La longevità continua la sua crescita e l’Italia raggiunge gli 84,1 anni di aspettativa di vita
I cittadini dell’Unione europea possono aspettarsi di vivere mediamente 81,7 anni, con un incremento di tre mesi rispetto al 2023, secondo i dati preliminari diffusi da Eurostat. L’aspettativa di vita alla nascita ha infatti non solo recuperato completamente i livelli pre-Covid, ma li ha addirittura superati di un decimo rispetto al 2019. Questo progresso testimonia la resilienza dei sistemi sanitari europei e l’efficacia delle politiche di salute pubblica messe in campo negli ultimi anni. Nel panorama continentale, l’Italia si conferma una delle nazioni più longeve al mondo, raggiungendo nel 2024 un’aspettativa di vita di 84,1 anni. Il Paese condivide questo primato con la Svezia, superando di poco la Spagna che si attesta a 84 anni esatti. Una performance di eccellenza che colloca la penisola italiana stabilmente tra le prime posizioni della graduatoria mondiale.
Il record negativo dell’Est Europa
Particolarmente impressionante appare l’evoluzione della longevità italiana nel lungo periodo: tra il 2003 e il 2023, l’aspettativa di vita nel Belpaese è cresciuta di ben 11,2 anni, uno degli incrementi più significativi registrati nell’intera Unione europea. Un progresso che evidenzia come investimenti mirati in sanità, prevenzione e stili di vita abbiano prodotto risultati concreti e misurabili. Il contrasto con altre realtà europee risulta evidente: mentre l’Italia celebra questi traguardi, paesi come Bulgaria (75,9 anni), Romania (76,6 anni) e Lettonia (76,7 anni) mostrano ancora aspettative di vita sensibilmente inferiori, evidenziando persistenti disparità all’interno del continente.
I segreti della longevità europea
Diversi elementi hanno contribuito a questo straordinario incremento della durata della vita. La riduzione drastica della mortalità infantile rappresenta certamente uno dei fattori più determinanti, insieme al miglioramento generalizzato delle condizioni socioeconomiche che ha interessato gran parte del continente nell’ultimo ventennio.
L’adozione di stili di vita più consapevoli ha giocato un ruolo cruciale: dalla crescente attenzione all’alimentazione mediterranea alla diffusione dell’attività fisica, passando per la diminuzione del consumo di tabacco e alcol. Parallelamente, i continui progressi della medicina e dell’assistenza sanitaria hanno permesso di curare sempre più efficacemente patologie un tempo fatali.
Il divario di genere persiste
Nonostante i progressi complessivi, la longevità in Europa continua a mostrare significative differenze tra uomini e donne. Nel 2023, le donne europee vivevano mediamente 84 anni contro i 78,7 degli uomini, mantenendo un vantaggio di 5,3 anni che si riscontra sistematicamente in tutti gli stati membri. La Spagna guida la classifica femminile con 86,7 anni di aspettativa, seguita dalla Francia con 85,7. Per quanto riguarda gli uomini, Lussemburgo e Svezia condividono il primato con 81,7 anni ciascuno. Questo divario riflette differenze biologiche innate, ma anche diversi stili di vita e comportamenti a rischio storicamente più diffusi tra la popolazione maschile.
Un continente che invecchia rapidamente
L’aumento della longevità in Europa si accompagna a profonde trasformazioni demografiche che stanno ridisegnando il volto del continente. Al primo gennaio 2024, l’Unione europea contava 449 milioni di abitanti, con una crescita dello 0,4% alimentata principalmente dai flussi migratori post-pandemici e dall’accoglienza di rifugiati ucraini.
L’Italia, con i suoi 58,9 milioni di abitanti, rappresenta il 13% della popolazione europea totale, confermandosi il terzo paese più popoloso dopo Germania e Francia. Tuttavia, l’età media della popolazione continentale è cresciuta drasticamente, passando da 39,3 anni nel 2004 agli attuali 44,7 anni.
La sfida delle culle vuote
Il rovescio della medaglia della crescente longevità in Europa è rappresentato dal drammatico calo delle nascite. Nel 2023, il tasso di natalità continentale si è attestato a 8,2 nati ogni mille abitanti, con l’Italia che registra il valore più basso dell’intera Unione: appena 6,4 neonati per mille residenti, seguita da Spagna (6,6) e Grecia (6,8). Dal 2012, il numero di decessi supera costantemente quello delle nascite nell’Ue, determinando un saldo naturale negativo di -2,6 nel 2023. Il tasso di fertilità totale è crollato a 1,38 figli per donna, molto al di sotto del 2,1 necessario per mantenere stabile una popolazione senza apporti migratori. L’età media delle madri al primo figlio è salita a 29,8 anni nel 2023, con l’Italia che guida anche questa particolare classifica.Le neomamme italiane infatti hanno mediamente 31,8 anni quando partoriscono il primo figlio. Parallelamente, è più che raddoppiata la percentuale di nascite da madri over 40, passata dal 2,6% del 2003 al 6,1% del 2023.
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