Il Consiglio comunale approva la cessione dello storico Meazza a Inter e Milan per 197 milioni. Demolizione del 90% dell’attuale impianto e progetto firmato dagli archistar Norman Foster e David Manica. Il nuovo stadio sarà pronto nel 2031, un’area da 281mila mq con hotel, negozi e museo.
Approvata la delibera per la vendita dell’area San Siro
Nella notte tra lunedì 29 e martedì 30 settembre, dopo quasi dodici ore di dibattito a Palazzo Marino, il Consiglio comunale di Milano ha dato il via libera alla vendita dell’area di San Siro. Con 24 voti favorevoli e 20 contrari, l’amministrazione ha approvato la delibera che permette a Inter e Milan di acquistare lo stadio Meazza e le zone circostanti per 197 milioni di euro.
Si chiude così una vicenda che si trascina da sei anni, da quando i due club presentarono per la prima volta i loro progetti per un nuovo impianto. La cifra verrà versata in due tranche: 73 milioni al momento della firma del rogito, il resto rateizzato e garantito da fideiussione bancaria. Il Comune di Milano parteciperà all’operazione con 22 milioni, portando l’investimento complessivo a oltre 210 milioni.
I fondi americani Oaktree e Redbird, proprietari rispettivamente di Inter e Milan, hanno lavorato a lungo per raggiungere questo risultato. Ora, però, inizia la partita più complessa.
Il rogito dovrà essere perfezionato entro il 10 novembre 2025, data cruciale perché il giorno successivo scatterebbe il vincolo della Soprintendenza sul secondo anello dello stadio, che renderebbe impossibile qualsiasi intervento di demolizione. Una corsa contro il tempo che coinvolge banche, enti e controlli di conformità. Nel frattempo si preannunciano ricorsi da parte dei comitati contrari all’abbattimento del Meazza, e non si escludono verifiche della Corte dei Conti e della Procura di Milano, già attiva su fascicoli legati alla gestione urbanistica cittadina.
Il progetto: un’arena moderna da 71.500 posti
Inter e Milan hanno hanno scelto due studi di architettura di fama mondiale per disegnare il loro nuovo stadio. Da un lato Foster+Partners, guidato dall'”archistar” britannica Norman Foster, progettista di icone come lo stadio di Wembley e il nuovo impianto del Manchester United. Dall’altro Manica Architecture, capitanato dall’americano David Manica, specializzato in strutture sportive all’avanguardia.
Il nuovo impianto avrà una capienza di 71.500 spettatori e si svilupperà su due grandi anelli con un’inclinazione studiata per garantire visibilità ottimale da ogni posizione. La struttura sarà inserita in un progetto di rigenerazione urbana che occuperà circa 281mila metri quadrati, dove troveranno spazio hotel di lusso, uffici, ristoranti, aree commerciali e il museo delle due società. Un distretto dello sport e dell’intrattenimento pensato per essere attivo sette giorni su sette, non solo durante le partite. Il progetto punta su innovazione tecnologica, sostenibilità ambientale e un’esperienza immersiva per i tifosi, che potranno vivere lo stadio come un luogo di aggregazione permanente.
Dal cantiere alla demolizione
I tempi di realizzazione sono scanditi da un cronoprogramma serrato. Nel 2026 San Siro continuerà a ospitare le partite di Inter e Milan e sarà teatro della cerimonia di apertura dei Giochi olimpici invernali di Milano-Cortina, prevista a febbraio.
Durante questo periodo gli studi di architettura svilupperanno il progetto definitivo, che dovrà passare attraverso la conferenza di servizi con Comune, Regione, Arpa e altri enti. L’avvio del cantiere è fissato per la prima metà del 2027
I lavori partiranno dall’area dei parcheggi, accanto all’attuale Meazza, che rimarrà operativo durante tutta la fase di costruzione. Per alcuni anni Milano avrà la particolarità di ospitare due stadi affiancati; uno storico e funzionante, l’altro in costruzione. I lavori dureranno circa quattro anni e l’inaugurazione del nuovo impianto è prevista per il 2031. Solo a quel punto inizierà la demolizione dello storico Meazza, che procederà dall’alto verso il basso: prima il tetto, poi il terzo anello, quindi il secondo e infine il primo. Tutto il processo richiederà circa dodici mesi.
Cosa resterà dello storico Meazza
Della struttura attuale sopravviverà solo il 9% circa, corrispondente all’angolo sud-est con una porzione della tribuna arancio e della Curva Sud. Questa parte verrà consolidata e messa in sicurezza per diventare un elemento di memoria storica all’interno del nuovo distretto. Il resto dello stadio, inaugurato nel 1926 e ampliato più volte nel corso dei decenni, verrà smantellato per fare spazio al progetto immobiliare. La demolizione riguarderà quindi oltre il 90% dell’impianto esistente, un intervento che ha sollevato polemiche e proteste da parte di chi ritiene San Siro un patrimonio insostituibile del calcio italiano e internazionale. Il costo stimato per la sola demolizione si aggira intorno agli 80 milioni di euro, una cifra che testimonia la complessità dell’operazione.
L’investimento complessivo per il nuovo stadio e l’intera area raggiungerà 1,2 miliardi di euro, interamente a carico dei club. Una volta completato il distretto, nel 2035 secondo il masterplan, l’area ospiterà anche il centro commerciale più grande d’Italia.
Euro 2032 e il nodo delle tempistiche
Il cronoprogramma dei lavori ha un appuntamento chiave nel 2032, quando l’Italia ospiterà gli Europei di calcio insieme alla Turchia. Il nuovo stadio di Milano dovrà essere pronto per diventare una delle sedi delle partite del torneo, un obiettivo che impone ritmi serrati e nessun margine di errore. Se i lavori dovessero subire ritardi, Milano rischierebbe di restare esclusa da uno degli eventi sportivi più importanti a livello continentale, con ripercussioni economiche e di immagine notevoli.
Per questo motivo Inter e Milan hanno accelerato nelle ultime settimane, siglando gli accordi con gli studi di architettura e spingendo per l’approvazione della delibera comunale. Il percorso, tuttavia, resta complesso. Oltre ai ricorsi legali annunciati, bisognerà gestire le bonifiche ambientali dell’area, lo spostamento del tunnel Patroclo e il coordinamento con le infrastrutture esistenti.
Milano si prepara a un decennio di trasformazioni che cambieranno il volto di una delle zone più iconiche della città.
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