Un ritrovamento archeologico ad Hippos riscrive la storia dell’assistenza agli anziani nell’antichità
Gli scavi archeologici dell’Università di Haifa nel Parco nazionale di Hippos, in Israele, hanno portato alla scoperta di un mosaico bizantino che potrebbe rappresentare la testimonianza più antica mai rinvenuta di una struttura dedicata alla cura degli anziani. Il reperto, datato circa 1.600 anni fa, presenta un’iscrizione in greco che recita “La pace sia con gli anziani”, accompagnata da motivi decorativi che includono uccelli, alberi da frutto e simboli di longevità. La scoperta, pubblicata sulla rivista scientifica Zeitschrift für Papyrologie und Epigraphik, sta rivoluzionando le conoscenze storiche sull’evoluzione dell’assistenza sociale nell’antica società cristiana.
Hippos, una metropoli cristiana
Michael Eisenberg, direttore degli scavi e docente all’Università di Haifa, ha definito il ritrovamento “sorprendente e inaspettato”. “Non ci aspettavamo di trovare resti di mosaici qui. Di solito è molto comune trovarli nelle chiese e nelle case di persone benestanti”, ha spiegato l’archeologo, sottolineando la straordinarietà della collocazione del mosaico bizantino. Situata sulla sponda orientale del lago di Tiberiade, la città di Hippos, conosciuta anche come Sussita, prosperò durante il periodo imperiale come un importante centro urbano della Decapoli. Gli scavi hanno rivelato una metropoli caratterizzata da una forte identità cristiana, con numerose chiese, basiliche e spazi comuni che testimoniano l’influenza del cristianesimo primitivo sulla struttura sociale dell’epoca.
L’importanza della scoperta
La frase greca incisa nel ricco mosaico bizantino non rappresenta soltanto una decorazione artistica, ma racchiude anche un significato profondo. La sua posizione all’ingresso di un edificio pubblico e il ricco linguaggio simbolico che lo accompagna suggeriscono una funzione specifica legata all’assistenza agli anziani. I motivi decorativi presenti nel mosaico includono uccelli che bevono da calici, gigli egizi e cipressi, elementi che nell’iconografia bizantina simboleggiano longevità, pace spirituale e vita eterna. Secondo gli studiosi, questa complessa simbologia indica chiaramente che l’edificio aveva una destinazione particolare nel fornire assistenza e cura agli anziani della comunità. “L’iscrizione si rivolge a un pubblico specifico, offrendo una visione eccezionale della vita quotidiana degli anziani nell’antichità”, spiegano gli autori dello studio. La scoperta potrebbe dimostrare come le prime comunità cristiane abbiano iniziato ad assumere responsabilità assistenziali che precedentemente erano di esclusiva competenza delle reti familiari tradizionali.
La rivoluzione del Cristianesimo nell’assistenza sociale
La scoperta del mosaico bizantino di Hippos rappresenta la prima testimonianza materiale di un’istituzione dedicata alla cura degli anziani nell’antichità. Sebbene documenti storici del V e VI secolo facciano riferimento a istituzioni simili, questa è la prima volta che viene rinvenuta una prova fisica concreta di tali strutture. Eisenberg stesso ha evidenziato l’importanza sociologica del ritrovamento: “Sembra una prova che la cura e la preoccupazione per il benessere degli anziani non è un’idea moderna, ma faceva parte delle istituzioni e dei valori sociali da almeno 1.600 anni”. Questa affermazione sfida le convinzioni comuni secondo cui l’assistenza istituzionalizzata agli anziani sia una conquista esclusivamente contemporanea. La presenza di una decorazione con questa specifica dedica agli anziani dimostra che le comunità cristiane del periodo bizantino avevano sviluppato un sistema di welfare sociale molto più avanzato di quanto immaginato. Questo sviluppo riflette probabilmente nuove forme di vita cristiana che andavano oltre le strutture familiari tradizionali, creando reti di sostegno comunitario innovative per l’epoca.
Il significato religioso e culturale
Il cristianesimo primitivo portò con sé una rivoluzione nei valori sociali, introducendo concetti di carità, assistenza ai più deboli e responsabilità comunitaria che si riflettevano anche nell’organizzazione urbana e nelle istituzioni pubbliche. Il mosaico bizantino di Hippos si inserisce in questo contesto di trasformazione sociale, rappresentando una delle prime manifestazioni concrete di come i valori cristiani si traducessero in strutture assistenziali organizzate. La cura degli anziani diventa così non più soltanto un dovere familiare, ma una responsabilità collettiva della comunità. La ricchezza decorativa suggerisce inoltre che l’assistenza agli anziani non fosse considerata un semplice obbligo sociale, ma un’opera di misericordia spiritualmente significativa. Questo approccio olistico alla cura delle persone anziane rappresenta – per gli archeologi – una novità assoluta nel mondo antico.
Un welfare di 2mila anni fa
La scoperta del mosaico bizantino con l’iscrizione “La pace sia con gli anziani” non è solo un ritrovamento archeologico. “Se fosse confermato che questo edificio fungeva da spazio per la cura degli anziani, non solo ci troveremmo di fronte a una scoperta storica. Ma anche alla testimonianza materiale di un concetto che molti ritengono esclusivamente moderno”, concludono gli autori dello studio. Il ritrovamento invita a riflettere sull’evoluzione dei sistemi di welfare sociale e sulla continuità storica dei valori di solidarietà e assistenza comunitaria. Il mosaico bizantino di Hippos dimostra che la cura degli altri, specialmente dei più vulnerabili, rappresenta una costante nella storia dell’umanità, manifestandosi attraverso forme diverse ma con lo stesso spirito di compassione che attraversa i secoli.
TUTTE LE ULTIME NOTIZIE SU SPAZIO50.ORG
© Riproduzione riservata