entro marzo.
Credit foto: leonardo.com
© Riproduzione riservata
