La scuola italiana, seguendo quanto definito dalla Legge 33/2023 sulle politiche per la popolazione anziana, si prepara a dare il suo contributo in materia di invecchiamento attivo. Via libera alla proposta di attività che possano favorirlo.
Per invecchiare bene possiamo cominciare da giovani. Già dai banchi di scuola. Sì perché anche la scuola italiana è chiamata a sviluppare progetti che possano favorire l’invecchiamento attivo grazie al decreto legislativo 15 marzo 2024, n. 29 – attuativo della legge delega 33/2023 – che introduce una serie di misure per valorizzare la presenza sociale e culturale delle persone anziane.
Incentivare lo scambio reciproco tra le diverse generazioni, riconoscendo il contributo degli anziani e rafforzando così i legami all’interno della comunità, è una missione cruciale. Sarà questo il compito che anche le istituzioni scolastiche potranno abbracciare, diventando luoghi di incontro e di apprendimento non solo per i più giovani. Attraverso progetti e attività dedicate, le scuole avranno l’opportunità di valorizzare l’esperienza degli anziani, creando un terreno per la crescita di una società più inclusiva e attenta ai bisogni di tutti.
Come si stanno preparando le scuole all’invecchiamento attivo
Per connettere le generazioni fra di loro e favorire il piano di invecchiamento attivo del Paese, come stabilito dal Decreto Legislativo, le scuole potranno muoversi in autonomia e programmare diverse iniziative. Dalla riduzione del digital divide al sostegno ai giovani caregiver, dal volontariato alla collaborazione con i senior, dalla lotta all’isolamento all’aggiunta di materie trasversali, gli istituti possono dare il loro contributo in diversi ambiti. Tra questi:
- promuovere la collaborazione con gli anziani, grazie a progetti che li coinvolgano. Soprattutto quelli che vivono in situazioni di isolamento, per favorire lo scambio e la socializzazione;
- offrire percorsi di volontariato, dando agli studenti la possibilità di fare volontariato, ad esempio in case di riposo, e documentare questa esperienza nel loro percorso formativo;
- ridurre il divario digitale grazie a percorsi, come i PCTO (Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento), in cui gli studenti aiutino gli anziani a usare la tecnologia.
- sostenere i giovani “caregiver” valorizzando l’impegno degli studenti che si prendono cura di familiari anziani, attraverso l’integrazione della loro esperienza con il percorso didattico.
- proporre nuovi ambiti di studio per accrescere le prospettive degli studenti.
Cosa dovranno fare le scuole per aderire
Entro il 31 dicembre prossimo il Dipartimento per le politiche della famiglia dovrà redigere una relazione annuale che riassuma le iniziative realizzate da tutte le Amministrazioni interessate sul tema. Alle scuole è stato chiesto di contribuire compilando – entro e non oltre il 26 settembre 2025 – un questionario dedicato alle attività già intraprese nel campo dell’invecchiamento attivo e della promozione del dialogo tra le generazioni.
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