Dal 6 all’8 ottobre il capoluogo emiliano ospita la 35ª Conferenza di Alzheimer Europe con un focus particolare sul nuovo Piano Nazionale Demenze italiano. Ricercatori, medici, caregiver e pazienti si incontrano per tracciare nuove strategie tra scienza, comunità e diritti.
Discutere, insieme, di Alzheimer
Bologna diventa per tre giorni la capitale europea dell’Alzheimer e delle demenze. Il Bologna Congress Center accoglie dal 6 all’8 ottobre la 35ª Conferenza di Alzheimer Europe, un appuntamento che quest’anno assume un significato particolare per l’Italia. L’evento è stato organizzato da Alzheimer Europe insieme a Federazione Alzheimer Italia e Alzheimer Uniti Italia, trent’anni dopo la precedente edizione italiana che si tenne a Milano nel 1995. Si tratta di un ritorno atteso, che testimonia il crescente impegno del nostro Paese sul tema delle patologie neurodegenerative.
La portata dell’incontro è notevole: sono attesi oltre 1500 partecipanti provenienti da tutta Europa e da vari Paesi extraeuropei. Non solo ricercatori e professionisti sanitari, ma anche decisori politici, rappresentanti del mondo associativo e accademico, caregiver e persone che convivono con la demenza. Il titolo scelto per questa edizione, “Connecting science and communities: the future of dementia care”, riassume bene l’obiettivo centrale. Costruire ponti tra il rigore della ricerca scientifica e l’impegno quotidiano delle comunità nel migliorare prevenzione, diagnosi, assistenza e qualità della vita dei pazienti e delle loro famiglie.
Sei aree tematiche per un approccio completo alla malattia
Il programma della conferenza si articola in sei grandi aree che coprono l’intero spettro della ricerca e dell’assistenza.
Si parte dalle esperienze di vita delle persone con demenza, con particolare attenzione all’inclusione e alla tutela dei diritti. Un’area specifica è dedicata alle strategie politiche e di advocacy, dove si discuteranno le linee guida nazionali e le buone pratiche da replicare. C’è poi tutto lo spazio riservato alle metodologie assistenziali innovative: dalle tecnologie alle terapie non farmacologiche, passando per i modelli di cura più recenti.
Non poteva mancare un’ampia sezione sui progressi della ricerca, con focus sulla prevenzione, l’utilizzo dell’intelligenza artificiale e lo studio dei biomarcatori. Gli ultimi due filoni tematici riguardano i servizi assistenziali sul territorio e le diverse tipologie di demenza, con approfondimenti clinici e organizzativi. Tra le numerose sessioni parallele, due si terranno interamente in italiano: una curata dalla Federazione Alzheimer Italia, l’altra da Alzheimer Uniti Italia.
Il nuovo Piano Nazionale Demenze
Il momento più atteso per il nostro Paese sarà la presentazione dell’aggiornamento del Piano Nazionale Demenze, elaborato dal Tavolo Demenze in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità.
Per Mario Possenti, segretario generale della Federazione Alzheimer Italia e vicepresidente di Alzheimer Europe, l’Italia si trova in una fase cruciale. Il Tavolo Demenze sta lavorando alla scrittura del nuovo Piano che orienterà le politiche sanitarie e sociali nei prossimi anni. E la conferenza rappresenta un’occasione unica per raccogliere evidenze e buone pratiche internazionali, ma anche per dimostrare che il nostro Paese si sta muovendo concretamente per migliorare la vita delle persone con demenza e dei loro familiari.
I numeri rendono evidente l’urgenza dell’intervento. Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, in Italia ci sono attualmente 1,2 milioni di persone affette da demenza, con la maggior parte dei casi riconducibile all’Alzheimer. Le proiezioni indicano che questa cifra è destinata a salire fino a 2,3 milioni entro il 2050, considerando l’invecchiamento progressivo della popolazione. Ogni anno si registrano circa 65mila nuovi casi, pari al 50% di tutte le nuove diagnosi di demenza.
Dal punto di vista economico, il governo ha incrementato il Fondo Alzheimer e demenze con uno stanziamento di 35 milioni di euro per il triennio 2024-2026. Cinque milioni per il 2024 e 15 milioni sia per il 2025 che per il 2026. Risorse che dovranno essere utilizzate per ridurre le disuguaglianze territoriali nell’accesso alle cure e ai servizi di supporto.
Modelli innovativi di assistenza
Durante la sessione organizzata da Alzheimer Uniti Italia verrà presentato il modello della Vacanza Indimenticabile, un’esperienza che mette al centro la persona con demenza senza considerarla solo come paziente. Manuela Berardinelli, presidente di Alzheimer Uniti Italia, ha sottolineato come l’associazione sia da sempre impegnata nel dimostrare che la demenza non cancella la vita. La Vacanza Indimenticabile rappresenta un esempio concreto di normalità effettiva, non concessa per gentile concessione, ma conquistata attraverso un approccio che valorizza la dignità della persona.
Questo modello potrebbe diventare un riferimento da replicare in tutto il Paese, ma serve un cambiamento culturale profondo. Come ha evidenziato la stessa Berardinelli, esistono ancora “troppe Italie” nel modo di affrontare e prendersi cura della persona fragile e della famiglia. Il nuovo Piano Nazionale Demenze può certamente aiutare, ma occorre che tutti siano uniti nell’affermare e difendere concretamente, nelle azioni quotidiane, la dignità di chi convive con queste patologie.
Un confronto europeo per guardare oltre i confini
Jean Georges, direttore esecutivo di Alzheimer Europe, ha espresso grande soddisfazione per il ritorno della conferenza in Italia dopo trent’anni.
L’organizzazione, che riunisce 41 associazioni nazionali di 36 diversi Paesi, ha manifestato profonda ammirazione per l’impegno costante degli operatori italiani nel promuovere progressi nelle politiche, nell’assistenza e nel supporto alle persone con demenza e ai loro caregiver, oltre che nel rispetto dei loro diritti.
L’aspetto più interessante di questa conferenza è proprio la possibilità di confronto tra realtà nazionali diverse. L’Italia potrà imparare dalle esperienze di altri Paesi europei in tema di comunità “Dementia Friendly”, percorsi diagnostico-terapeutici assistenziali integrati e utilizzo delle nuove tecnologie nella cura. Allo stesso tempo, il nostro Paese ha molto da condividere sul piano della ricerca scientifica e dell’innovazione nei modelli assistenziali. La conferenza si chiude martedì 8 ottobre con una sessione finale aperta al pubblico, un’occasione per allargare il dibattito oltre gli addetti ai lavori e coinvolgere la comunità locale.
Un modo concreto per ricordare che la sfida della demenza riguarda tutti. E richiede l’impegno dell’intera società.
© Riproduzione riservata