L’Università di Roma segna una svolta nell’inclusione con sei professionisti formati per abbattere le barriere comunicative. Un traguardo atteso da una comunità di centomila persone che utilizzano LIS e LIST in tutto il Paese.
Un primato accademico che rivoluziona l’inclusione
L’Università La Sapienza di Roma ha scritto una pagina storica dell’istruzione italiana proclamando i primi sei laureati nel corso di “Comunicazione e interpretariato in Lingua dei segni italiana e tattile”.
Si tratta del primo programma professionalizzante di questo genere attivato in Italia, lanciato nell’anno accademico 2022-2023. Dopo tre anni di formazione intensiva, questi neolaureati rappresentano l’avanguardia di una professione che risponde a un’esigenza concreta e pressante del nostro Paese. La Rettrice Antonella Polimeni ha sottolineato come questo risultato rappresenti molto più di un semplice traguardo accademico. L’ateneo romano non ha soltanto dato attuazione alla normativa che tutela la lingua dei segni italiana (LIS), ma ha risposto a una necessità sociale fondamentale: superare le barriere comunicative e garantire pari opportunità di partecipazione a tutti i cittadini. Un impegno che va oltre la didattica e la ricerca scientifica, configurandosi come una vera e propria missione civile e sociale.
Numeri (e bisogni) della comunità segnante italiana
I dati mostrano che in Italia la comunità sorda che utilizza la LIS comprende circa 40.000 persone, ma se includiamo anche le persone udenti che la conoscono e utilizzano, il numero sale a circa 100.000 segnanti. La lingua dei segni viene infatti utilizzata anche da bambini e persone udenti con disturbi della comunicazione, ampliando significativamente la platea di chi necessita di servizi di interpretariato specializzato. Prima di questi sei laureati della Sapienza, l’Italia scontava un grave deficit di interpreti professionali qualificati. La mancanza di figure specializzate limitava drasticamente l’accesso a servizi essenziali per migliaia di persone sorde, dalle strutture sanitarie agli uffici pubblici, dai tribunali alle università.
Una situazione che si è protratta per decenni, nonostante la legge 104 garantisse alcune agevolazioni lavorative e scolastiche alle persone con disabilità.
Il riconoscimento ufficiale
La svolta decisiva è arrivata il 19 maggio 2021, quando la Camera dei deputati ha approvato l’articolo 34-ter del Decreto Sostegni. Per la prima volta nella storia della Repubblica, lo Stato italiano ha ufficialmente riconosciuto, promosso e tutelato sia la lingua dei segni italiana (LIS) sia quella tattile (LIST). Questa normativa ha rappresentato il culmine di anni di battaglie da parte della comunità sorda e ha aperto la strada alla creazione di corsi universitari dedicati alla formazione di interpreti professionali.
Il decreto ha inoltre riconosciuto ufficialmente le figure dell’interprete LIS e dell’interprete LIST, professioni fino ad allora prive di un inquadramento normativo preciso. Una lacuna che aveva impedito lo sviluppo di percorsi formativi strutturati e aveva relegato molti interpreti in una zona grigia dal punto di vista professionale.
Teoria e pratica per i professionisti del futuro
Il corso della Sapienza, che si svolge presso il Dipartimento di Lettere e culture moderne, offre una preparazione completa e multidisciplinare. Gli studenti acquisiscono solide conoscenze nelle scienze del linguaggio, dalla linguistica delle lingue parlate e segnate alla semiotica e filosofia del linguaggio. Ma il programma spazia anche oltre, abbracciando la legislazione sulla disabilità, gli aspetti psicologici e antropologici delle teorie e tecniche della traduzione.
L’elemento distintivo del percorso è l’apprendimento pratico della LIS garantito durante tutti e tre gli anni di corso, con particolare attenzione anche alla lingua dei segni tattile. Nel secondo e terzo anno sono previste attività di stage e tirocini che permettono agli studenti di confrontarsi direttamente con la realtà professionale.
I laureati saranno abilitati a esercitare come interpreti e consulenti per servizi linguistici e di comunicazione in LIS e LIST, colmando finalmente un vuoto che penalizzava migliaia di cittadini italiani.
Seguendo l’esempio de La Sapienza
Il successo del programma romano ha ispirato altre università italiane. L’Università Milano-Bicocca e l’Università Statale di Milano hanno avviato un corso inter-ateneo simile, mentre altre istituzioni accademiche stanno valutando l’attivazione di percorsi analoghi. Anche Ca’ Foscari a Venezia vanta un’esperienza ventennale nella formazione di esperti LIS, avendo formato oltre mille specialisti negli ultimi due decenni. La proliferazione di questi corsi rappresenta una risposta concreta all’urgente necessità di interpreti qualificati. Con i primi sei laureati della Sapienza, l’Italia inizia finalmente a colmare un ritardo che durava da troppo tempo, avvicinandosi agli standard europei in materia di accessibilità e inclusione per le persone sorde.
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