A celebrare l’iniziativa della diciassettenne è il quotidiano britannico Time. La giovane attivista ci racconta il progetto e confessa: «Da grande voglio migliorare la vita degli altri con la tecnologia»
I nonni sono una risorsa per i nipoti. Ma quanto i nipoti possano essere una risorsa per i nonni viene riconosciuto molto meno. Lo racconta bene la storia di Tejasvi Manoj, giovane innovatrice e attivista statunitense di origini indiane, nominata “Kid of the Year 2025” (Ragazza dell’anno) dal quotidiano britannico Time. Per quale motivo? “Per il suo lavoro di servizio nell’insegnare l’alfabetizzazione digitale gli anziani per proteggersi dal crimine informatico”, recita la motivazione. Tutto è iniziato, come ci racconterà lei stessa, a seguito di una disavventura accaduta al nonno.
Tejasvi Manoj ha 17 anni e frequenta l’ultimo anno di liceo a Dallas. Nata a Los Angeles, si è trasferita in Texas quando frequentava la terza elementare.
Quali sono i tuoi interessi e le tue passioni?
Sono da tempo appassionata di tecnologia, sicurezza informatica. Mi interessa soprattutto il possibile utilizzo dell’intelligenza artificiale per il bene sociale. E poi mi piace leggere, guardare film, suonare il violino, programmare e fare scautismo: recentemente ho ottenuto il grado di Eagle Scout (il più alto grado che si possa ottenere all’interno del programma Boy Scouts of America, ndr). Faccio anche volontariato presso organizzazioni come la North Texas Food Bank e l’organizzazione “Vibha” (in sanscrito, “luce”), dove faccio da tutor ai rifugiati del Bhutan.
Quando e perché hai iniziato a occuparti di truffe e di anziani?
Il mio interesse è nato quando mio nonno è quasi caduto nella trappola di qualcuno che, fingendosi un familiare, gli chiedeva soldi. Per fortuna ce ne siamo accorti in tempo, ma in quel momento ho capito quanto gli anziani possano essere vulnerabili online. Mi ha colpito poi scoprire che le persone con più di 60 anni perdono miliardi ogni anno a causa di truffe informatiche, spesso senza denunciarle. Quell’esperienza mi ha fatto comprendere che la sicurezza informatica non dovrebbe proteggere solo i sistemi, ma anche le persone. Ho quindi deciso di utilizzare la mia passione per la programmazione per rendere Internet più sicuro per gli anziani, aiutandoli a utilizzare la tecnologia con sicurezza e dignità.
Hai inventato ‘Shield Seniors’ ed è questo uno dei motivi per cui sei stata premiata. Di che si tratta?
Ho avuto l’idea di Shield Seniors quando avevo 15 anni, poco dopo l’esperienza di “quasi truffa” di mio nonno. In quel periodo, mi stavo immergendo sempre di più nell’intelligenza artificiale e nella sicurezza informatica. Volevo unire ciò che stavo imparando al mio desiderio di aiutare gli altri, così ho iniziato a progettare una piattaforma in grado di istruire, analizzare e proteggere gli anziani dalle truffe online. Con l’aiuto di professionisti del settore e il forte supporto della mia comunità locale, ho trasformato quell’idea in un prototipo funzionante, volto a consentire agli anziani di rimanere sicuri e fiduciosi online. E così è nato il progetto Shield Seniors.
Come funziona?
La piattaforma, per ora disponibile come sito web in modalità anteprima privata, è composta da quattro sezioni principali. La prima è ‘Impara’ e fornisce le basi della sicurezza in rete e gli strumenti per riconoscere le truffe, creare password complesse e proteggere la privacy, in un linguaggio chiaro e semplice. La seconda si chiama ‘Chiedi’ ed è un chatbot basato sull’intelligenza artificiale, che risponde a domande sulla sicurezza informatica con frasi brevi e semplici, progettate per essere facilmente comprensibili anche per gli anziani. La terza è ‘Analizza’ e consente agli utenti di caricare screenshot o e-mail, così che l’intelligenza artificiale possa verificare se si tratti di un messaggio sicuro o di una truffa. La quarta si chiama ‘Segnala’ e accompagna gli anziani nella segnalazione rapida e semplice di messaggi sospetti, fornendo indicazioni e link per proteggere sé stessi e gli altri dalle truffe.
Che riscontro state ricevendo dagli anziani?
Il feedback è stato incredibilmente incoraggiante. Gli anziani apprezzano particolarmente la funzione ‘Analizza’: dicono che li aiuta a sentirsi più consapevoli e sicuri quando gestiscono messaggi sospetti. Durante i primi test, alcuni hanno trovato il testo troppo complesso o troppo piccolo per essere letto facilmente, quindi ho semplificato il linguaggio, aumentato la dimensione del carattere e modificato la combinazione di colori per renderlo più accessibile. Il loro feedback ha plasmato ogni aspetto del design: la piattaforma è davvero costruita con gli anziani e per gli anziani.
Come immagini il futuro di questo progetto?
Ho intenzione di espandere Shield Seniors a livello nazionale, collaborando con centri per anziani, biblioteche e organizzazioni comunitarie e vendendo il prodotto direttamente agli anziani e alle loro famiglie. Il mio prossimo obiettivo è integrare funzionalità vocali, in modo che gli anziani possano “parlare” con l’intelligenza artificiale invece di digitare. Sto anche valutando collaborazioni con enti governativi e programmi no-profit per promuovere l’educazione alla sicurezza digitale per gli anziani di tutto il mondo.
Cosa vuoi fare da grande?
Voglio combinare informatica e impatto sociale per progettare tecnologie che migliorino la vita degli altri, soprattutto di coloro che spesso vengono lasciati indietro dall’innovazione digitale. Il mio sogno è studiare informatica in una delle migliori università e continuare a sviluppare soluzioni basate sull’intelligenza artificiale che proteggano e diano potere alle persone, dalla sicurezza informatica all’accessibilità sanitaria.
Cosa significa per te questo premio?
Essere nominata “Kid of the Year” da TIME mi sembra ancora irreale: è qualcosa che non avrei mai immaginato. Stavo solo cercando di aiutare mio nonno e altri anziani a rimanere al sicuro online. Questo riconoscimento, insieme all’incredibile supporto della Allstate Foundation, mi ha davvero cambiato la vita: mi ha dato una voce più forte e la possibilità di raggiungere più persone. Mi sento grata e ancora più motivata a continuare a costruire un mondo digitale più sicuro per gli anziani.
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