Destinato a persone over 65 autosufficienti, il progetto di co-housing del Comune ha creato una rete di collaborazione virtuosa con la città. L’assessora D’Alessandro: «Il motto è ‘dove si tutelano le persone più fragili, tutti si sentono in qualche modo più tutelati’»
In via Pavese, a Macerata, c’è una piccola e operosa comunità di persone over 65 autosufficienti che condivide attività e servizi, sconfiggendo la solitudine. È il progetto di condominio solidale, promosso dal Comune di Macerata: due palazzine di edilizia residenziale pubblica dove vivono 18 famiglie composte da over 65enni, in nuclei familiari di una o due persone, inclusa una famiglia tutor che ha il compito di monitorare e aiutare nelle necessità quotidiane le famiglie del condominio, creando una rete tra i condomini over 65, le loro famiglie e il Comune.
Attività a servizio della socialità
“Le palazzine sono strutturate per favorire la socialità – spiega a Spazio50 l’assessora comunale alle Politiche Sociali Francesca D’Alessandro –. Gli spazi al piano terra sono dedicati proprio alla socializzazione: c’è un cortile esterno e un salone, dove ci si può riunire. Qui un giorno a settimana, il Comune ha previsto anche la presenza dei bambini che fanno i compiti. I bambini sono accompagnati dagli educatori, ma le persone del condominio possono stare con loro, insegnare qualcosa. La cosa bella è che in queste due palazzine si è come una grande famiglia, si ha la possibilità di essere autonomi ma di non vivere in solitudine”, commenta con entusiasmo l’assessora D’Alessandro.
Dai corsi di ginnastica alle lezioni tenute dall’Università della Terza Età, dallo yoga alle partite di scacchi intergenerazionali. Attività, ma anche servizi. Come la presenza, due volte al mese, al piano terra delle due palazzine, di un infermiere a disposizione delle persone che abitano nel condominio di via Pavese. “Le palazzine sono fornite di tanti servizi, c’è la fermata dell’autobus proprio di fronte al condominio e un supermercato vicino. C’è inoltre una rete di collaborazione molto virtuosa, le associazioni fanno dei progetti specifici per il condominio e lì sono sempre molto presenti anche gli assistenti sociali, che monitorano il progetto – sottolinea D’Alessandro –. Questo permette alle persone del condominio di vivere più tranquillamente e di avere una qualità della vita migliore, e questa è una cosa bella. Tutto inoltre in modo sostenibile, perché i prezzi sono contenuti”.
Il co-housing come laboratorio aperto alla città
Un progetto di co-housing, di abitare solidale, che diventa un luogo di scambio con la città dove gli anziani possono aprirsi a tutte le attività presenti sul territorio, oltre ai progetti dedicati al condominio solidale. Un condominio dove si contrasta la solitudine, che spesso coinvolge tanti anziani anche autosufficienti, avendo cura della loro autonomia e della loro libertà. “Questo condominio è come un laboratorio sempre aperto, dove chi vuole può fare delle attività, vedendo rispettata la propria privacy. Nessuno è obbligato a partecipare, perché qui viene salvaguardata l’autonomia – puntualizza l’assessora di Macerata, D’Alessandro –. Quando si parla di anziani, si parla anche di attaccamento al proprio spazio, alla propria casa, ai propri ricordi, ed è importante salvaguardare questi aspetti. Loro hanno bisogno di sentire che ce la fanno da soli e che hanno la loro intimità, e il progetto prevede proprio questo equilibrio. Un equilibrio non sempre facile da mantenere. Ma il progetto è pensato proprio per questo, e noi ci proviamo”.
Nuove prospettive del progetto
Un progetto comunale, avviato nel 2022 che ha raccolto tante adesioni e partecipazione, per il quale è previsto un ampliamento con la realizzazione di un’altra palazzina che accoglierà un altro condominio solidale. Un nuovo spazio di inclusione a Macerata.
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