(Adnkronos) – La giudice per l’udienza preliminare di Milano Patrizia Nobile ritiene il cosiddetto decreto ‘salva Olimpiadi’ del governo incostituzionale e manda gli atti alla Consulta. La gip ritiene la questione sollevata dalla Procura di Milano “legittima” e dunque “sospende il giudizio in corso nei confronti degli indagati e i relativi termini di prescrizione fino alla data di definizione del giudizio incidentale di legittimità costituzionale con restituzione degli atti al giudice procedente. Dispone l’immediata trasmissione degli atti del procedimento alla Corte Costituzionale”.
Lo scorso aprile la Procura di Milano aveva chiesto l’archiviazione dell’inchiesta sulla Fondazione Milano-Cortina, sollevando davanti alla gip Nobile la questione di incostituzionalità della norma del governo relativamente alla natura (c’era il dilemma tra natura pubblica o privata) della fondazione stessa che impedirebbe ai magistrati di procedere nell’inchiesta su corruzione e turbativa d’asta su presunte irregolarità negli appalti dei servizi digitali. Due le opzioni sul tavolo: considerare privata la Fondazione e quindi archiviare gli indagati, oppure dubitare della costituzionalità della legge e sottoporre la norma al vaglio della Consulta come passaggio necessario per poter assumere la decisione sull’archiviazione o meno.
E’ la seconda alternativa che oggi viene accolta dalla gip Nobile che ‘sospende’ il giudizio nei confronti dell’ex ad di Milano Cortina, Vincenzo Novari, sull’ex dirigente Massimiliano Zuco e sull’imprenditore Luca Tomassini indagati per presunte irregolarità sugli appalti dei servizi digitali dei Giochi olimpici e paralimpici del 2026. Un decreto ‘ad hoc’ irragionevole che crea una “zona franca”, Nobile bolla così il decreto del governo sulla fondazione Milano-Cortina.
Nel suo provvedimento ritiene non infondato il tema sollevato dalla Procura di Milano sulla questione di incostituzionalità in merito alla natura della Fondazione che impedirebbe ai magistrati, nel caso fosse privata come sostenuto dall’intervento del governo, di procedere nell’inchiesta su corruzione e turbativa d’asta su presunte irregolarità negli appalti dei servizi digitali. Attraverso una norma “dettata ad hoc” per Fondazione Milano Cortina 2026, il legislatore “interviene sottraendo detto ente all’operatività delle norme imperative pubblicistiche che regolano la contrattazione delle amministrazioni pubbliche, nel mentre è in corso un procedimento penale e segnatamente subito dopo la discovery operata dal pubblico ministero con l’esecuzione di un decreto di perquisizione ed il deposito degli atti nell’ambito della procedura di Riesame” ricorda la giudice nel suo provvedimento.
Una “sottrazione” alle norme di diritto pubblico che non trova d’accordo la magistrata che interviene sull'”irragionevolezza dell’intervento normativo” che “è tanto più palese se si considerano gli interessi giuridici protetti dalla normativa che si è resa inoperativa”. In particolare, la norma in questione “crea una irragionevole zona franca per i dipendenti di quell’ente i quali – a dispetto degli interessi pubblici che sono deputati a gestire e del paracadute economico creato dalle garanzie pubbliche di cui l’ente si avvale – godono di una sostanziale ‘immunità, con evidente disparità di trattamento” per i dipendenti. Per la giudice, secondo la quale il decreto viola la direttiva unionale 2014/24 sugli appalti pubblici, neppure il riferimento alla “complessità” dell’attività di organizzazione dei Giochi Olimpici e Paralimpici “appare idoneo ad integrare il presupposto della ‘straordinaria necessità ed urgenza’, che pure si assume nel preambolo del decreto” del giugno 2024.
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