Il Parlamento sammarinese ratifica il decreto che introduce il contratto di Coabitazione Intergenerazionale Temporanea, un progetto innovativo che mette in connessione giovani e anziani per affrontare insieme l’emergenza abitativa e la solitudine. Canoni calmierati al 50% del mercato e un nuovo modello di solidarietà tra generazioni.
Un provvedimento per rispondere all’emergenza casa
Il Consiglio Grande e Generale di San Marino ha ratificato con voto unanime il Decreto Delegato 01/09/2025 n.111 sulla Coabitazione Intergenerazionale Temporanea.
Si tratta di una misura inserita nell’ambito della legge 64/2025, dedicata agli interventi straordinari per l’emergenza casa nella Repubblica. Il provvedimento ha raccolto un consenso trasversale tra maggioranza e opposizione, segno dell’importanza riconosciuta a questa iniziativa che punta a rivoluzionare il modo di affrontare due problemi sociali crescenti. La difficoltà dei giovani nel trovare alloggi accessibili e l’isolamento degli anziani.
Il Segretario di Stato per il Territorio e l’Ambiente Matteo Ciacci ha sottolineato come la legge miri a riempire momenti di solitudine degli anziani offrendo contemporaneamente ai giovani alloggi al 50% del canone di mercato.
Durante i lavori parlamentari, il consigliere Guerrino Zanotti di Libera ha definito il provvedimento uno strumento utile a rafforzare la coesione sociale, mentre il relatore unico Gaetano Troina di Domani-Motus Liberi lo ha descritto come un passo strategico verso politiche abitative innovative. La Segreteria di Stato ha annunciato campagne informative e la pubblicazione di FAQ per i cittadini interessati, mentre sono stati accolti due emendamenti di Repubblica Futura presentati da Matteo Casali, che introducono uno schema contrattuale tipo e regole sulla frequenza delle convocazioni della Commissione preposta.
Come funziona la coabitazione tra generazioni diverse
Il contratto di Coabitazione Intergenerazionale Temporanea (CIT), rientra nel contesto del co-housing e prevede la convivenza di persone di età diverse per favorire la solidarietà tra le generazioni. Secondo quanto stabilito dalla normativa, possono accedere al CIT da un lato studenti universitari o titolari di permesso di soggiorno stagionale per motivi di lavoro con età compresa tra i 18 e i 30 anni, dall’altro residenti che abbiano compiuto almeno 65 anni d’età. La convivenza viene regolata da un contratto con canone calmierato, la cui durata massima è di dodici mesi consecutivi, eventualmente rinnovabili.
L’obiettivo finale è valorizzare il supporto reciproco tra generazioni attraverso servizi specifici. I giovani ospiti sono chiamati a fornire compagnia, aiuto digitale e domestico definito “leggero”, assistenza relazionale e sociale non sanitaria. Non si tratta quindi di assistenza sanitaria o di badanza in senso stretto, ma di un accompagnamento che può fare la differenza nella vita quotidiana di una persona anziana. La normativa esclude esplicitamente la possibilità di stipulare contratti di CIT nei casi di residenza atipica, garantendo così che lo strumento sia utilizzato con finalità genuinamente sociali. Il decreto prevede inoltre che il Congresso di Stato stabilisca le caratteristiche dimensionali minime dell’immobile oggetto di contratto, il regime fiscale applicabile e le forme di matching tra domanda e offerta, assicurando un sistema organizzato e trasparente.
Un nuovo modello abitativo
Il CIT si inserisce in un quadro normativo più ampio che San Marino ha adottato per far fronte all’emergenza abitativa. La legge 64/2025 approvata dal Consiglio Grande e Generale introduce infatti una serie di strumenti straordinari volti a incrementare l’offerta di abitazioni disponibili e garantire il diritto alla casa, con particolare attenzione alle fasce più vulnerabili della popolazione. Tra le misure previste figurano finanziamenti nella forma del contributo in conto interessi con garanzia a carico dello Stato, bonus ristrutturazioni per interventi di riqualificazione energetica, l’istituzione del contratto di locazione con riscatto e l’introduzione del canone calmierato.
Quest’ultimo aspetto risulta particolarmente rilevante anche per il CIT: il canone calmierato viene determinato attraverso una formula che tiene conto del numero di vani utili dell’immobile, con coefficienti che vanno da 2.100 euro per immobili fino a due vani a 1.645 euro per immobili oltre gli 8,5 vani. Il sistema fiscale prevede inoltre un trattamento agevolato per i proprietari che applicano canoni calmierati: il reddito imponibile derivante dalla locazione è pari al 20% del canone quando questo è uguale o inferiore a quello calmierato, mentre sale al 60% se il canone applicato supera la soglia stabilita. Un meccanismo che incentiva i proprietari a offrire affitti sostenibili. Parallelamente, la Repubblica ha avviato un monitoraggio degli immobili sfitti attraverso una banca dati online, con l’obiettivo di mappare il patrimonio abitativo non utilizzato e favorirne la messa a disposizione del mercato.
Esempi europei: dalla Svizzera ai Paesi Bassi
L’esperienza sammarinese si inserisce in un panorama europeo dove la coabitazione intergenerazionale sta raccogliendo crescente attenzione come risposta a sfide comuni. Diverse realtà hanno già sperimentato con successo modelli analoghi. A Zurigo, il progetto Kraftwerk 2 ospita famiglie con bambini, giovani coppie, single e anziani che condividono spazi comuni e momenti della quotidianità, dai pasti serali alla gestione di un “elenco delle presenze” per garantire compagnia reciproca.
A Bruxelles, il progetto Calico coinvolge 34 appartamenti con un giardino di comunità, dove la diversificazione sociale e generazionale degli abitanti favorisce la cura reciproca e l’accesso ad alloggi di qualità.
Particolarmente emblematico risulta il progetto Humanitas a Deventer, nei Paesi Bassi, dove studenti universitari vivono gratuitamente in una casa di riposo per anziani in cambio di 30 ore mensili di volontariato con i residenti. In Italia, il Comune di Padova ha avviato dal 2023 una sperimentazione che ha portato nel 2024 all’attivazione di 17 convivenze intergenerazionali, alcune delle quali anche interculturali con studenti stranieri. A Trento, Casa alla Vela ospita cinque anziane e sei studenti universitari, mentre a Roma il progetto Homefull coinvolge coppie formate da senior e giovani migranti. Secondo studi condotti in Italia, queste forme di coabitazione possono generare risparmi fino al 30% sui costi di vita, garantendo maggiore sicurezza personale e socialità diffusa, oltre a ridurre gli accessi inappropriati al pronto soccorso e le ospedalizzazioni tra la popolazione anziana.
Dalla teoria alla pratica
La coabitazione intergenerazionale rappresenta quindi una risposta concreta ai bisogni di una società che cambia, un modello di mutuo aiuto e inclusione capace di rafforzare i legami comunitari e generare benessere sociale diffuso. San Marino si allinea così a esperienze già consolidate in altri Paesi europei, scommettendo su un’idea che supera il semplice aspetto economico per abbracciare una dimensione di solidarietà e scambio tra generazioni.
SI passa ora alla fase operativa. Rendere accessibile e comprensibile il sistema di matching tra domanda e offerta, garantire tutele adeguate per entrambe le parti e monitorare l’effettiva applicazione di un provvedimento che, sulla carta, sembra rispondere a esigenze reali del territorio.
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