Prima di praticare una ovarioectomia od orchiectomia è necessario valutare una serie di importanti fattori. Per fare chiarezza ed evitare che questi interventi vengano eseguiti in maniera indistinta, la World Small Animal Veterinary Association (Wsava) ha recentemente pubblicato le prime “Linee guida mondiali sul controllo della riproduzione”
«Non è più sostenibile la decisione di sterilizzare regolarmente e indistintamente tutti gli animali non destinati alla riproduzione». Ad affermarlo è la World Small Animal Veterinary Association (Wsava), che ha recentemente emanato le “Linee guida globali sul controllo della riproduzione nel cane e nel gatto”, manuale scientifico sul controllo della riproduzione e le metodiche chirurgiche disponibili, utile ai medici veterinari per effettuare scelte basate sulla scienza salvaguardando il benessere degli animali.
Per una scelta consapevole
Prima di eseguire una ovariectomia o una orchiectomia – rispettivamente l’asportazione delle ovaie nelle femmine e dei testicoli nel maschio – cani e gatti vengono sottoposti a una visita clinica e a una serie di esami per valutarne lo stato di salute, senza trascurare l’analisi di importanti fattori come genetica, sesso, età, razza, stile di vita, stato di salute e personalità.
Alcune razze ad esempio, se sterilizzate, corrono un maggior rischio di sviluppare determinate problematiche. Il veterinario è tenuto quindi a fornire tutte le informazioni ai proprietari dei pet, illustrando per ogni singolo caso vantaggi e rischi della procedura, valutando attentamente i possibili effetti post-anestesia e post-intervento o spiegando gli eventuali motivi per cui sarebbe preferibile attendere, evitare o magari optare per la sterilizzazione chimica.
Sterilizzazione chirurgica o chimica
La sterilizzazione chirurgica è una scelta definitiva e, proprio per questo, rappresenta un motivo in più per considerare attentamente tutti i possibili effetti prima di procedere. In genere, è consigliabile optare in primis per la sterilizzazione chimica, utilizzata di routine negli allevamenti o quando nella stessa abitazione convivono cani di razze diverse.
Insorgenza di tumori e altre alterazioni
In determinate razze o incroci di cani la sterilizzazione può portare all’insorgenza di tumori quali emagiosarcoma, mastocitoma, osteosarcoma e carcinoma delle cellule di transizione e, nel maschio, adenocarcinoma prostatico. Si possono riscontrare anche problemi endocrinologici come l’ipotiroidismo, ma anche ortopedici quali displasia dell’anca e del gomito, osteocondrite dissecante, malattia dei dischi intervertebrali e problemi sul legamento crociato (CCL). Non di rado, si evidenziano inoltre malattie del sistema immunitario. L’incontinenza, infine, è uno degli effetti collaterali più frequenti che si registrano nel post sterilizzazione.
Tumori mammari femminili e prevenzione
Nel cane di sesso femminile effettuare la sterilizzazione prima della pubertà può contribuire a prevenire l’insorgenza dei tumori mammari, ma solo quelli con recettori per gli estrogeni; una tipologia di tumore che si riscontra soprattutto nella gatta ed è ad altissima malignità.
Le conseguenze sul metabolismo basale
Nel cane e nel gatto, l’asportazione delle gonadi – sia maschili che femminili – determina un rallentamento del metabolismo basale con un conseguente rischio di eccesso ponderale, evenienza da considerare con attenzione, soprattutto quando l’animale già tende al sovrappeso. Le variazioni degli ormoni sessuali che si verificano dopo l’intervento hanno un ruolo rilevante sull’insorgenza dell’obesità, per gli effetti diretti che hanno sui centri cerebrali e per quelli indiretti sul metabolismo cellulare e sugli ormoni regolatori del cibo.
Effetti sul comportamento
Gli ormoni sessuali sono regolatori del comportamento. Prima di sottoporre il proprio pet alla sterilizzazione, è quindi opportuno chiedere anche la consulenza del medico comportamentalista, che può fornire un’attenta valutazione tra pro e contro. In entrambe le specie, l’intervento è utile per ridurre l’aggressività in base all’età in cui viene effettuato e, nei gatti maschi, per evitare marcature. Tuttavia, in caso di cani e gatti fobici o ansiosi, oppure affetti da altre patologie comportamentali, l’intervento non è sempre consigliato perché il loro quadro clinico potrebbe peggiorare.
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