Mentre le immunizzazioni sono in calo il Ministero punta al 75% di copertura con la nuova campagna di ottobre
L’Italia si avvicina alla nuova stagione influenzale con un dato che preoccupa i sanitari: solo il 52,5% degli over 65 ha scelto di vaccinarsi contro l’influenza nella campagna 2024-2025. Un crollo significativo che desta preoccupazione tra gli esperti di sanità pubblica, soprattutto considerando i segnali di allarme che arrivano dall’emisfero australe. Dall’altra parte del mondo, l’Australia sta affrontando una delle stagioni influenzali più aggressive degli ultimi anni. Gli ospedali australiani registrano un incremento del 70% delle infezioni e del 50% dei ricoveri in sole due settimane, con i posti letto che scarseggiano in tutto il paese. In Italia i primi casi si attendono all’inizio di ottobre, con la co-circolazione di vari virus influenzali insieme anche al virus respiratorio sinciziale ed al virus SarsCoV2.
Il declino della vaccinazione antinfluenzale tra gli anziani
Nel frattempo la copertura vaccinale tra gli over 65 è in costante diminuzione. Dal 56,7% del 2022-2023 si è passati al 53,3% dell’anno scorso, fino al preoccupante 52,5% della campagna appena conclusa. Un trend negativo che allontana sempre più l’Italia dall’obiettivo minimo del 75% raccomandato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Paradossalmente, durante la pandemia del 2020-2021, la percentuale di anziani vaccinati aveva raggiunto il 65,3%, dimostrando come l’emergenza sanitaria avesse temporaneamente aumentato la consapevolezza dell’importanza della prevenzione. Oggi, quella consapevolezza sembra essersi affievolita, nonostante l’influenza continui a rappresentare una delle principali cause di morte in Italia, con 8-10mila decessi nelle stagioni più intense.
Le cause del fenomeno: stanchezza pandemica e disinformazione
Diversi fattori contribuiscono a questo preoccupante calo della vaccinazione antinfluenzale. In primo luogo, si registra una evidente stanchezza vaccinale post-pandemica: le immunizzazioni contro il Covid-19 sono ormai ridotte al minimo, trascinando con sé anche la percezione dell’importanza di altri vaccini. La disinformazione continua a giocare un ruolo determinante, alimentata dai pregiudizi sui vaccini che persistono in una parte della popolazione. Non sono mancate inoltre le difficoltà organizzative: in passato, alcune Regioni hanno registrato ritardi nell’attivazione della rete di farmacie e studi medici per la somministrazione dei vaccini, creando disservizi che hanno scoraggiato molti cittadini.
La strategia del Ministero per la stagione 2025-2026
Il Ministero della Salute ha emanato una circolare con gli obiettivi per la prossima campagna vaccinale, che partirà ai primi di ottobre con l’obiettivo di raggiungere almeno il 75% di copertura tra anziani e soggetti fragili. “Con la nostra circolare abbiamo raccomandato alle Regioni di rafforzare il coinvolgimento di medici di famiglia e pediatri, ospedalieri e i professionisti sanitari”, spiega Maria Rosaria Campitiello, a capo del Dipartimento della Prevenzione del Ministero della Salute. La strategia prevede anche specifici percorsi per garantire l’offerta vaccinale nelle strutture di ricovero e lungodegenza.
I nuovi vaccini aggiornati per l’autunno 2025
Per la stagione 2025-2026, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha raccomandato l’adozione di vaccini aggiornati con ceppi virali rivisitati. I vaccini trivalenti includeranno nuovi ceppi di H3N2, mentre quelli quadrivalenti conterranno anche il ceppo B/Phuket. Questa composizione dovrebbe garantire una protezione più efficace contro i virus che si prevede circoleranno nei prossimi mesi. La vaccinazione sarà offerta gratuitamente a tutte le categorie a rischio: over 60, bambini dai 6 mesi ai 6 anni, donne in gravidanza, pazienti con patologie croniche, operatori sanitari e lavoratori dei servizi essenziali. Dopo aver coperto le priorità, il vaccino sarà disponibile per chiunque ne faccia richiesta.
L’importanza della prevenzione per i soggetti fragili
L’influenza stagionale rappresenta una sfida importante per la sanità pubblica europea, con 4-50 milioni di casi sintomatici ogni anno e fino a 70mila decessi, la maggior parte dei quali colpisce persone con patologie croniche preesistenti. In Italia, l’influenza figura tra le prime dieci cause di morte e genera significativi impatti economici e sociali. Da qui gli appelli dei medici e del Ministero. La vaccinazione, infatti, resta la forma più efficace di prevenzione dell’influenza e delle sue complicanze che riguardano soprattutto le fasce più vulnerabili della popolazione. Per i soggetti fragili, l’immunizzazione rappresenta spesso l’unica possibilità di ridurre drasticamente il rischio di complicanze gravi che potrebbero richiedere il ricovero ospedaliero.
Una rete capillare per aumentare l’accesso
La nuova strategia ministeriale punta su un modello a rete che coinvolga medici di base, pediatri, specialisti, farmacie e strutture ospedaliere. L’offerta vaccinale sarà estesa anche ai luoghi di lavoro, coinvolgendo direttamente le aziende nella campagna di prevenzione. Le farmacie continueranno a giocare un ruolo centrale, con percorsi formativi specifici per i farmacisti e un monitoraggio costante delle somministrazioni. Particolare attenzione sarà dedicata alla vaccinazione degli operatori sanitari, soprattutto quelli che lavorano in reparti critici come pronto soccorso, terapia intensiva, oncologia e pediatria.
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