Aumentano i casi di avvistamento della temibile medusa dai 30 metri di tentacoli. Anche questo è un effetto del riscaldamento globale, dal momento che si tratta di specie dei mari tropicali e subtropicali.
In Francia e nei Paesi Baschi alcune spiagge sono state chiuse a causa di avvistamenti di Physalia physalis, altrimenti note come “caravelle portoghesi”. In Italia corriamo lo stesso pericolo. A causa del riscaldamento globale i mari europei rischiano di essere invasi da specie un tempo presenti nei mari tropicali e subtropicali. Il numero di avvistamenti, infatti, è aumentato in relazione al conseguente aumento della temperatura delle acque marine.
Cosa sono le caravelle portoghesi e perché sono così pericolose
L’habitat naturale della caravella portoghese non è il Mediterraneo. In realtà è un altro. Si tratta infatti di una specie che predilige le acque calde dell’Oceano Atlantico. Ma con l’innalzamento della temperatura dei mari, il Mar Mediterraneo sta diventando un ambiente più ospitale per la sua sopravvivenza e proliferazione. Ma il motivo per cui oggi ci ritroviamo in un pericolo sempre più concreto è legato anche ad altri due fattori: le correnti oceaniche e la mancanza di predatori.
Nel primo caso l’aumento delle temperature globali altera anche le correnti oceaniche, che agiscono come “corridoi” per lo spostamento di queste colonie marine. Nel secondo, invece, la pesca intensiva ha ridotto drasticamente il numero dei predatori naturali di questa super medusa. Viene predata infatti da tartarughe marine e pesci luna.
Nonostante sia spesso scambiata per una medusa, la caravella portoghese non è un singolo organismo, ma un sifonoforo, ovvero una colonia di quattro organismi zooidi che cooperano per la sopravvivenza. È estremamente pericolosa per l’uomo a causa dei suoi tentacoli che, pur potendo raggiungere anche 30 metri di lunghezza, non sono sempre visibili. La loro puntura è molto urticante e, in rari casi, può essere letale.
Come comportarsi contro il veleno delle caravelle portoghesi
Le caravelle portoghesi (Physalia physalis) prendono il nome dalle navi a vela, perché la loro sacca di gas a forma di cresta agisce come una vela, permettendo loro di essere trasportate dal vento e dalle correnti. In Italia, gli avvistamenti sono stati segnalati in particolare al largo delle coste di Sicilia e Sardegna.
Non va mai toccata, neppure quando è morta e spiaggiata. La parte del corpo che è entrata in contatto non va strofinata con sabbia, né toccata con le mani nude. Non bisogna usare acqua dolce, alcol o ammoniaca. Vanno invece usate delle pinzette o un oggetto rigido (come il bordo di una carta di credito) per raschiare via con delicatezza gli eventuali frammenti di tentacoli rimasti sulla pelle.
Il veleno della caravella portoghese viene neutralizzato dal calore. Quindi è bene immergere la parte colpita in acqua molto calda, a una temperatura di circa 45°C, per almeno 20 minuti. In alternativa, è utile un impacco caldo che può aiutare a disattivare la tossina e a ridurre il dolore.
Bisogna chiamare i soccorsi o recarsi al pronto soccorso in caso di sintomi gravi, che indicano una possibile reazione sistemica o uno shock anafilattico (dolore molto intenso e persistente, difficoltà respiratorie, nausea, vomito o vertigini, stato confusionale o perdita di coscienza, comparsa di bolle o lesioni sulla pelle simili a ustioni di secondo grado).
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