Un’indagine dell’Università Cattolica per la Fondazione Fair rivela che solo il 51% dei ragazzi tra 18 e 25 anni conosce il concetto di gioco responsabile, mentre appena il 18% imposta limiti di spesa.
Un problema incalzante
Il panorama del gioco d’azzardo tra i giovani italiani disegna uno scenario preoccupante che richiede attenzione immediata. Nel 2024 l’ammontare totale giocato è stato di oltre 157 miliardi di euro, con un incremento del 6,5% rispetto all’anno precedente, e tra questi numeri si nasconde una generazione che sembra navigare a vista nei meandri delle scommesse e del gaming online.
La ricerca condotta dall’Unità di Ricerca in Psicologia Economica dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, presentata dalla Fondazione Fair in Senato, getta una luce cruda su un fenomeno che coinvolge direttamente 1,9 milioni di ragazzi under 25.
La consapevolezza mancante tra i giovani giocatori
I dati emersi dallo studio “Gioco responsabile e giovani under 25: motivazioni, contesti e strategie di intervento” fotografano una realtà inquietante. La metà dei giovani italiani tra i 18 e i 25 anni si muove in un territorio inesplorato, dove il concetto di “gioco responsabile” rimane sconosciuto o viene percepito come inefficace. Solo il 51% dichiara di conoscere questo principio fondamentale, mentre un terzo lo considera addirittura inutile. Ancora più grave è la scarsa propensione ad adottare misure protettive: appena il 18% dei giovani giocatori imposta limiti di spesa, lasciando la stragrande maggioranza esposta a rischi potenzialmente devastanti.
Il presidente della Fondazione Fair, Matteo Caroli, sottolinea come gli attuali strumenti di tutela non raggiungano efficacemente la popolazione giovanile, evidenziando l’urgenza di rafforzare la diffusione della cultura del gioco responsabile. Nel 2024, i conti di gioco online attivi hanno superato i 20 milioni, un dato che amplifica le dimensioni del fenomeno e la necessità di interventi mirati.
L’esplosione del gioco online e le nuove dinamiche
Le scommesse sportive in Italia registrano una crescita annuale del 20%, con il 60% delle puntate effettuate online.
Il digitale ha trasformato radicalmente le abitudini di gioco, con il 52% dei giovani che preferisce le piattaforme online per la loro rapidità e discrezione. Questa preferenza nasconde però insidie maggiori: la facilità di accesso, la possibilità di giocare in qualsiasi momento e l’assenza di controllo sociale rendono il gioco online particolarmente rischioso per una fascia d’età già vulnerabile.
Il gioco fisico nei punti vendita mantiene comunque un ruolo significativo, scelto dal 24% dei giovani principalmente per l’aspetto sociale. Questa dicotomia rivela un rapporto complesso con il denaro, percepito dai ragazzi sia come potenziale riscatto economico sia come fonte di adrenalina e rischio. Secondo quanto riporta il portale di informazione “La Tecnica della scuola“, sarebbero circa 90mila i minori giocatori problematici, mentre quelli a rischio di dipendenza o disturbo da gioco d’azzardo (Dga) hanno raggiunto la cifra di oltre 136mila. Un quadro che diventa ancora più allarmante considerando che un minore su quattro in Italia ha già avuto esperienze con il gioco d’azzardo.
Le Istituzioni cercano risposte concrete
La senatrice Elena Murelli, capogruppo della Commissione Affari Sociali del Senato, ha evidenziato l’importanza di ascoltare le nuove generazioni per definire strategie preventive efficaci. L’approccio istituzionale sta gradualmente evolvendo verso una maggiore attenzione al fenomeno, riconoscendo la complessità delle dinamiche giovanili e la necessità di interventi specifici. I direttori scientifici della ricerca, Cinzia Castiglioni ed Edoardo Lozza, hanno sottolineato come sia indispensabile sviluppare strategie che parlino il linguaggio dei ragazzi, coinvolgendo attivamente gli operatori del settore in una responsabilità condivisa.
Oltre 1 milione di minorenni ha giocato ai videogiochi nel 2023, con una spesa media mensile superiore ai 50€ per un quarto dei giocatori, evidenziando come il confine tra intrattenimento digitale e gioco d’azzardo si stia progressivamente assottigliando.
Tra questi giovani gamers, 280mila presentano un profilo di gioco a rischio, caratterizzato da un elevato tempo dedicato al gioco, un campanello d’allarme che non può essere ignorato.
Verso una cultura della prevenzione
La ricerca dell’Università Cattolica mette in evidenza come la comunicazione attuale sui rischi del gioco d’azzardo non riesca a penetrare efficacemente nella coscienza giovanile. Serve un cambio di paradigma che trasformi il messaggio preventivo da sterile avvertimento a strumento concreto di consapevolezza. Gli esperti concordano sulla necessità di sviluppare campagne informative che utilizzino i canali comunicativi privilegiati dai giovani, senza cadere nella trappola della retorica moralizzatrice. La sfida consiste nel rendere attraente e comprensibile il concetto di gioco responsabile, trasformandolo da imposizione esterna a scelta consapevole.
Solo attraverso questo approccio sarà possibile arginare un fenomeno che rischia di compromettere il futuro economico e sociale di un’intera generazione, costruendo una barriera protettiva basata sulla conoscenza piuttosto che sul divieto.
© Riproduzione riservata