L’Aeronautica Militare ha ospitato un importante incontro scientifico sui meccanismi dell’invecchiamento. Il focus su genetica, ambiente e stili di vita in un Paese dove gli over 65 superano i 14,5 milioni.
Uno sguardo all’invecchiamento della popolazione
Presso l’Auditorium della Scuola Specialisti dell’Aeronautica Militare di Caserta si è tenuto il convegno nazionale “Senescenza cellulare e invecchiamento dell’organismo: influenze genetiche e ambientali”. L’evento, promosso dal Comando di Sanità e Veterinaria dell’Esercito e accreditato presso l’Agenas, ha riunito esperti di fama nazionale per discutere delle ripercussioni di alimentazione, respirazione e attività motoria sulla salute dell’uomo.
Ad aprire i lavori sono stati il Generale di Corpo d’Armata Angelo Michele Ristuccia, Comandante Logistico dell’Esercito. Poi il Tenente Generale medico Carlo Catalano, Ispettore Generale della Sanità Militare, e il Maggior Generale medico Michele Tirico, Comandante di Sanità e Veterinaria. Il Maggior Generale Vincenzo Campagna, Direttore del Policlinico Militare di Roma “Celio”, ha completato il quadro delle autorità presenti. L’incontro ha rappresentato una preziosa occasione di confronto tra sanità militare e mondo accademico sulle più recenti ricerche dedicate all’invecchiamento cellulare e alle strategie innovative per la tutela della salute.
Prevenzione come pilastro della sanità militare
Il Tenente Generale Catalano ha enfatizzato – durante il suo intervento – l’importanza della prevenzione come elemento centrale della sanità militare. La sua dichiarazione racchiude un approccio strategico chiaro: prevenire per servire significa garantire attività costanti di prevenzione, cura e promozione dell’esercizio fisico.
Questi strumenti risultano fondamentali per ridurre il rischio di patologie invalidanti e mitigare gli effetti del tempo, migliorando così l’efficienza e la prontezza delle Forze Armate. L’approccio preventivo non si limita al personale in servizio attivo ma si estende a una visione più ampia della salute pubblica, considerando le implicazioni demografiche che il Paese sta affrontando. La senescenza cellulare rappresenta oggi una delle sfide più complesse della medicina moderna. Secondo le più recenti ricerche scientifiche, le cellule umane normali possono dividersi solo un numero limitato di volte prima di entrare in uno stato di senescenza, un processo che ha rivoluzionato la comprensione dell’invecchiamento e delle malattie legate all’età.
La teoria della senescenza cellulare suggerisce che all’interno della cellula vi è un “orologio biologico”, che segnala di interrompere la replicazione, meccanismo che influenza direttamente la longevità dell’organismo.
L’allarme demografico è una priorità nazionale
Il presidente del Consiglio regionale della Campania, Gennaro Oliviero, ha portato il suo saluto istituzionale, sottolineando come il tema affrontato dall’Esercito Italiano tocchi una delle sfide più urgenti del Paese.
L’invecchiamento della popolazione e il calo dei tassi di natalità rappresentano questioni che hanno un impatto profondo non solo sul sistema sanitario, ma anche sul tessuto sociale ed economico. Oliviero ha evidenziato come sia dovere delle istituzioni guardare alle future generazioni mettendo in campo azioni concrete per promuovere stili di vita sani, prevenire l’invecchiamento precoce e migliorare la qualità della vita. I dati attuali confermano la gravità della situazione demografica italiana.
>Nel 2025 gli over 65 sono oltre 14,5 milioni, pari al 24,7% della popolazione, con una crescita significativa degli ultraottantenni che superano quota 4,59 milioni, superando numericamente i bambini sotto i 10 anni (4,32 milioni). L’aspettativa di vita ha raggiunto il suo massimo storico. 85,5 anni per le donne e 81,4 anni per gli uomini, confermando l’Italia tra i Paesi più longevi al mondo. Tuttavia, questo dato apparentemente positivo nasconde criticità significative. Si riducono gli anni vissuti in buona salute, soprattutto per le donne. Nel 2024, gli uomini possono aspettarsi in media 59,8 anni di vita sana, le donne solo 56,6.
Il ruolo determinante di genetica, ambiente e stili di vita
La ricerca scientifica ha chiarito che l’invecchiamento dipende da molteplici fattori interconnessi.
Circa il 20-30% della durata della vita di un individuo è correlata alla genetica, mentre il resto è dovuto a comportamenti individuali e fattori ambientali, l’alimentazione e lo stile di vita sono i contributori più importanti per la longevità e l’invecchiamento in buona salute. Questa percentuale evidenzia come la maggior parte dei fattori che influenzano la longevità sia modificabile attraverso scelte consapevoli.
L’epigenetica dell’invecchiamento ha aperto nuove prospettive di comprensione. Lo stile di vita può sostenere o danneggiare la funzione genetica nel corso del tempo. L’intuizione fondamentale è che mentre non si può cambiare il “libro” dei geni, si possono però influenzare quali “capitoli” vengono letti e quando. Una scoperta che rivoluziona l’approccio alla prevenzione, dimostrando che le scelte quotidiane possono modificare l’espressione genica e influenzare il processo di invecchiamento.
Nuove terapie all’orizzonte
Il convegno di Caserta si inserisce in un panorama di ricerca in continua evoluzione.
Le “senoterapie” rappresentano oggi una delle frontiere più promettenti nella lotta contro l’invecchiamento. E la senescenza cellulare, il meccanismo che rallenta la crescita delle cellule in risposta a danni o fattori di stress, rappresenta oggi una delle sfide più rilevanti della medicina. Se da un lato questo processo aiuta a prevenire lo sviluppo di tumori, dall’altro contribuisce all’invecchiamento dell’organismo.
In questo quadro di innovazione terapeutica, l’iniziativa dell’Esercito Italiano dimostra come le istituzioni militari possano svolgere un ruolo importante nella divulgazione scientifica; contribuendo non solo alla formazione del personale ma anche a una più ampia riflessione nazionale sui temi della salute e della longevità. Il convegno ha evidenziato l’importanza di un approccio multidisciplinare che integri conoscenze mediche, biologiche e sociali per affrontare efficacemente le sfide dell’invecchiamento demografico.
Credit Foto: facebook.com/Gennaro Oliviero
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