Uno studio su 19 città rivela le capitali della scortesia e quelle dove la gentilezza è di casa. Il colpevole? Spesso un eccesso di turismo
C’è un’Italia garbata, fatta di sorrisi e buone maniere, e un’Italia dove la scortesia la fa da padrona. Ma quali sono le vere capitali della maleducazione? Uno studio ha provato a dare una risposta, fotografando le abitudini di 19 grandi centri urbani attraverso le percezioni di 1.558 residenti. I risultati ribaltano molti luoghi comuni e rivelano un colpevole inaspettato: il turismo di massa. Al primo posto di questa classifica, che assegna un punteggio da 1 a 10, svetta Venezia, con un indice di maleducazione di 6,55, seguita da Catania (6,52) e Parma (6,51), tutte sopra la media nazionale di 6,10. Un podio dal quale restano sorprendentemente escluse le grandi metropoli come Roma e Milano.
Venezia: quando la bellezza stressa
La causa del primato negativo della città lagunare è certamente l’overtourism. Il centro storico di Venezia, di appena 7,6 chilometri quadrati, e abitato da poco più di 50.000 persone, ogni anno è assediato da oltre 13 milioni di visitatori. Con una presenza giornaliera che può superare le 90-100mila unità in uno spazio relativamente piccolo Questo sovraffollamento costante genera uno stress diffuso, un logoramento della pazienza che si traduce in comportamenti meno accoglienti. I questionari evidenziano due ‘misfatti’ particolarmente frequenti: saltare la fila e non rispettare lo spazio altrui. Venezia resta una delle mete più affollate al mondo e neanche l’introduzione del ticket da 5 o 10 euro per visitare il capoluogo veneto ha eliminato il problema.
Le sorprese della classifica: le grandi metropoli sono out
La vera sorpresa, forse, non è vedere Venezia in cima, ma non trovare nelle prime posizioni città come Roma, Napoli o Milano. La Capitale, spesso dipinta come frenetica e poco cordiale, si piazza al quinto posto. Napoli e Palermo, con il loro proverbiale calore mediterraneo, scendono addirittura sotto la media nazionale, posizionandosi tra le città percepite come meno maleducate. Anche Milano, la capitale economica del paese, spesso associata a ritmi di vita nervosi, non figura tra le più scortesi. Questo dato suggerisce una verità controintuitiva. La dimensione di una città e la sua densità abitativa non sono automaticamente proporzionali alla maleducazione dei suoi abitanti. Contano di più altri fattori, come la cultura locale e, appunto, la pressione turistica.
I peccati degli italiani in città
I comportamenti sanzionabili riscontrati nelle città più maleducate d’Italia sono i più disparati. Il vizio più diffuso in assoluto è “passare molto tempo al cellulare in pubblico”. Un’abitudine che taglia trasversalmente il paese, ma che ha le sue capitali a Trieste, Padova e Brescia. Trieste, poi, si aggiudica un doppio primato: oltre all’abuso dello smartphone, i suoi abitanti sono percepiti come poco inclini a lasciar passare gli altri nel traffico. A Catania, invece, si guiderebbe in modo poco attento nei pressi dei pedoni e si farebbe troppa confusione in pubblico. A Parma spicca la poca considerazione per la mancia e per gli estranei, mentre a Genova l’abitudine di guardare video in pubblico senza auricolari. Il linguaggio del corpo di chiusura caratterizza invece i cittadini di Brescia.
Il vero scontro: residenti contro forestieri
La percezione degli intervistati dipinge un quadro complesso. Nel complesso, il 47% ritiene che residenti e visitatori “se la giochino a pari merito” in termini di scortesia. Tuttavia, scavando nei dati emergono tendenze opposte. In cinque città – Bari, Roma, Taranto, Catania e Palermo – sono gli autoctoni ad essere considerati i più maleducati. Probabilmente, in questi contesti, alcuni comportamenti sono considerati normali o necessari per destreggiarsi nella giungla urbana quotidiana. Dall’altra parte della barricata, ci sono le città in cui i ‘forestieri’ portano la bandiera della scortesia. È il caso di Milano, Firenze, Parma e Modena. Le prime due attirano un altissimo numero di turisti, studenti e lavoratori, il cui comportamento può non allinearsi con le norme locali. Parma e Modena, invece, sono realtà di medie dimensioni con un forte senso di identità . Solo recentemente hanno iniziato a integrare consistenti flussi di ‘non nativi’, spesso meno avvezzi alle regole non scritte della comunità.
L’oasi della cortesia: il trionfo di Padova
Se esiste un’Italia maleducata, ne esiste anche una all’opposto, fatta di cortesia e rispetto. In testa a questa ideale classifica del buon vivere civile c’è Padova, con un punteggio di 5,18 che la incorona città più educata d’Italia. A seguire, troviamo Firenze, Modena e Verona, tutte sotto la soglia della media nazionale. Sono perlopiù città del centro-nord, di dimensioni medie, dove la qualità della vita è tradizionalmente alta. È curioso notare come Padova e Verona condividano la stessa regione, il Veneto, con la “gran maleducata” Venezia. Un contrasto che fa pensare a come dinamiche specifiche, prima fra tutte la pressione turistica, possano cambiare radicalmente il volto e l’anima di luoghi geograficamente vicini.
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