Dal Cairo a Roma, l’Antico Egitto e i suoi Faraoni non smettono di affascinare. Le ultime rivelazioni della tomba di Tutankhamon
Nuove scoperte rivelano i segreti della tomba di Tutankhamon mentre l’Egitto si prepara ad aprire il più grande museo al mondo dedicato alle Piramidi. Dal giorno della scoperta della sua tomba, il 4 novembre 1922, il faraone bambino morto a soli diciotto anni non ha mai smesso di attrarre studiosi e appassionati. Oggi, mentre l’Egitto si prepara all’apertura del Grand Egyptian Museum, le recenti scoperte archeologiche nella Valle dei Re rivelano nuovi segreti su una delle figure più enigmatiche dell’antico Egitto. La storia di Tutankhamon rappresenta un caso unico nell’archeologia moderna. Nonostante il suo regno sia durato appena un decennio, tra il 1332 e il 1323 avanti Cristo, è diventato il sovrano egizio più celebre al mondo. Il merito va sicuramente alla scoperta della sua tomba pressoché intatta, un evento che ha cambiato per sempre la percezione dell’arte e della cultura faraonica.
Ultime rivelazioni dalla tomba del faraone
Le ricerche nella tomba di Tutankhamon non si sono mai fermate e continuano a regalare sorprese . L’egittologo Nicholas Brown della Yale University ha recentemente pubblicato uno studio che ridefinisce il significato di alcuni oggetti apparentemente modesti rinvenuti accanto al corpo del giovane faraone. Gli archeologi hanno concentrato la loro attenzione su particolari manufatti che in passato erano stati considerati di secondaria importanza: vassoi di argilla e bastoni di legno alti novanta centimetri, posizionati strategicamente a circa un metro e mezzo dalla testa del sarcofago. Questi oggetti, confrontati con le ricchezze d’oro e i gioielli preziosi del corredo funerario, sembravano quasi fuori posto. La nuova interpretazione di Brown suggerisce che questi elementi facevano parte di un rituale funerario dedicato a Osiride, il dio degli inferi. I vassoi di argilla venivano probabilmente utilizzati per le libagioni, versando acqua sacra del Nilo come offerta rituale per facilitare la resurrezione del faraone. L’immagine è quella di un giovane faraone che, nonostante la brevità del regno, ha lasciato un’impronta duratura nella storia religiosa dell’antico Egitto.
Il Grand Egyptian Museum: una nuova era per l’egittologia
Nel frattempo, alle porte del Cairo, a novembre aprirà i battenti il più grande museo archeologico del mondo. Il Grand Egyptian Museum sorge sull’altopiano di Giza a soli due chilometri dalle piramidi e promette di rivoluzionare completamente l’esperienza della visita ai tesori dell’antico Egitto. Il progetto, iniziato nel 2002 e costato oltre un miliardo di dollari, ospiterà più di centomila reperti su una superficie espositiva di quasi mezzo milione di metri quadrati. Il museo è concepito come un’esperienza immersiva che utilizza le più moderne tecnologie per raccontare tremila anni di storia egizia. La forma triangolare dell’edificio si allinea perfettamente con le piramidi di Cheope e Micerino, mentre la facciata in alabastro riflette il paesaggio desertico circostante. L’atrio monumentale è prono ad accogliere i visitatori con una scalinata di sessanta metri che conduce alle dodici gallerie principali. Una volta operativo, il GEM dovrebbe attrarre oltre cinque milioni di persone all’anno, diventando una delle destinazioni turistiche più importanti al mondo.
Il tesoro di Tutankhamon in mostra per la prima volta
La vera attrazione del Grand Egyptian Museum sarà senza dubbio la galleria dedicata a Tutankhamon, che si estenderà su settemila metri quadrati. Per la prima volta nella storia, il corredo funerario completo del faraone bambino sarà esposto nella sua interezza. Tremila oggetti, tra cui gioielli, tessuti, sarcofagi e la leggendaria maschera d’oro, racconteranno la storia del sovrano più famoso dell’antico Egitto. L’allestimento ricrea la processione funeraria e l’ordine di catalogazione stabilito da Howard Carter durante gli scavi. I visitatori seguiranno un percorso che li accompagnerà attraverso le camere della tomba. Scoprendo non solo i tesori del faraone ma anche il significato religioso e simbolico di ogni singolo oggetto. Accanto ai tesori di Tutankhamon, il museo esporrà anche la Barca Solare di Cheope, un’imbarcazione di quarantatré metri che rappresentava il mezzo simbolico con cui il faraone compiva il suo viaggio nell’aldilà. Questo straordinario manufatto, trasferito dal suo precedente museo di Giza, completerà un’esposizione unica al mondo dedicata ai misteri della morte e della resurrezione nell’antico Egitto.
Roma abbraccia l’Egittomania
Ma il fascino di questa civiltà millenaria non si limita all’Egitto. Il 24 ottobre a Roma, presso le Scuderie del Quirinale, aprirà al pubblico la mostra’ Tesori dei Faraoni’ che resterà visitabile sino al 6 maggio 2026. L’esibizione riunisce 130 capolavori provenienti dal Museo Egizio del Cairo, il Museo di Luxor e il Museo Egizio di Torino, offrendo una panoramica sulla storia dell’Egitto. Dalla civiltà faraonica fino ai grandi sovrani del Nuovo Regno e del Terzo Periodo Intermedio, includendo anche le scoperte archeologiche più significative degli ultimi anni. Oltre a reperti attribuibili ad alcune delle maggiori figure faraoniche, la mostra dedica un approfondimento sulla Città d’Oro. Un insediamento databile al regno di Amenhotep III e Akhenaton, riemerso dagli scavi, i cui reperti offrono uno sguardo inedito sulla società egizia, sulla vita quotidiana e gli usi degli artigiani al servizio della corte.
Il mistero del faraone bambino
Ciò che rende così speciale Tutankhamon è la combinazione degli elementi della sua figura storica. Prima di tutto, la giovane età. Salito al trono ancora bambino e morto a diciotto anni, rappresenta l’incarnazione della fragilità del potere e della gloria effimera. La sua tomba, l’unica trovata intatta nella Valle dei Re, ha conservato non solo il tesoro ma anche il mistero che circonda la sua morte prematura. Gli studi condotti sulla mummia hanno rivelato segni di fratture e lesioni che alimentano teorie su possibili complotti di corte o incidenti durante battute di caccia. Il suo regno, caratterizzato dal ritorno all’ortodossia religiosa dopo l’eresia monoteistica di Akhenaton, è in un momento di grande trasformazione della civiltà egizia. Senza dimenticare la leggendaria maledizione legata al suo nome, che avrebbe provocato la morte dei partecipanti agli scavi. In primis quella del suo scopritore, Lord Carnarvon.
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