L’Asl astigiana presenta un modello innovativo che collega ospedale, hospice e territorio. Prima l’insediamento del Tavolo Tecnico, poi l’apertura del nuovo spazio per i colloqui e una biblioteca didattica all’ospedale Cardinal Massaia.
Il mantello della solidarietà
L’11 novembre è una data che richiama un gesto antico di solidarietà: San Martino di Tours che divide il proprio mantello per offrirlo a chi aveva freddo.
Quel pallium (mantello), in latino, ha dato il nome alle cure palliative, un’assistenza che mette al centro la dignità della persona malata e il sollievo dalla sofferenza. Ed è proprio in questa giornata che l’Asl di Asti ha scelto di compiere un passo significativo, presentando la nascita della Rete delle Cure Palliative e inaugurando nuovi spazi pensati per accogliere pazienti e familiari in momenti delicati.
Un modello che unisce ospedale, hospice e assistenza domiciliare
La Rete delle Cure Palliative rappresenta una risposta organizzativa che l’Asl AT aveva maturato nel tempo e che ora prende forma concreta.
L’idea è collegare in maniera più fluida l’ospedale Cardinal Massaia, l’Hospice Monferrato di Nizza, le residenze sanitarie assistenziali e l’assistenza domiciliare. Non più percorsi separati, ma un coordinamento vero tra i diversi livelli di cura. A guidare questo lavoro ci sarà il Tavolo Tecnico che si è insediato lunedì 10 novembre presso l’Asl AT, con referenti clinici, rappresentanti dell’Ordine dei Medici, delle Professioni Infermieristiche e del Terzo Settore.
L’équipe multidisciplinare che opera da anni sul territorio avrà strumenti più precisi per valutare i bisogni dei pazienti in modo tempestivo e coordinare gli interventi. Francesco Pinta, responsabile della Struttura, ha sottolineato che l’obiettivo rimane quello di migliorare la qualità di vita di chi soffre e delle persone che gli stanno accanto, attraverso un approccio che consideri non solo gli aspetti fisici ma anche quelli psicologici, sociali e spirituali.
La “Stanza di Virgi e Nonno Giò”
Martedì 11 novembre, alle 11, al secondo piano del Cardinal Massaia sarà inaugurata la “Stanza di Virgi e Nonno Giò”.
Un nome che dice già molto. Lo spazio nasce dalla gratitudine delle famiglie Oddone e Scarrone, che hanno voluto ringraziare l’équipe palliativa che li aveva assistiti. Non è un ambulatorio classico, ma un ambiente pensato per i colloqui, per dare il tempo necessario alle parole, per costruire quella relazione di fiducia che fa parte della cura stessa. Qui pazienti, familiari e operatori possono confrontarsi in un contesto più raccolto, lontano dalla frenesia dei reparti. È uno spazio che umanizza il percorso di assistenza, rendendo ogni momento di dialogo parte integrante della terapia.
Nello stesso contesto è stata aperta anche la Biblioteca Didattica delle Cure Palliative, realizzata con il contributo dell’Associazione Con Te OdV, che ha messo a disposizione testi e materiali formativi per personale sanitario e utenti.
Cresce il bisogno di cure palliative
I numeri raccontano una realtà che non può essere ignorata. In Italia oltre 300mila anziani necessitano di terapie palliative per affrontare malattie complesse, progressive e inguaribili. La legge riconosce questo diritto, eppure la copertura effettiva è molto bassa.
Le stime dell’Organizzazione mondiale della Sanità, valide anche per il nostro Paese, indicano che appena il 15% del bisogno viene soddisfatto. E la situazione è destinata a peggiorare con l’invecchiamento della popolazione e l’aumento delle patologie croniche. Per questo motivo la Società Italiana di Gerontologia e Geriatria, insieme ad altre società scientifiche, associazioni e fondazioni, ha avviato la prima grande indagine sullo stato delle cure palliative in ospedali e residenze per anziani. Martedì 11 novembre, anche nei reparti di Geriatria e Medicina del Cardinal Massaia di Asti sarà distribuito un questionario per rilevare la presenza di pazienti con bisogni di assistenza palliativa. Il sondaggio coinvolgerà 144 residenze sanitarie e 207 reparti ospedalieri in tutta Italia, con oltre 3000 pazienti. E servirà a fotografare la situazione reale, fornendo dati concreti su cui costruire politiche sanitarie più efficaci.
Dario Leosco, coordinatore dell’indagine e presidente della Sigg, ha spiegato che numerose evidenze scientifiche dimostrano come l’introduzione precoce delle cure palliative, già nelle fasi iniziali, sia associata a miglioramenti significativi nella capacità dell’anziano di affrontare la malattia. Con ricadute positive sul benessere globale del paziente e dei suoi familiari.
Graziano Onder, co-coordinatore dell’indagine, ha aggiunto che le cure palliative precoci non solo migliorano la qualità della vita, ma contribuiscono anche a un sistema sanitario più sostenibile. Il motivo? Riducono i costi complessivi dei trattamenti e la durata dei ricoveri ospedalieri. Monica Torrini, dirigente medico di Geriatria all’ospedale Careggi di Firenze, ha sottolineato che non solo gli hospice e le unità domiciliari, ma anche le strutture residenziali e gli ospedali devono concorrere in modo complementare alla gestione di anziani vulnerabili che necessitano di cure palliative specifiche, continue e personalizzate.
Un’assistenza che guarda alla persona, non solo alla malattia
L’indagine nazionale prenderà in considerazione indicatori precisi: dolore, ulcere da decubito, malnutrizione, capacità deambulatoria, delirium. Tutti elementi che permettono di identificare precocemente i pazienti che necessitano di cure palliative. Valutando anche la severità della malattia, la perdita di autonomia, il declino cognitivo e i ricoveri non programmati.
La Giornata nazionale delle cure palliative diventa così un’occasione per sensibilizzare operatori e cittadini, ma anche per raccogliere dati che aiutino a capire dove e come intervenire.
L’iniziativa promossa dall’Asl di Asti si inserisce in questo contesto più ampio. Con la volontà di costruire percorsi formativi per il personale sanitario, i medici di medicina generale e i caregiver, e di mettere a punto strumenti per una valutazione più rapida dei bisogni assistenziali. La Rete delle Cure Palliative punta a garantire che ogni persona, in ogni fase della malattia, possa ricevere l’assistenza adeguata nel luogo più appropriato. Soprattutto, senza fratture nel percorso di cura e con un’attenzione particolare alla dimensione umana e relazionale.
Credit foto: asl.at.it
© Riproduzione riservata
