A Villa Serena nasce uno spazio innovativo dove allenare le funzioni cognitive attraverso attività di gruppo. Il progetto si ispira al modello modenese e punta a creare una rete di centri per l’invecchiamento attivo in tutta la città.
Un nuovo spazio per la terza età nel quartiere Savena
Bologna apre le porte alla prima Palestra della Memoria, un progetto che rappresenta una vera novità nel panorama dei servizi dedicati agli anziani. La struttura sorge a Villa Serena, nel quartiere Savena, e si rivolge specificamente alle persone con più di 65 anni che vogliono mantenere attiva la mente e coltivare relazioni sociali.
L’iniziativa prende spunto dall’esperienza già consolidata di Modena, dove le palestre della memoria sono attive da tempo con risultati incoraggianti. L’Azienda USL di Bologna ha deciso di replicare questo modello, convinta che la prevenzione del deterioramento cognitivo passi anche attraverso attività strutturate e l’aggregazione. Non si tratta di un ambulatorio medico né di un centro diurno tradizionale: è piuttosto un luogo dove gli anziani possono ritrovarsi regolarmente per esercitare memoria, attenzione e ragionamento con il supporto di volontari appositamente formati.
Il contesto demografico locale rende questo tipo di intervento particolarmente urgente. L’invecchiamento della popolazione è una realtà con cui Bologna fa i conti da anni, e i dati parlano chiaro: aumentano le persone sole, crescono i casi di fragilità cognitiva e si moltiplicano le richieste di assistenza.
La Palestra della Memoria vuole inserirsi in questo quadro come strumento di prevenzione, agendo prima che i problemi diventino gravi. L’idea di fondo è semplice ma efficace: mantenere il cervello allenato può rallentare l’insorgenza di deficit cognitivi, esattamente come l’attività fisica aiuta a preservare la salute del corpo.
Come funziona la palestra e chi può partecipare
Le attività proposte sono varie e pensate per stimolare diverse aree cognitive. Si va dagli esercizi di memoria a breve e lungo termine fino ai giochi di logica, passando per attività che lavorano sull’orientamento spaziale e temporale. Tutto avviene in gruppo, perché la dimensione sociale è considerata altrettanto importante di quella cognitiva. I partecipanti si incontrano con cadenza regolare, seguiti da volontari che hanno ricevuto una formazione specifica per guidare le sessioni. Questi volontari non sono professionisti sanitari, ma cittadini che hanno deciso di mettere a disposizione il proprio tempo dopo aver seguito un percorso formativo organizzato dall’AUSL. Il loro ruolo è fondamentale: creano un clima accogliente, facilitano le attività e diventano un punto di riferimento per chi frequenta la palestra.
Per aderire non servono requisiti particolari, se non l’età minima di 65 anni e la voglia di mettersi in gioco. La partecipazione è gratuita e non richiede prescrizioni mediche. L’accesso è aperto a tutti gli anziani del territorio che si sentono in forma ma vogliono mantenersi attivi, oppure a chi avverte qualche piccolo calo di memoria e cerca uno spazio dove affrontare il tema senza ansie.
La formula è pensata per essere inclusiva e non medicalizzante: nessuno deve sentirsi “malato” per varcare quella soglia. Anzi, l’obiettivo è proprio normalizzare il tema del decadimento cognitivo, trattandolo come una questione che riguarda tutti e su cui si può intervenire.
Il modello modenese e i risultati ottenuti
L’esperienza di Modena ha fatto da apripista. Nella provincia emiliana le Palestre della Memoria sono operative da diversi anni e hanno coinvolto centinaia di anziani.
I dati raccolti mostrano che chi partecipa con regolarità ottiene benefici misurabili: migliora la capacità di concentrazione, si mantiene più autonomo nelle attività quotidiane e riferisce un maggiore benessere psicologico. Ma c’è un altro aspetto, forse meno quantificabile ma altrettanto rilevante: molti partecipanti hanno trovato in questi spazi nuove amicizie e occasioni di socialità che altrimenti non avrebbero avuto. La solitudine è uno dei grandi nemici della terza età, e questi luoghi si sono rivelati efficaci nel contrastarla.
A Modena il modello si basa su una rete capillare di palestre distribuite sul territorio, ciascuna gestita in collaborazione con associazioni locali e circoli. Questa ramificazione ha permesso di raggiungere anche le zone periferiche e i piccoli centri, evitando che l’iniziativa restasse confinata nelle aree urbane più servite.
Bologna intende seguire la stessa strada. Villa Serena è solo il primo tassello, ma l’idea è quella di aprire altre sedi nei quartieri cittadini per garantire un’offerta diffusa. L’AUSL ha già avviato contatti con diverse realtà associative per individuare nuove location e reclutare altri volontari.
Volontariato e partecipazione civica al centro del progetto
Attenzione però: senza i volontari, le Palestre della Memoria non potrebbero esistere. L’AUSL di Bologna ha lanciato un appello per trovare cittadini disponibili a dedicare qualche ora alla settimana a questa causa.
La risposta è stata positiva, ma il fabbisogno resta alto. Servono persone motivate, capaci di relazionarsi con gli anziani e disposte a seguire un percorso formativo. Il corso per volontari prevede incontri teorici e pratici, durante i quali vengono illustrate le tecniche di stimolazione cognitiva, le modalità di gestione del gruppo e le strategie per creare un ambiente sereno e stimolante. Non è richiesta alcuna competenza sanitaria specifica, ma serve sensibilità e una buona dose di empatia.
Il coinvolgimento dei volontari trasforma questo progetto in un esempio di cittadinanza attiva. Non si tratta solo di erogare un servizio, ma di costruire relazioni tra generazioni e di valorizzare il ruolo sociale degli anziani. Chi partecipa come volontario spesso racconta di aver ricevuto più di quanto abbia dato: storie di vita, saggezza, capacità di affrontare le difficoltà con ironia. Insomma, uno scambio autentico che arricchisce entrambe le parti. Questo aspetto relazionale è uno dei punti di forza del modello e spiega perché tante persone decidano di impegnarsi stabilmente.
Villa Serena: un polo per l’invecchiamento attivo
La scelta di Villa Serena non è casuale, dato che la struttura si trova in una zona ben collegata del quartiere Savena e dispone di spazi adeguati per ospitare le attività.
Ma c’è di più: l’obiettivo è fare di questo luogo un vero e proprio polo per l’invecchiamento attivo, dove la Palestra della Memoria si integra con altri servizi e iniziative rivolti alla terza età. Si parla di laboratori artistici, corsi di movimento, incontri informativi su temi di salute e benessere. L’idea è creare un ecosistema in cui l’anziano possa trovare risposte diverse a bisogni diversi, sempre con un approccio preventivo e partecipativo.
Villa Serena vuole diventare un punto di riferimento non solo per chi la frequenta, ma per l’intero quartiere. Un luogo dove si sperimenta un nuovo modo di vivere la vecchiaia, lontano dai luoghi comuni e dagli stereotipi. Qui non ci sono pazienti passivi, ma cittadini attivi che continuano a coltivare interessi, a imparare, a stare insieme. È un cambio di prospettiva importante, che richiede anche un cambiamento culturale: bisogna smettere di considerare l’invecchiamento come un problema e iniziare a vederlo come una fase della vita che può essere vissuta con pienezza e dignità.
Credit Foto: Luca Negroni
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